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Se quel gioco da gatto col topo fosse durato a lungo, la macchina lo avrebbe ucciso a suo piacere. Se voleva fare qualcosa, doveva farlo immediatamente. Quando ancora ne aveva le forze.

Mentre pensava a questo, la macchina aveva alzato il braccio per vibrare la clava. Barrent non poté evitare completamente il colpo, e venne raggiunto di striscio alla spalla sinistra.

Durante la selezione seguente, Barrent si lanciò sulla superficie liscia dell’avversario. Vide due buchi e, sperando che fossero le aperture dell’aria, vi infilò le dita. La macchina si fermò di scatto, e tutta la platea cominciò a vociare. Con il braccio intorpidito dal colpo ricevuto Barrent cercò di afferrarsi al corpo della sfera per tenere salde le dita nei buchi. Le luci verdi sul corpo di Max si erano fatte gialle, e poi rosse, e il ronzio degli ingranaggi era diventato un boato.

Alla fine la macchina fece uscire due brevi tubi che servivano come presa d’aria d’emergenza.

Barrent cercò di tappare le nuove prese con il corpo, ma la macchina, che aveva ripreso vita, con un rapido movimento rotatorio, se lo scrollò di dosso. Il giovane allora tornò al centro della sala.

Si sentiva esausto. Cercò di ritirarsi di fronte alla macchina che ora avanzava brandendo una enorme scure scintillante.

Come l’ascia venne calata, Barrent scattò in avanti e afferrò il braccio con tutte e due le mani, nel tentativo di piegarlo. Il metallo scricchiolò, e al giovane parve che le giunture del braccio di Max stessero cedendo. Se fosse riuscito a romperlo, forse avrebbe reso innocua la macchina…

Improvvisamente Max partì a marcia indietro. Barrent cercò di tenere salda la presa, ma venne lanciato lontano. Cadde con la faccia a terra, e l’ascia vibrata gli scavò una ferita nella spalla.

Gli spettatori applaudirono e si prepararono a seguire una nuova trasformazione di Max. Barrent guardò un attimo verso il pubblico, e gli parve che la ragazza gli facesse un cenno.

La osservò meglio, cercando di capire quello che gli stava comunicando. Faceva segno di voltare qualcosa. Voltare e distruggere. Poi non ebbe più tempo per guardare. Debole per la perdita di sangue, si alzò in piedi, e fissò gli occhi sulla macchina che stava nuovamente avanzando. Ma non si preoccupò del tipo di arma che Max avrebbe sfoderato. Tutta la sua attenzione era concentrata sulle ruote.

Come il micidiale robot gli fu vicino, Barrent si lasciò cadere a terra.

La macchina cercò di frenare, ma non fece in tempo. Le ruote di gomma passarono sul corpo disteso e Max fece un sobbalzo verso l’alto. Barrent soffocò un grido di dolore, e raccolse le forze per rialzarsi. Per un attimo la mezza sfera ondeggiò nell’aria, poi cadde, capovolta.

Il giovane rimase un attimo a terra sfinito, poi, quando portò gli occhi sul nemico vinto, vide che stava estraendo delle braccia per potersi rimettere sulle ruote. Allora si lanciò sulla parte piatta del nemico; e cominciò a colpire con i pugni. Ma non ottenne niente. Cercò di strappare una delle ruote, ma non vi riuscì. E Max cercava con ogni mezzo di rimettersi sulle ruote per riprendere l’attacco.

Con la coda dell’occhio Barrent notò un segno della ragazza. Stava ripetendo il gesto di strappare qualcosa.

Solo allora Barrent si accorse di una piccola valvoliera posta accanto a una delle ruote. La scoperchiò, e strappò via le valvole. Immediatamente la macchina si fermò.

E Barrent svenne.

XI

Su Omega la legge è superiore a tutto. Conosciuta o sconosciuta, sacra o profana, la legge governa le azioni di tutti i cittadini, dai più miserabili ai più altolocati. Senza la legge non sarebbero potuti esistere i privilegi per quelli che avevano fatto la legge. Quindi la legge era assolutamente necessaria. Senza leggi Omega sarebbe precipitato in un caos inimmaginabile! Questa anarchia avrebbe significato la fine della società su Omega. In particolare, sarebbe stata la fine dei vecchi cittadini che erano saliti alle cariche di governo e che formavano la classe dirigente.

