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— Quali cose?

Mark scrollò le spalle con un gesto d'impotenza. — Le cose — ripeté. Il suo sguardo passò dall'uno all'altro fratello, poi scrollò nuovamente le spalle.

— Riusciresti a trovarli? — gli chiese Bruce. La sua voce suonò aspra; profonde rughe gli solcavano il viso.

— Sì.

— Andiamo — disse Barry.

— Noi due? — chiese Mark.

— Sì.

Mark sembrò dubbioso. — Potrei farcela prima da solo — disse.

Barry avvertì l'inizio di un brivido, e si allontanò dalla scrivania con un movimento brusco. Ora si controllava rigidamente. — Non da solo — ribatté. — Voglio che tu mi mostri queste cose che vedi, come riesci a trovare la strada dove non c'è alcun sentiero. Andiamo, prima che si faccia ancora più tardi. — Fissò il ragazzo, la sua corta tunica e i piedi scalzi.

— Vai a cambiarti — gli disse.

— Questo va benissimo, per lassù — ribatté Mark. — Non c'è niente sotto gli alberi, lassù.

Barry continuò a pensare alle sue parole, mentre si dirigevano verso il bosco. Guardò il ragazzo, ora davanti a lui, ora al suo fianco, che inspirava l'aria, felice, come se il bosco silenzioso e oscuro fosse la sua casa.

Salirono in fretta lungo il pendio e ben presto furono nel folto della foresta, dove gli alberi avevano raggiunto la piena maturità e creato un tetto che, compatto sopra le loro teste, sbarrava completamente il passaggio al sole. Niente ombre, nessun modo di riconoscere la giusta direzione, pensò Barry, respirando a fatica mentre si sforzava di tenere il passo di quell'agile ragazzo. Mark non esitava mai, non si fermava mai, ma si muoveva sicuro, senza esitazioni, senza che Barry potesse mai dire quali tracce avesse trovato, e come facesse a capire che doveva dirìgersi verso una data direzione e non verso quella opposta. Avrebbe voluto chiederglielo, ma il fiato gli bastava a stento per arrampicarsi. Sudava, e gli sembrava che i suoi piedi fossero di piombo mentre seguiva il ragazzo.

— Riposiamoci un minuto — disse infine, ansante. — Mostrami almeno un segno che sono veramente passati di qua.

Mark sembrò sorpreso da questa domanda: — Tutto dimostra che sono passati di qua — disse. Indicò l'albero sul quale Barry si era appoggiato: — Quello è un albero di noci amare… vedi? Ecco le noci. — Rimosse uno strato di terriccio e mise allo scoperto parecchie noci, mezze marcite. — I ragazzi ne hanno trovata qualcuna, ma quando hanno visto che non erano commestibili, le hanno buttate via, qua, vedi? E questo germoglio — lo indicò a Barry con la mano, — qualcuno l'ha piegato col suo peso fino a terra, e non si è ancora raddrizzato. E le impronte dei loro piedi hanno lasciato i segni sul terreno e sulle foglie che ricoprono il suolo. È come se fosse tutto scritto: per di qua… e per di qua.

Barry riusciva a distinguere i segni, quando Mark glieli indicava, ma bastava che girasse la testa e guardasse altrove, e gli sembrava di vedere altre impronte di piedi, dappertutto.

— No — gli spiegò Mark. — Quella è stata l'acqua. Sono i solchi di scorrimento quando la neve si è sciolta. È diverso.

— Come hai imparato tutte queste cose sul bosco? Molly?

Mark annuì. — Ella non avrebbe mai potuto smarrirsi. Non poteva dimenticare l'aspetto che avevano le cose, e se le vedeva un'altra volta, allora sapeva il punto esatto dove si trovava. E l'ha insegnato anche a me. Oppure anch'io sono nato con questo dono, e lei mi ha insegnato a usarlo. Neppure io posso smarrirmi.

— Puoi insegnarlo ad altri?

— Credo di sì. Ora che l'ho fatto vedere a te, tu potresti farmi da guida, non è vero? — Si era girato e si era messo a scrutare il folto. Poi tornò a voltarsi verso Barry. — Sai da che parte andare, non è vero?

Barry si guardò attentamente intorno. Riconobbe le impronte dei piedi sul sentiero che avevano appena percorso, là dove Mark gliele aveva appena fatte notare. Vide il solco scavato dall'acqua. E poi si affannò a cercare qualche segno della strada che ora avrebbero dovuto seguire. Ma non vide nulla, per quanto aguzzasse gli occhi. Tornò a guardare Mark, il quale stava sogghignando. — No — disse — non so da che parte andare, neppure adesso.

