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Barry fissò Miriam, che tacque, le labbra strette, come risposta. Si voltò allora verso Lawrence.

— Riesci a pensare a qualche altro modo? — gli chiese Lawrence. — Abbiamo tentato di tutto. Stamattina, quei ragazzi erano infuriati al punto da ammazzarlo. La prossima volta vi sarà senz'altro un'esplosione di violenza le cui conseguenze non oso immaginare. Hai pensato che cosa essa potrebbe causare alla nostra comunità?

Essi erano un popolo che non aveva violenza nella sua storia. Le punizioni fisiche non erano mai state prese in considerazione, poiché era impossibile far dal male a qualcuno senza, contemporaneamente, far lo stesso male agli altri. Questo non valeva per Mark, pensò all'improvviso Barry, ma non lo disse. Il pensiero di causargli del male, di provocargli un dolore fisico, gli riusciva ripugnante. Lanciò un'occhiata ai volti dei fratelli, e vi lesse la stessa confusione che provava lui. Non potevano abbandonare quel ragazzo. Essi avevano bisogno di lui. per imparare, studiandolo, in qual modo un essere umano potesse vivere da solo. La sua mente si rifiutò di pensare ancora a punizioni, a eliminazioni: dovevano studiarlo. C'erano tante cose che riguardavano gli esseri umani, e ad essi risultavano incomprensibili; Mark poteva essere la chiave che avrebbe consentito loro di capire.

Il fatto che il ragazzo fosse il figlio di Ben, che Ben e i suoi fratelli fossero stati una cosa sola, non aveva niente a che fare con ciò. Egli non sentiva alcun legame affettivo o d'altro genere verso il ragazzo, proprio nessuno. Se c'era qualcuno che avrebbe dovuto sentire un simile legame, quella era Miriam, pensò, e si voltò a fissarla, alla ricerca di un segno, di un'indicazione qualsiasi che ella provasse qualcosa. Ma il suo volto era di pietra, gli occhi di lei evitarono il suo sguardo. Troppo rigida, pensò Barry. Troppo fredda.

Ma se era così, pensò con lucida obiettività, come se stesse riflettendo su un esperimento con del materiale privo di sensibilità, allora sarebbe stato davvero un errore continuare a tenere con loro il ragazzo. Se Mark aveva il potere di ferire i sentimenti sia delle sorelle Miriam che dei fratelli Barry, allora sarebbe stato un errore. Era impensabile che un estraneo potesse in qualche modo infiltrarsi in loro, e tormentare le antiche ferite fino a farle tornar nuove, con conseguenze ancora più distruttive.

— Forse potremmo farcela a tenerlo con noi — esclamò Bob all'improvviso. — Ci sono dei rischi, naturalmente, ma riusciremo a tenerlo a freno. Fra quattro anni — continuò, guardando Sarah, — verrà mandato fuori, con gli addetti alle strade, e da quel momento non costituirà più una minaccia per nessuno di noi. E, d'altra parte, avremo ancora bisogno di lui quando cominceremo a uscire dalla valle, per trovare le città. Lui può esplorare e scoprire i sentieri, sopravvivere da solo nel bosco, senza il pericolo di un tracollo mentale a causa della separazione. Avremo bisogno di lui.

Sarah annuì: — Ma se dovesse rendersi necessaria un'altra riunione come questa, a causa di Mark, possiamo accordarci fin d'ora che sarà l'ultima?

I fratelli Barry si scambiarono un'occhiata, poi annuirono, sia pure con riluttanza, e Barry parlò per tutti: — D'accordo. O lo domeremo, o ci sbarazzeremo di lui.

Il gruppo dei dottori ritornò nello studio di Barry, dove Mark li stava aspettando. Era in piedi accanto alla finestra, una piccola figura scura sullo sfondo del vivido bagliore del sole. Si girò di scatto a fissarli, e il suo viso sembrò scomparire, circondato dall'intensa aureola dei capelli rosso dorati.

— Che cosa farete di me? — chiese. La sua voce risuonò tranquilla.

— Vieni a sederti qui — gli disse Barry, prendendo posto dietro alla scrivania.

Il ragazzo attraversò la stanza e prese posto su una sedia, appollaiandosi sull'orlo, come se fosse pronto a saltar giù e a fuggir via.

— Rilassati — gli disse Bob, e si sedette a sua volta sull'orlo della scrivania. Con i cinque fratelli tutti presenti, la stanza sembrò all'improvviso molto affollata. Il ragazzo passò il suo sguardo dall'uno all'altro, e alla fine rivolse la sua attenzione a Barry, limitandosi però a fissarlo interrogativamente in silenzio.

