Lui non aveva mai esplorato la caverna oltre la seconda cavità, ma nei giorni successivi iniziò un'esplorazione sistematica. C'erano molte piccole aperture sulle pareti della cavità, ed egli penetrò in tutte, ispezionandole una ad una con cura, finché non era costretto a fermarsi a causa di un cunicolo bloccato, di un precipizio, o di un soffitto così alto che gli era impossibile arrivare fin lassù a cercare gli imbocchi di altre gallerie. S'illuminava la strada con torce, non poche volte si comportò imprudentemente, scalando le rocce, ma non gl'importava di cadere. Ben presto perse il conto dei giorni che aveva trascorso nella caverna; quando aveva fame, mangiava, quando aveva sete, andava all'ingresso, raccoglieva un po' di neve e la portava dentro dove la faceva fondere. Dormiva quando aveva sonno.
Durante una delle sue ultime escursioni esplorative udì dell'acqua scorrere, e si arrestò di colpo. Sapeva di aver percorso un lungo tratto, più di un miglio, forse due. Cercò di ricordare quanto fosse lunga la sua torcia quando si era incamminato. Era stata quasi intera, ricordò, e ora era ridotta a meno di un terzo. Portava appesa una seconda torcia alla cintura in caso di bisogno, ma non era mai andato, prima, così avanti da aver bisogno della seconda torcia per ritornare indietro.
Prima di giungere alla caverna in cui scorreva il fiume dovette accendere la seconda torcia. Ora provò una rinnovata eccitazione, quando si rese conto che quella doveva essere la stessa acqua che scorreva attraverso la caverna del laboratorio. Si trattava di un unico sistema idraulico, dunque, e i due sistemi di caverne erano collegati proprio dal passaggio che si era scavato il fiume, perché non erano state trovate aperture.
Mark seguì il fiume fino a quando esso non sparì in un buco della parete della caverna; avrebbe dovuto gettarsi sott'acqua e nuotare, se avesse voluto proseguire. Si accovacciò e fissò il buco. Il fiume compariva nella caverna del laboratorio proprio attraverso un buco simile a quello.
Decise che sarebbe ritornato lì in seguito, meglio fornito di corde e di torce, e si voltò per far ritorno alla grande cavità dove lo aspettavano il fuoco e il cibo. Ora prestò attenzione alla torcia, così da poter calcolare quanta distanza stava percorrendo, quanto fosse lontana dalla sua caverna quella parete rocciosa che lo separava dall'altro tratto del mondo sotterraneo che gli era così familiare, coi suoi laboratori che sull'altro lato erano in comunicazione con l'ospedale oltre il quale vi era la zona dei dormitori.
Dormì ancora una volta nella sua caverna; il giorno seguente la lasciò e fece ritorno alla comunità. Egli aveva mangiato molto poco negli ultimi giorni; aveva fame ed era molto stanco.
La neve aveva considerevolmente aumentato il suo spessore dalla notte in cui era fuggito, e quando sbucò fuori nella valle stava ancora nevicando. Era quasi buio quando arrivò all'edificio dell'ospedale ed entrò. Vide parecchie persone, ma non parlò con nessuna e si recò direttamente nella sua stanza; qui si sfilò parte dei vestiti e cadde sul letto.
Era quasi addormentato quando Barry comparve improvvisamente sulla soglia.
— Ti senti bene? — gli chiese Barry.
Mark annuì in silenzio. Barry esitò un attimo, poi entrò. Si fermò accanto al letto. Mark sollevò lo sguardo su di lui senza parlare. Barry allungò la mano, gli toccò le guance, poi i capelli.
— Hai freddo? — disse. — Hai fame?
Mark annuì.
— Ti porterò qualcosa — annuì Barry. Ma prima di aprire la porta si girò di nuovo. — Mi spiace — disse. — Mark, mi spiace veramente. — E se ne andò in fretta.
Quando Barry se ne fu andato, Mark si rese conto che l'avevano creduto morto e l'espressione che aveva visto sul volto di Barry era la stessa che ricordava di aver visto sulla faccia di Molly molto tempo prima.
Ma non gì'importava… non gl'importava affatto, pensò. Ora non potevano fare assolutamente nulla per rimediare a ciò che avevano perpetrato contro di lui. Essi lo odiavano e credevano che lui fosse debole, pensavano di poterlo controllare così come facevano con i cloni. Ma si sbagliavano. Non era sufficiente che Barry dicesse che era pentito; tutti si sarebbero pentiti, prima che lui l'avesse finita con loro.
