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Scese di corsa una collina, fuggì in mezzo a una strada, sopra un tetto. E gli inseguitori erano sempre alle sue calcagna. Entrò in una stanza gialla e chiuse la porta. Ma quando si girò vide di essersi rinchiuso insieme con il cadavere di Therkaler. Un fungo stava fiorendo nella ferita del petto, e la testa era cinta da una corona di muffa rossastra. Il corpo cominciò ad avanzare e stava per afferrarlo. Allora Barrent si gettò a capofitto dalla finestra.

«Svegliatevi, Barrent. Uscite dal sogno!»

Ma Barrent non aveva tempo di ascoltare. La finestra si era trasformata in un grande anfiteatro dalle pareti lisce. E sulla sabbia grigia dell’arena il cadavere gli si stava avvicinando. Sugli spalti, solo due persone osservavano impassibili: il giudice e l’informatore.

«Non riesce a liberarsi.»

«Be’, io l’avevo avvisato…»

«Uscite dal sogno, Barrent! Sono il dottor Wayn. Siete su Omega, nel Negozio dei Sogni. Uscite dal sogno.»

Omega? Sogno? Non c’era tempo di pensare a queste cose. Stava nuotando in mezzo a un lago mefitico, inseguito dal giudice e dall’informatore. I due sorreggevano il cadavere che stava lentamente perdendo la pelle.

«Barrent!»

Ora il lago si era trasformato in una spessa gelatina che gli afferrava le braccia e gli riempiva la bocca, mentre il giudice e l’informatore…

«Barrent!»

Aprì gli occhi e si trovò disteso sul lettino del Negozio dei Sogni. Il dottor Wayn era chino su di lui. Accanto, un infermiera era pronta con le siringhe e con una maschera di ossigeno. Dietro di loro Arkdragen si stava asciugando la fronte bagnata di sudore.

«Non credevo che ce l’avreste fatta» disse il dottor Wayn. «Veramente, non credevo.»

«È uscito appena in tempo» commentò l’infermiera.

«Io l’avevo avvisato» disse Arkdragen, e uscì dalla stanza.

Barrent si mise a sedere.

«Cos’è accaduto?» chiese.

Il dottor Wayn si strinse nelle spalle.

«È difficile dirlo. Forse eravate incline a una reazione circolare. E a volte le droghe non sono assolutamente pure. Però queste cose non accadono mai più di una volta. Credetemi, Cittadino Barrent, le esperienze con le droghe sono veramente piacevoli. Sono sicuro che la prossima volta ne proverete piacere.»

Ancora scosso per quello che aveva passato, Barrent sapeva che non ci sarebbe stata una seconda volta. Qualunque potesse essere il costo della droga, non voleva correre il rischio di ricadere in quell’incubo.

«Ho preso assuefazione alla droga?» chiese.

«Oh, no» rispose Wayn. «L’assuefazione viene dopo la terza o la quarta visita.»

Barrent lo ringraziò e uscì. In anticamera chiese ad Arkdragen quanto doveva pagare per la seduta.

«Niente» si sentì rispondere. «La prima visita è sempre offerta dalla casa.»

Barrent uscì dal Negozio dei Sogni e si avviò verso la sua abitazione. Aveva molte cose a cui pensare. Ora, per la prima volta, aveva la prova di avere ucciso con premeditazione.

IX

Essere accusati di un delitto di cui non ci si ricorda è una cosa. Ricordare il delitto di cui si è stati accusati, cambia completamente la situazione. Era diffìcile non credere alla prova che aveva avuto.

Barrent cercò di analizzare le sue sensazioni. Prima della visita al Negozio dei Sogni non si era mai sentito un assassino. Non aveva importanza ciò di cui le autorità della Terra lo avevano incolpato. Aveva pensato che, nella peggiore delle ipotesi, doveva aver ucciso in un improvviso accesso di rabbia. Ma studiare e compiere il delitto a sangue freddo…

Perché aveva ucciso? Il suo desiderio di vendetta era cosi grande da fargli dimenticare tutte le leggi della civiltà terrestre? Apparentemente era così. Lui aveva ucciso, qualcuno lo aveva denunciato, e un giudice lo aveva condannato alla deportazione su Omega. Era un assassino su un pianeta di criminali. Per vivere in quel luogo e avere successo doveva semplicemente seguire la sua naturale inclinazione verso il delitto.

