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Il giorno successivo era freddo e piovigginoso; la nebbia aleggiava su tutto, e si sollevò solo impercettibilmente col passare delle ore. Mark aggirò quel gruppo di sbandati, ora bisbigliando alle loro spalle, ora sulla sinistra, ora sulla destra, ora celandosi davanti a loro, a volte da sopra le loro teste. Verso metà pomeriggio l'avanzata si era fatta lentissima, e i ragazzi parlavano apertamente di disobbedire a Gary e di ritornare a Washington. Mark constatò con soddisfazione che anche due dei fratelli Gary si erano schierati dalla parte dei ragazzi.

— Ahuuuu! Woji! — ululò Mark, e all'improvviso due gruppi di ragazzi fecero dietro-front precipitandosi via di corsa. — Woji! Pericolo!

Adesso anche altri si voltarono, e si unirono alla fuga; Gary urlò dietro ai fuggitivi, ma invano; infine anche lui e i suoi fratelli si affrettarono a ripercorrere la strada già fatta.

Mark, ridendo tra sé, si allontanò con passo svelto. Si diresse a ovest, dritto verso la valle.

Bruce era in piedi accanto al letto dove il ragazzo stava dormendo. — Si riprenderà?

Bob annuì: — Molte volte è stato sul punto di riprender conoscenza. Per la maggior parte del tempo ha farfugliato di neve e ghiaccio. Mi ha riconosciuto quando l'ho visitato, stamattina.

Bruce annuì. Mark aveva dormito per quasi trenta ore. Fisicamente era fuori pericolo (e, forse, non era mai stato veramente in pericolo). Niente che il riposo e il cibo non potessero curare, comunque; ma i suoi farfugliamenti sul «muro bianco» erano parsi folli. Barry aveva ordinato che tutti lasciassero solo il ragazzo, finché non si fosse svegliato spontaneamente. Barry era rimasto con lui la maggior parte del tempo, e sarebbe tornato entro un'ora. Nessuno avrebbe potuto far niente finché Mark non si fosse svegliato.

Quel pomeriggio, più tardi, Barry mandò a chiamare Andrew, il quale aveva chiesto di essere presente quando Mark avesse cominciato a parlare. Si sedettero su entrambi i lati del letto e osservarono il ragazzo che si agitava, destandosi dal profondo sonno durante il quale era rimasto immobile come un morto.

Mark aprì gli occhi e vide Barry: — Non mettermi all'ospedale — disse con un filo di voce, e tornò a chiudere gli occhi. Poco dopo li riaprì e si guardò intorno, quindi tornò a fissare Barry: — Sono già all'ospedale, non è vero? C'è qualcosa che non va… in me?

— No, no — si affrettò a rispondere Barry. — Sei svenuto per l'esaurimento e la fame. Tutto qui.

— Allora vorrei ritornare nella mia stanza — fece Mark, e cercò di alzarsi.

Barry lo spinse giù con dolcezza: — Mark, per favore, non aver paura di me. Ti prometto che non ti farò del male, né adesso né mai. Te lo giuro. — Per un attimo il ragazzo resistette alla pressione delle sue mani, poi si lasciò andare. — Grazie, Mark — disse Barry. — Te la senti di parlare adesso?

Mark annuì: — Ho sete — balbettò. Inghiottì moltissima acqua. Poi cominciò a descrivere il suo viaggio verso nord. Lo raccontò in ogni particolare, descrisse perfino il modo in cui aveva spaventato Gary e i suoi fratelli, mettendo in fuga la spedizione per Filadelfia. Si accorse che Andrew aveva stretto le labbra a quella parte della storia, ma continuò a fissare Barry e raccontò tutto fino in fondo.

— E poi sei ritornato indietro — concluse Barry. — Come?

— Ho attraversato i boschi. Ho costruito una zattera per attraversare il fiume.

Barry annuì. Sentiva il desiderio di piangere, e non sapeva perché. Batté la mano sul braccio di Mark. — Ora riposati — gli disse. — Gli faremo sapere che devono fermarsi a Washington finché non avranno trovato qualche rivelatore di radiazione.

— Impossibile — esclamò Andrew rabbiosamente non appena usciti dalla stanza. — Gary aveva perfettamente ragione a voler proseguire per Filadelfia. Quel ragazzo ha distrutto in una notte un intero anno di addestramento!

— Verrò anch'io — aveva detto Barry, e adesso era insieme a Mark a Washington. Due dei dottori più giovani l'avevano accompagnato. I giovani membri della spedizione erano spaventati e disorganizzati; il lavoro si era bloccato, ed essi erano rimasti ad attendere nel deposito principale che arrivasse qualcuno a dar loro istruzioni.

— Quando si sono messi di nuovo in viaggio? — chiese Barry.

— Subito il giorno dopo che erano ritornati qui — disse uno dei giovani rimasti.

— Quaranta ragazzi! — borbottò Barry. — E sei imbecilli. — Si rivolse a Mark: — Riusciremo a rimediare a qualcosa, se cominceremo a seguirli questo pomeriggio?

Mark scrollò le spalle: — Potrei farlo io da solo?

— No, non da solo. Anthony ed io verremo con te, e Alister rimarrà qui per assicurarsi che le cose si mettano nuovamente in moto.

Mark fissò dubbioso i due dottori. Anthony era pallido e Barry sembrava a disagio.

— Hanno avuto a disposizione undici giorni — disse Mark. — A quest'ora dovrebbero esser giunti alla città, sempre che non si siano smarriti. Non credo che farà molta differenza se partiremo adesso o aspetteremo fino a domattina.

— Domattina, allora — replicò brevemente Barry. — Non ti farà male un'altra notte di sonno.

Viaggiarono in fretta, e ogni tanto Mark fece notare dove gli altri si erano accampati, dove erano usciti di strada, dove si erano resi conto del loro errore, ritornando nella giusta direzione. Il secondo giorno egli strinse le labbra e si mostrò arrabbiato, ma non disse nulla fino al tardo pomeriggio.

— Troppo a ovest, e hanno continuato a deviare sempre di più — disse. — Se non si sono diretti nuovamente a est, possono aver completamente mancato Filadelfia. Devono aver tentato di aggirare le paludi.

Barry era troppo stanco per preoccuparsi, e Anthony si limitò a grugnire. Per lo meno, pensò Barry, stendendosi accanto al fuoco, la notte erano troppo stanchi per prestare orecchio ai rumori strani, e quella era una buona cosa. Cadde addormentato mentre ancora stava pensando a questo.

Il quarto giorno Mark si fermò e indicò qualcosa davanti a loro. Sulle prime Barry non riuscì a distinguere alcuna differenza, ma poi si rese conto che davanti a loro vi era un esempio di quella crescita deforme di cui Mark aveva parlato. Anthony tirò fuori il contatore Geiger, e questo cominciò subito a registrare. Il segnale si fece sempre più insistente a mano a mano che avanzavano, e Mark deviò allora sulla sinistra, tenendosi ben distante dall'area radioattiva.

— Sono entrati in città, non è vero? — chiese Barry.

Mark annuì. Continuarono a tenersi distanti dal terreno contaminato, e quando il contatore ticchettava il suo ammonimento, essi tornavano a spostarsi verso sud, finché non si acquietava di nuovo. Quella sera decisero di continuare a muoversi verso ovest, fino a quando non fossero riusciti ad aggirare l'area radioattiva, entrando a Filadelfia da quella direzione, se fosse stato possibile.