Quando sentì che Barry tornava col cibo, chiuse gli occhi e finse di essere addormentato: non voleva vedere un'altra volta quell'espressione tenera e vulnerabile.
Barry lasciò giù il vassoio, e quando se ne fu andato, Mark mangiò voracemente. Poi s'infilò nuovamente sotto la coperta e prima di addormentarsi pensò di nuovo a Molly. Lei aveva saputo che lui avrebbe finito per sentirsi così e gli aveva detto di aspettare… di aspettare finché non fosse diventato uomo e, prima, d'imparare tutto ciò che poteva. Il volto di Barry e quello di Molly sembrarono fondersi, ed egli si addormentò.
CAPITOLO VENTISETTESIMO
Andrew aveva indetto una riunione, dirigendola con polso fermo dall'inizio alla fine. Nessuno, adesso, metteva in discussione la sua autorità e il suo diritto a presiedere le riunioni del consiglio. Barry l'osservava da una sedia posta in disparte, e si sforzò di provare almeno un po' dell'eccitazione che sembrava invadere il più giovane fratello.
— Quelli di voi che vogliono dare un'occhiata alla documentazione e ai grafici, lo facciano subito, per favore. È un riassunto assai breve, che non si addentra troppo nelle nuove tecniche. Ma posso dirvi fin d'ora, con certezza, che potremo riprodurci indefinitamente attraverso la clonazione. Abbiamo finalmente risolto il problema che ci ha afflitto fin dall'inizio, l'apparentemente inarrestabile declino della quinta generazione. D'ora in poi, la quinta, la sesta, la decima… la centesima, se vorremo, saranno tutte perfette.
— Ma soltanto i cloni ottenuti dai più giovani sopravvivono — osservò Miriam, asciutta.
— Troveremo una soluzione anche a questo — ribatté Andrew, in tono impaziente. — Certi organismi reagiscono all'azione di alcuni particolari enzimi con quello che sembra quasi un collasso allergico. Noi scopriremo il perché ed elimineremo il difetto.
Miriam sembrava molto invecchiata, Barry se ne rese conto all'improvviso. Non l'aveva mai notato prima di allora, ma i suoi capelli erano bianchi e il suo volto scarno, una rete di linee sottili intorno agli occhi. Sembrava irrimediabilmente stanca. Fissò Andrew con un sorriso disarmante: — Andrew, immagino che voi finirete senz'altro per risolvere questo problema — disse, — ma intanto, avete pensato a come evitare il declino delle facoltà inventive?
— Ci serviremo delle riproduttrici — replicò Andrew con una punta d'impazienza. — Le useremo per ottenere attraverso la clonazione bambini particolarmente dotati. In altre parole, praticheremo regolarmente l'implantazione dei nostri cloni usando le riproduttrici come ospiti, per assicurarci la continua presenza di adulti, tra la popolazione, capaci d'intraprendere nuove ricerche, di elaborare nuovi progetti, di amministrare gli affari della comunità…
L'attenzione di Barry cominciò a divagare. I dottori avevano riesaminato tutto prima della riunione del consiglio: qui non si sarebbe udito niente di diverso. Due caste, pensò. I capi e gli operai, questi ultimi sempre sacrificabili. Era questo che avevano previsto all'inizio? Sapeva che quella domanda sarebbe rimasta senza risposta. Erano i cloni a scrivere i libri, e ad ogni generazione essi si erano sentiti liberi di cambiarli da cima a fondo per adattarli alle loro convinzioni. Lui stesso, del resto, era stato l'autore di alcuni di quei cambiamenti. E adesso Andrew li avrebbe cambiati di nuovo. Sarebbe stato l'ultimo cambiamento; nessuno dei nuovi avrebbe mai pensato di cambiare qualcosa.
— … perfino più oneroso, in termini di mano d'opera, di quanto ci aspettassimo — stava dicendo Andrew. — I ghiacciai stanno avanzando su Filadelfia con velocità sempre maggiore. Forse fra due o tre anni non sarà più possibile salvare alcunché, e questo ci costerà caro. Avremo un assoluto bisogno di centinaia di esploratori che si spingano molto più a sud e a est fino alle città costiere. Ora disponiamo di alcuni eccellenti campioni: i fratelli Edward si sono dimostrati particolarmente adatti a procurarci i rifornimenti che più ci servono, come anche le vostre sorelle più piccole, le sorelle Ella. Ci serviremo di loro.