Mark scoppiò a ridere: — Perché il terreno è roccioso — esclamò. — Vieni. — Si rimise in moto, questa volta tenendosi sull'orlo di una pista rocciosa.

— Ma come fai a sapere che sono passati di qui? — chiese Barry. — Non c'è traccia di loro fra le rocce.

— Perché non c'è alcun segno di loro da nessun'altra parte. Quindi, devono per forza esser passati sopra le rocce… Ecco! — Indicò qualcosa, e c'era un altro alberello piegato, questo però era più robusto, le radici più profonde. — Qualcuno l'ha piegato in basso, e poi l'ha lasciato rimbalzare all'insù. Probabilmente è stato più d'uno a farlo, poiché non si è ancora del tutto raddrizzato. E qui, vedi?, vi sono numerosi frammenti di roccia smossi a calci.

La pista rocciosa continuò a scendere e diventò il letto di un fiumiciattolo. Mark ne osservò attentamente i bordi, e ben presto tornò a voltarsi verso Barry, mostrandogli altre tracce di piedi lungo il cammino. Il bosco si era fatto più folto, l'oscurità ancora più fitta. Una compatta distesa di alberi sempreverdi copriva il pendio che avevano cominciato a scendere: a volte furono costretti ad avanzare serpeggiando fra i rami di abete che s'intrecciavano gli uni agli altri per lunghi tratti. Il suolo era bruno, reso elastico dalla lenta, continua caduta di aghi, una generazione dopo l'altra.

Barry si sorprese a trattenere il fiato per non turbare il silenzio dell'immensa foresta, e comprese infine perché gli altri avevano parlato di una presenza, di qualcosa che sembrava osservarli mentre si muovevano nel folto della vegetazione. Il silenzio era così profondo che sembrava d'essere immersi in un mondo di sogno, in cui le bocche continuavano ad aprirsi e a chiudersi senza emettere alcun suono, dove gli strumenti dei musicisti non avrebbero potuto emettere alcuna nota. Qui, chiunque si fosse messo a urlare, sarebbe giunto a lacerarsi i polmoni senza far udire intorno a sé il più sottile lamento. E alle sue spalle Barry percepiva gli alberi che si chiudevano sempre più su di lui.

Poi, all'improvviso, come se la cosa fosse andata maturando da lungo tempo ed egli ne fosse diventato consapevole solo adesso, scoprì che stava ascoltando qualcosa sopra e oltre il silenzio, qualcosa… come una voce o più voci che si fondevano in bisbigli troppo lontani perché fosse possibile intendere le parole. Come Molly, pensò lui, e un brivido di paura l'attraversò. Le voci cessarono. Mark si era fermato e si stava nuovamente guardando intorno.

— Qui sono tornati indietro — disse. — Devono aver consumato il loro pasto lassù ed essersi rimessi in viaggio verso casa, ma qui si sono smarriti. Vedi, sono passati troppo oltre, deviando senza accorgersene, e si sono allontanati sempre più dalla strada percorsa all'andata.

Barry non riuscì a veder nulla che indicasse che veramente avevano fatto tutto questo, e si rese conto ancora di più di essere impotente in quell'oscura foresta: lui avrebbe potuto soltanto seguire il ragazzo, dovunque questi lo avesse condotto.

Ripresero dunque a seguire il pendio, gli abeti si diradarono e si trovarono davanti a un ruscello bordato da due file di pioppi tremuli.

— Ci sarebbe quasi da pensare che non l'avessero mai visto prima — disse, in tono disgustato. Ora aveva preso ad avanzare più in fretta. Poi si arrestò, un fugace sorriso aleggiò sul suo viso, per poi lasciare il posto a un'espressione preoccupata. — Qui qualcuno di loro si è messo a correre — indicò. — Aspettami qui, ora andrò a vedere se si sono nuovamente riuniti più avanti, o se invece qualcuno di loro preso dal panico, si è precipitato di corsa fra gli alberi, rimanendo isolato.

Letteralmente svanì nel folto, prima ancora di aver finito di parlare, e Berry si lasciò cadere al suolo, in attesa di vederlo ricomparire. Le voci ripresero quasi all'istante. Barry fissò gli alberi che apparivano immobili, e si rese conto che era il vento, in alto, ad agitare le loro cime, producendo quei suoni simili a bisbigli. Nonostante ciò, si sforzò ancora, più volte, di percepire le parole… L'istinto era più forte di lui, e allora schiacciò la testa fra le ginocchia, tentando d'imporre alle voci il silenzio.