Mark si svegliò di colpo, tremando tutto, il corpo intriso di sudore. Il fuoco che aveva acceso era un debole bagliore nella tenebra. Lo alimentò con cautela, soffiò sulle proprie mani gelate mentre aspettava che i pezzi di legno marcio bruciassero, vi aggiunse ramoscelli, poi rami più grossi. Anche se ben presto sarebbe giunta l'alba e lui avrebbe dovuto estinguere il fuoco, lo alimentò ugualmente finché non fu ben caldo e luminoso. Poi si rannicchiò accanto ad esso. Ora non tremava più, ma quella visione d'incubo persisteva, e lui voleva luce e calore. E non voleva esser solo.
Nei quattro giorni successivi viaggiò molto in fretta e nel pomeriggio del quinto giunse nell'area di Washington. Infine, avvistò il punto dove la barca a ruote era stata ormeggiata e i fratelli e le sorelle erano sbarcati per raggiungere da lì i depositi del prezioso materiale.
I fratelli Peter gli corsero incontro, lo aiutarono a ormeggiare la canoa, lo alleggerirono dello zaino, parlando per tutto il tempo.
— Gary ha detto che avresti dovuto recarti subito al deposito, non appena arrivavi — disse uno dei Peter.
— Finora abbiamo avuto soltanto sei infortuni — esclamò un altro, tutto eccitato. — Braccia e gambe rotte, roba del genere. Niente di quello che hanno avuto gli altri gruppi in passato. Ce la stiamo facendo!
— Gary ha detto che ci metteremo in viaggio per Baltimora o Filadelfia entro la fine della settimana.
— Abbiamo qui una mappa per mostrarti in quale deposito stiamo lavorando in questo momento.
— Abbiamo tirato fuori roba da riempire quattro barche…
— Abbiamo fatto a turno. Quattro giorni qui a ricevere la roba e a prepararla per essere caricata, a cucinare per tutti, poi quattro giorni nei depositi a cercare altra roba e a trasportarla fin qui…
— Non è male, qui, non come pensavamo che sarebbe stato. Non so perché gli altri abbiano avuto tanti problemi.
Mark li seguì barcollando per la stanchezza. — Ho fame — disse.
— Stiamo preparando della minestra per la cena — disse uno dei Peter. — Ma Gary ha detto…
Mark li sorpassò, entrò nell'edificio che usavano come quartier generale. L'odore della minestra lo avvolse. Si servì, e prima ancora di aver finito di mangiare si sentì avvolgere irresistibilmente dal sonno, al punto che non riuscì più a tenere gli occhi aperti. I ragazzi continuavano a parlare dei loro successi. — Dove sono i letti? — chiese Mark, interrompendoli.
— Non vai al deposito come ha detto Gary?
— No. Dove sono i letti?
— Ci metteremo in viaggio per Filadelfia domattina — disse Gary, in tono soddisfatto. — Hai fatto un ottimo lavoro, Mark. Quanto tempo impiegheremo ad arrivare a Filadelfia?
Mark scrollò le spalle. — Non sono andato a piedi, perciò non lo so. Vi ho mostrato i tratti paludosi, probabilmente invalicabili a piedi. Comunque, se riuscirete a trovare un passaggio, probabilmente otto o dieci giorni. Ma è essenziale che abbiate con voi dei misuratori di radioattività.
— Ti sbagli, Mark. Non può esserci nessuna radioattività. Non eravamo in guerra, sai. Qui non fu sganciata nessuna bomba. I nostri anziani ci avrebbero avvertiti.
Mark tornò a scrollare le spalle.
— Ci affidiamo a te per arrivare fin lì — proseguì Gary. Ora sorrideva. Aveva ventun anni.
— Non verrò — disse Mark.
Gary e i suoi fratelli si scambiarono un'occhiata. Gary replicò: — Che cosa intendi dire? È il tuo lavoro.
Mark scosse la testa: — Il mio lavoro era di scoprire dov'erano le città, se contenevano ancora qualcosa. So che è possibile raggiungerle per via d'acqua. Non so se è possibile raggiungerle a piedi. So che c'è stata della radioattività, e tornerò nella valle a riferirlo.
Gary si alzò in piedi e cominciò ad arrotolare la mappa sulla quale avevano segnato la posizione delle paludi, i cambiamenti nel profilo della costa, la via d'acqua intercosta ormai ridotta a un acquitrino. Disse, senza guardare Mark: — In questa spedizione tutti sono ai miei ordini. Tutti.
Mark non si mosse.
— Ti ordino di venire con noi — proseguì Gary, e adesso guardò Mark.