Barry gli parlò della riunione appena conclusa, e parlandogli l'osservò, dicendo a se stesso che in Mark c'era un po' di Ben e un po' di Molly, mentre per il resto era andato nel lontano passato, ripescando qua e là nella grande riserva dei geni familiari, ed era perciò diverso da chiunque altro nella valle.

Mark lo ascoltò intento, così come faceva alle lezioni, quand'era interessato. Comprese tutto, e subito.

— Perché pensano che ciò che ho fatto sia così terribile? — chiese, quando infine Barry tacque.

Barry guardò i suoi fratelli, con espressione d'impotenza. Così sarebbe stato, inevitabilmente, sempre, voleva dir loro. Nessun terreno comune per una reciproca comprensione. Mark era alieno sotto ogni aspetto.

Improvvisamente, Mark chiese: — Come posso distinguervi?

— Non c'è alcun bisogno che tu cerchi di distinguerci — replicò Barry, con fermezza.

Allora Mark si alzò in piedi: — Devo andare a prendere la mia roba e portarla qui da voi?

— Sì. Fallo adesso, mentre gli altri sono a scuola. E torna subito qui.

Mark annuì. Giunto alla porta, indugiò, nuovamente fissò ciascuno di loro, uno alla volta, e disse: — Magari soltanto un piccolo, minuscolo segno colorato, sulla punta delle orecchie, o qualcosa di simile…?

Aprì la porta e si precipitò fuori, ed essi l'udirono che rideva mentre si allontanava correndo lungo il corridoio.

CAPITOLO VENTUNESIMO

Barry alzò gli occhi e fece girare lo sguardo per l'intera aula: vide Mark in fondo. Aveva un'aria sonnolenta e annoiata. Barry scrollò le spalle; che si annoiasse pure. Tre dei fratelli stavano lavorando nei laboratori, e il quarto era occupato negli alloggi delle riproduttrici. Quindi, per Mark, restava disponibile soltanto lui, Barry, e la lezione. Se la sarebbe dovuta sorbire tutta, anche se la noia l'avesse ucciso.

— Il problema che abbiamo sollevato ieri, se ricordate — riprese Barry, dopo una rapida occhiata ai suoi appunti, — è che non siamo ancora riusciti a scoprire le cause del declino dei ceppi di cloni dopo la quarta generazione. Finora, l'unico modo che abbiamo avuto di aggirare questo problema è consistito nel continuo rifornimento dei nostri stock tramite i bambini riprodotti sessualmente, che vengono clonati prima del terzo mese in utero. In questo modo siamo stati in grado di mantenere a un livello soddisfacente il numero delle nostre famiglie di fratelli e sorelle, ma bisogna ammettere che questa non è la soluzione ideale. Qualcuno sa dirmi quali sono gli svantaggi più ovvi di questo sistema? — Tacque, guardandosi intorno. — Karen?

— C'è una leggera differenza tra i bambini clonati in laboratorio e quelli nati da madri umane. C'è l'influenza prenatale e inoltre il trauma del parto, che in qualche modo alterano il bambino riprodotto sessualmente.

— Molto bene — annuì Barry. — Qualcuno ha commenti od osservazioni da fare?

— All'inizio si aspettava che un bambino avesse due anni, prima di clonarlo — disse Stuart. — Ora questo non viene fatto più, e ciò rende la famiglia unita come se fossero tutti cloni.

Barry tornò ad annuire, e poi invitò Carl a parlare, con un cenno.

— Se il bambino umano ha un difetto di nascita, causatogli da un trauma al momento del parto, è possibile distruggerlo, ma gli altri bambini clonati da esso saranno perfettamente a posto.

— Questo non si può certo definire uno svantaggio — commentò Barry, sorridendo. In risposta, un fremito di divertimento sembrò attraversare l'intera classe.

Barry attese che fosse ritornata la calma, poi riprese: — Il bagaglio genetico è imprevedibile, il suo passato è sconosciuto, i suoi costituenti così vari che, se il processo non viene attentamente controllato, c'è sempre il pericolo di produrre caratteristiche non volute. E il pericolo ancora più grave di perdere talenti troppo importanti per la nostra comunità. — Lasciò loro qualche istante perché afferrassero questo concetto, poi continuò: — L'unico metodo per assicurarci il nostro futuro, di assicurarci la continuità, è attraverso il perfezionamento del processo di clonazione, e per questa ragione abbiamo bisogno di ampliare i nostri esperimenti, le nostre ricerche, localizzando nuove fonti di materiale per sostituire ciò che si sta consumando, equipaggiando nuovi laboratori. E non basta localizzare nuove fonti di materiale, ma è indispensabile garantirci un collegamento sicuro con esse.