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Ogni notte ella veniva da lui e gli insegnava ciò che le avevano insegnato le sue sorelle e gli altri uomini; la sua gioia giunse a tali intensità che Mark si chiese come gli altri avessero potuto sopportarla prima di lui, come lui stesso potesse sopportarla.

Ogni pomeriggio egli correva alla vecchia casa, dove stava eseguendo un ciondolo. Rappresentava il sole, cinque centimetri di diametro, modellato nella creta: vi aveva applicato tre strati di pittura gialla; ve ne aggiunse un quarto. Nella vecchia casa rilesse i capitolo sulla fisiologia, le reazioni sessuali, la femminilità, tutto ciò che riuscì a trovare che in qualche modo trattasse della sua felicità.

Una notte, ben presto, lei avrebbe detto di no, ed egli le avrebbe offerto il ciondolo per mostrarle che capiva, e le avrebbe letto qualcosa. Poesie. Sonetti di Shakespeare o di Wordsworth, qualcosa di tenero e romantico. E dopo le avrebbe insegnato a giocare a scacchi, ed essi avrebbero trascorso delle serate platoniche, imparando tutto ciò che c'era da imparare l'uno dall'altro.

Diciassette notti, pensò, ad aspettare che giungesse quel momento. La coperta era tesa a coprire la finestra, la sua stanza era pulita, preparata. Quando la porta della sua stanza si aprì e Andrew comparve sulla soglia, Mark balzò in piedi in preda al panico.

— Che cosa c'è che non va? È successo qualcosa a Rose? Che cosa è successo?

— Vieni con me — disse imperiosamente Andrew. Dietro di lui Mark intravide uno dei suoi fratelli.

— Dimmi che cosa c'è che non va! — urlò Mark, e cercò di scivolar oltre i due fratelli, fuggendo via di corsa, ma i due dottori lo agguantarono per le braccia e lo trattennero. — Ti porteremo da lei — fece Andrew.

Mark smise di divincolarsi e una nuova freddezza sembrò impadronirsi di lui. Senza profferir parola attraversarono l'edificio, uscirono all'estremità opposta, e seguendo i sentieri scavati in mezzo alla neve raggiunsero uno dei dormitori. Ora Mark riprese a lottare, ma subito desistette e permise che lo conducessero fino a una delle stanze. Si arrestarono davanti alla porta, poi Andrew diede a Mark una leggera spinta ed egli irruppe dentro da solo.

— No! — gridò. — No!

C'era un groviglio di corpi nudi che si facevano l'un l'altro tutte le cose di cui ella gli aveva parlato. Al suo grido d'angoscia ella sollevò la testa, così come fecero tutti gli altri, ma lui seppe che era Rose colei che i suoi occhi avevano scelto istintivamente. Era inginocchiata, un fratello era dentro di lei; ella aveva appena strofinato il naso contro una delle sorelle.

Poté vedere le loro bocche che si muovevano, seppe che stavano parlando, urlando. Mark si girò di scatto e si mise a correre. Andrew gli si parò dinanzi, la sua bocca si aprì, si chiuse, si riaprì. Mark serrò la mano a pugno e colpì alla cieca, prima Andrew, poi l'altro dottore.

— Dov'è? — chiese Barry. — Dov'è andato a quest'ora di notte?

— Non lo so — disse Andrew imbronciato. Aveva la bocca gonfia, e gli faceva male.

— Non avresti dovuto fargli questo! È naturale che la sua prima esperienza del sesso l'abbia eccitato tanto! Che cosa credevi che gli sarebbe successo? Non ha mai avuto rapporti con nessuno! Perché questa sciocca ragazza è venuta da te?

— Lei non sapeva che cosa fare. Aveva paura di dirgli di no. Aveva cercato di spiegargli tutto, ma lui non aveva voluto ascoltare. Le ordinava di ritornare notte dopo notte.

— Perché non siete venuti da noi ad informarci? — chiese Barry con amarezza. — Che cosa ti ha fatto pensare che un simile trattamento traumatizzante avrebbe risolto il problema?

— Sapevo che avresti detto di lasciarlo in pace. Lo dici qualunque cosa lui faccia. Lasciatelo in pace, le cose si aggiusteranno da sole. Ero più che convinto che non si sarebbero aggiustate.