Tuttavia Barrent trovava molto diffìcile seguire quella linea di condotta. Non provava nessun piacere nello spargimento di sangue. Il Giorno dei Liberi Cittadini, benché fosse uscito con la pistola per le strade, non riuscì a uccidere nessuno delle classi interiori. Non desiderava ammazzare. Pregiudizio ridicolo, considerando dove e chi era, ma non poteva evitarlo. Spesso Tem Rend e Joe gli ricordavano i suoi doveri di Cittadino, ma sempre lui provava disgusto per l’assassinio.

Si sottopose alle cure di uno psichiatra, e venne a sapere che questa ripugnanza per il delitto aveva le sue radici in una fanciullezza infelice. Questa fobia era stata poi complicata dai trauma subito durante la sua esperienza al Negozio dei Sogni. A causa di questo, l’assassinio, il più alto privilegio sociale, gli era diventato ripugnante. Questa neurosi antidelitto, in un uomo eminentemente portato all’arte di uccidere, così disse lo psichiatra, avrebbe inevitabilmente finito col distruggerlo. Unica soluzione, vincere la neurosi. E consigliò un immediato trattamento in un ospedale per criminali non assassini.

Barrent si recò all’ospedale e sentì gli internati urlare e invocare bontà, giustizia, santità della vita, e altre oscenità. Non volle rimanere in quel luogo. Forse era ammalato, ma non in quella maniera!

I suoi amici dissero che quel suo atteggiamento di non collaborazione gli avrebbe procurato dei guai. Barrent era d’accordo con loro, ma sperò di arrivare a uccidere solo quando fosse stato strettamente necessario, e di sfuggire all’attenzione degli altolocati cittadini addetti all’amministrazione della legge.

Per diverse settimane i suoi piani sembrarono aver successo. Ignorò le perentorie note che gli venivano inviate dal Negozio dei Sogni, e non volle tornare alle funzioni religiose. Gli affari prosperavano, e Barrent occupava tutto il suo tempo libero a studiare gli effetti di veleni vari, e ad allenarsi con la pistola. Spesso pensò alla ragazza. Aveva ancora la pistola che lei gli aveva dato. Si chiese se l’avrebbe mai più rivista.

Pensò alla Terra. Dopo la visita al Negozio dei Sogni ebbe occasionali ritorni di memoria: visioni di un palazzo logorato dal tempo, di boschi, di anse di fiume viste attraverso i salici. Questa Terra ricordata a metà lo riempiva di un ardente desiderio. Come per la maggior parte dei cittadini di Omega, il suo solo desiderio era quello di potervi tornare.

Ma era impossibile.

I giorni passarono, e quando vennero i guai, vennero inaspettatamente. Una notte bussarono con forza alla porta. Mezzo addormentato, Barrent andò ad aprire, e quattro uomini in uniforme irruppero nella casa per dichiararlo in arresto.

«Perché?» chiese loro.

«Non assuefazione alla droga» gli spiegò uno degli uomini. «Avete tre minuti per vestirvi.»

«Qual è la pena?»

«Lo saprete in tribunale» gli rispose. Poi fissò i compagni. «L’unica maniera per curare un non drogato è quella di ucciderlo, vero?»

Barrent si vestì.

Fu portato in un’aula del Dipartimento della Giustizia.

Era l’aula chiamata Kangaroo Court in onore all’antica procedura giudiziaria anglosassone. Di fronte, dall’altra parte dell’atrio, c’era l’aula chiamata, sempre per antica derivazione, la Star Chamber. Oltre quella c’era infine la Corte d’Appello.

La Kangaroo Court era divisa a metà da un alto schermo di legno, dato che era fondamentale, su Omega, che l’accusato non dovesse vedere il suo giudice né i suoi accusatori.

«Fate alzare il prigioniero» disse una voce da dietro lo schermo.