Mark scosse la testa: — Non riuscirete ad arrivare fin lì e a ritornare prima che cambi il tempo — dichiarò. — Tu e i tuoi fratelli non sapete niente delle foreste. Avrete le stesse difficoltà che hanno avuto le prime spedizioni che sono venute a Washington. E i ragazzi non sanno far niente se nessuno gli dice di farlo. E se tutto quello che c'è a Filadelfia fosse radioattivo? Se lo porterete indietro con voi, ucciderete tutti gli altri. Io ritorno alla valle.
— Tu prenderai gli ordini, come chiunque altro! — urlò Gary. — Tenetelo qui! — Fece un cenno a due fratelli e insieme ad essi uscì in fretta dalla stanza. Gli altri tre rimasero insieme a Mark, il quale era ancora seduto a gambe incrociate sul pavimento, dov'era rimasto fin dall'inizio dell'incontro.
Gary tornò dopo pochi minuti. Stringeva nelle mani parecchie lunghe striscie di corteccia di betulla. Mark balzò in piedi e protese istintivamente le mani verso la corteccia. Era della sua canoa.
Gary gli gettò addosso le strisce di corteccia. — Ora capirai, spero. Partiamo domattina presto. Farai meglio a riposarti un altro po'.
Mark li lasciò senza dire una parola. Si recò al fiume ed esaminò l'imbarcazione distrutta. Poco dopo accese un fuoco, e quando le fiamme si alzarono vivide vi spinse in mezzo un'estremità dell'imbarcazione, e continuò a tenervela, spostando man mano il relitto, finché le fiamme non lo ebbero consumato tutto.
La mattina dopo, quando i ragazzi si riunirono per iniziare il lungo e faticoso viaggio per Filadelfia, Mark non era con loro. Il suo zaino era scomparso, e lui risultò introvabile. Gary e i suoi fratelli si consultarono rabbiosamente e decisero di mettersi in cammino senza di lui. Disponevano di mappe attendibili, che lo stesso Mark aveva corretto. I ragazzi erano quasi tutti bene addestrati. Non c'era nessuna ragione di sentirsi così legati alla presenza di un quattordicenne. Partirono, ma ugualmente si sentirono avvolti da una vaga coltre d'inquietudine.
Mark li osservò da lontano, seguendoli per tutta la giornata. Quando quella notte si accamparono, la loro prima notte nel cuore della foresta, lui si trovava su un albero lì vicino.
I ragazzi si comportavano bene, pensò con soddisfazione. Fino a quando i diversi gruppi non si fossero separati, tutto sarebbe andato bene. Ma i fratelli Gary erano chiaramente nervosi. Trasalivano ad ogni rumore.
Egli attese finché il campo non fu immerso nel silenzio, e poi, sempre appollaiato sull'albero, in un punto da cui poteva vederli senza essere visto, cominciò a gemere. Sulle prime nessuno prestò attenzione ai suoni che stava producendo, ma poco dopo Gary e i suoi fratelli cominciarono a scrutare ansiosamente il bosco e a guardarsi l'un l'altro. Mark gemette più forte. Ora i ragazzi si stavano visibilmente agitando. La maggior parte di loro era addormentata quando lui aveva cominciato. Ora tutto il campo era in preda a un fremito crescente.
— Woji! — gemette Mark, con voce sempre più alta. — Woji! Woji! — Era certo, ormai, che nessuno, laggiù, stesse più dormendo. — Woji dice tornare indietro! Woji dice tornare indietro! — Mantenne la sua voce su toni cavernosi, passando più volte la mano davanti alla bocca. Ripeté le parole molte volte, e terminò ogni messaggio con un debole gemito che terminava con uno stridìo acuto. Dopo un po' una nuova parola: — Pericolo, pericolo, pericolo.
S'interruppe nel bel mezzo del quarto «pericolo» perfino lui, adesso, era ben conscio della foresta che ascoltava. I fratelli Gary cominciarono a girare tra gli alberi, intorno al campo, impugnando delle torce, cercando qualcosa, qualsiasi cosa… Si tennero l'uno vicino all'altro mentre conducevano la ricerca. Molti dei ragazzi si erano rizzati a sedere, stringendosi il più possibile vicini al fuoco. Passò parecchio tempo prima che tutti tornassero a distendersi, cercando di riaddormentarsi. Mark si appisolò sull'albero, e quando si risvegliò all'improvviso, ripeté l'ammonimento, ancora una volta arrestandosi nel mezzo di una parola: questa parola troncata a metà faceva un effetto, per qualche ragione, assai peggiore sulla gente del campo, là sotto. Si ricominciò, perciò, l'inutile ricerca intorno al campo, i fuochi furono alimentati, i ragazzi tornarono a rizzarsi a sedere per la paura. Verso l'alba, quando ancora le tenebre erano profonde nella foresta, Mark cominciò a ridere: una risata stridula, inumana, che sembrò echeggiare da ogni punto del bosco.