Barry andò alla finestra e guardò la notte fredda e nera. Lo spessore della neve superava il metro, e quasi ogni notte la temperatura scendeva intorno allo zero.

— Tornerà quando farà troppo freddo — disse Andrew. — Tornerà infuriato con tutti noi, e con me in particolare. Ma tornerà. Noi siamo tutto quello che ha. — Si voltò e se ne andò.

— Ha ragione — disse Bruce. La stanchezza era disegnata sul suo volto. Barry gli lanciò un'occhiata, poi guardò gli altri che erano rimasti silenziosi mentre Andrew riferiva. Erano preoccupati per il ragazzo quanto lui, e stanchi quanto lui della catena infinita di guai causati da Mark.

— Non può andare alla vecchia casa — fece Bruce, un attimo dopo. — Sa che là dentro finirà per gelare. Il camino è ostruito, non potrà accendere il fuoco. E allora… il bosco. Ma neppure lui può sopravvivere nel bosco, in una notte come questa.

Andrew aveva mandato una dozzina di fratelli più giovani a perquisire tutti gli edifici, perfino gli alloggi delle riproduttrici; un altro gruppo era stato mandato alla vecchia casa, per darle ad ogni buon conto un'occhiata. Non avevano trovato alcun segno di Mark.

E verso l'alba ricominciò a nevicare.

Mark aveva trovato la caverna per puro caso. Un giorno, raccogliendo bacche sul dirupo sovrastante la fattoria, aveva sentito una corrente d'aria fredda soffiargli sulle gambe nude, e ne aveva scoperto l'origine. Un buco nella collina, il punto dove due rocce calcaree si univano, ma sfalsate di qualche metro, lasciando quindi un'intercapedine di forma irregolare. Ce n'erano altre di simili cavità: Mark ne aveva trovate parecchie; e poi c'era la grande caverna che ospitava i laboratori.

Mark aveva scavato dietro una lastra calcarea, allargando la fessura quel tanto che gli aveva consentito di passare. La caverna iniziava con uno stretto cunicolo, poi si allargava in una cavità più ampia, nuovamente si restringeva, per aprirsi infine in una seconda cavità di rispettabili dimensioni. Col passare degli anni, da quando l'aveva scoperta, Mark vi aveva portato dentro legna da ardere, indumenti, coperte, cibo.

Quella notte egli si rannicchiò nella seconda cavità e fissò, impassibile, il fuoco che aveva acceso, certo che nessuno l'avrebbe mai scoperto. Li odiava tutti, soprattutto Andrew e i suoi fratelli. Non appena la neve si fosse sciolta, sarebbe scappato via, per sempre. Sarebbe andato a sud. Si sarebbe costruito una canoa più lunga, questa volta di cinque metri e mezzo, e avrebbe rubato provviste sufficienti a proseguire il viaggio fino al Golfo del Messico. Che addestrassero da soli i ragazzi e le ragazze, che scovassero loro i depositi con quel materiale tanto prezioso, che schivassero le distese radioattive pericolose, se ci riuscivano. Egli avrebbe bruciato tutto, nella valle. Poi sarebbe partito.

Fissò le fiamme fino a quando non sentì gli occhi ardergli per la luce vivida e il calore. Non c'erano voci, nella caverna, soltanto il fuoco che scoppiettava e crepitava. Le fiamme traevano sprazzi di luce dalle stalattiti e dalle stalagmiti, barbagli rossi e dorati. Invisibili correnti tenevano discosto il fumo dal suo viso, l'aria era buona, là dentro, e dopo il gelo della notte, là fuori, il calore gli accarezzava il corpo, piacevolmente. Pensò a quando lui e Molly si erano nascosti sul fianco della collina accanto all'ingresso della caverna, mentre Barry e i suoi fratelli li cercavano. Il pensiero di Barry lo spinse a torcere la bocca. Barry, Andrew, Warren, Michael, Ethan… tutti dottori, tutti uguali. Come li odiava!

Si arrotolò nella sua coperta e quando chiuse gli occhi vide di nuovo Molly, che gli sorrideva dolcemente mentre giocava a scacchi con lui, o quand'era intenta a scavare il fango perché lui lo modellasse. E, all'improvviso, le lagrime gli sgorgarono dagli occhi.