Quindi la legge era necessaria.

Però Omega era anche una società di criminali, composta esclusivamente da individui che avevano infranto le leggi della Terra. Una società in cui un criminale era re, il delitto ammirato e citato a esempio, una deviazione valutata secondo il successo che procurava.

E questo sfociava nel paradosso di una società di criminali retta da leggi concepite per essere infrante.

Il giudice, sempre nascosto dietro lo schermo, spiegò tutti questi concetti a Barrent. Erano passate alcune ore dalla Prova dell’Ordalia. Barrent era stato portato nell’infermeria per la medicazione delle ferite. Non erano molto gravi: due costole rotte, un taglio profondo alla spalla sinistra, e diversi graffi e ammaccature.

«Di conseguenza» continuò il giudice «la legge deve essere contemporaneamente infranta e rispettata. Quelli che non la infrangono non riescono mai a salire di rango. Normalmente, dato che mancano di iniziativa per sopravvivere, vengono eliminati in una maniera o nell’altra. Per quelli che infrangono la legge, la situazione è leggermente diversa. La legge li punisce con assoluta severità, a meno che essi non riescano a evitare la pena.»

Il giudice tacque per qualche secondo, e quando riprese a parlare la sua voce si era fatta più grave.

«L’uomo esemplare di Omega è l’individuo che capisce la legge, ne apprezza la necessità, conosce le pene per le infrazioni, le viola… e vince! Questo è il criminale ideale e l’Omegano perfetto. E questo siete voi, Will Barrent, che avete vinto la Prova.»

«Grazie» disse Barrent.

«Voglio però farvi sapere» continuò il giudice «che schivare la legge una volta non implica che voi possiate aver successo una seconda volta. A ogni tentativo, le difficoltà saranno sempre maggiori, come maggiori saranno le ricompense avendo successo. Vi consiglio, perciò, di agire con prudenza.»

«Lo farò.»

«Molto bene. Da questo momento siete elevato allo stato di Cittadino Privilegiato con tutti i diritti e le obbligazioni legate al rango. Potrete continuare il lavoro che avete svolto fino a oggi. Inoltre vi verrà offerta una settimana di vacanza gratuita nella regione del Lago delle Nuvole. Potrete trascorrere questa vacanza con qualsiasi donna a vostra scelta.»

«Come?» chiese Barrent. «Cos’avete detto alla fine?»

«Una settimana di vacanza» ripeté il giudice «con la donna che sceglierete. È un riguardo considerevole, dato che su Omega il numero degli uomini supera di sei volte quello delle donne. Potete scegliere qualsiasi donna non sposata, che lei voglia o non voglia. Per fare questa scelta vi concedo tre giorni.»

«Non ho bisogno dei tre giorni» rispose Barrent. «Voglio la ragazza che era seduta in prima fila. La ragazza dai capelli neri e gli occhi verdi. Avete capito chi voglio dire?»

«Sì» rispose il giudice. «So chi è. Si chiama Moera Ermais. Vi consiglio di scegliere qualcun’altra.»

«C’è qualche motivo particolare?»

«No. Però fareste meglio a scegliere un’altra ragazza. Il mio ufficio vi fornirà una lista di cittadine giovani. Hanno tutte ottime referenze. Molte di loro sono diplomate al Women’s Institute che, come forse sapete, tiene corsi biennali molto rigorosi sull’arte e la scienza delle geishe. Personalmente vi posso raccomandare…»

«Voglio Moera» disse Barrent.

«Giovanotto, state facendo una scelta sbagliata.»

«Voglio tentare la sorte.»

«Benissimo» concluse il giudice. «La vostra vacanza comincia domattina alle nove. Vi auguro sinceramente buona fortuna.»

Alcune guardie scortarono Barrent fuori dell’ufficio del giudice e lo accompagnarono fino al suo negozio. Gli amici, che si erano aspettati di ricevere l’annuncio della sua morte, vennero ovviamente a congratularsi. Erano ansiosi di sapere come si fosse svolta la Prova, ma Barrent aveva ormai imparato che il segreto faceva parte della via al potere, e fece solo un breve resoconto.