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Barrent girò un angolo di strada, e si mise a correre lungo il vicolo. Gli sembrava una strada conosciuta. Guardandosi in giro si accorse di essere nel quartiere dei mutanti, non molto lontano dalla casa di Myla.

Alle sue spalle udiva le grida degli inseguitori.

Raggiunse la casa della ragazza, e trovò la porta aperta.

C’erano tutti, l’uomo con un occhio solo, la vecchia, e Myla. Non furono sorpresi di vederlo entrare.

«Così vi hanno messo nella lista della Lotteria» disse il vecchio. «Be’, è quello che ci aspettavamo.»

«Lo aveva previsto Myla?» chiese Barrent.

«Non ce n’era bisogno. Si poteva immaginare, considerando il tipo di persona che siete. Coraggioso ma non spietato. È questo il vostro guaio, Barrent.»

Il vecchio non usava più la forma d’obbligo con cui avrebbe dovuto rivolgersi verso un Privilegiato, e anche questo, date le circostanze, era abbastanza prevedibile.

«L’ho visto accadere anno per anno» continuò il vecchio. «Sareste sorpreso di sapere quanti giovani promettenti siano finiti senza fiato in questa stanza, stringendo una pistola che sembrava pesare una tonnellata, e con i Cacciatori a poca distanza. Si aspettavano il nostro aiuto, ma i mutanti amano stare lontano dai guai.»

«Sta’ zitto, Dem» disse la vecchia donna.

«Però penso che vi si debba aiutare» continuò il vecchio. «Myla ha deciso così per una ragione che lei sola conosce. Io e sua madre le abbiamo detto che era male, ma lei ha insistito. E dato che lei è la sola tra noi che può vedere nel futuro, noi dobbiamo fare a modo suo.»

«Anche se vi aiutiamo» disse Myla «ci sono poche speranze che voi possiate uscire vivo dalla Caccia.»

«Ma se vengo ucciso» chiese Barrent «come può avverarsi la vostra previsione? Ricordate? Mi avete visto mentre osservavo il mio cadavere.»

«Lo ricordo. Ma la vostra morte non annulla la previsione. Se non dovesse accadere in questa vita, significa semplicemente che accadrà nella vostra nuova incarnazione.»

Barrent non si sentì affatto confortato.

«Cosa devo fare?» chiese.

Il vecchio gli porse dei vestiti a brandelli.

«Mettete questi; poi farò un lavoretto sulla vostra faccia. Voi, caro amico, state per diventare un mutante.»

Poco dopo Barrent tornò a uscire in strada. Era ricoperto di cenci. Ma sotto questi la sua destra stringeva la pistola, mentre l’altra mano sporgeva per reggere il piattino delle elemosine. Il vecchio gli aveva cosparso abbondantemente la faccia di plastica giallo-rosa, e gli aveva cambiato i lineamenti rendendoli mostruosi. La fronte era sporgente, e il naso appiattito e allargato fin quasi agli zigomi. Anche l’ovale del volto era stato cambiato, e i segni rossi sulle guance, ricoperti di plastica, erano scomparsi.

Un gruppo di Cacciatori gli passò accanto, e quasi non lo degnò di uno sguardo. Barrent cominciò a sentir rinascere la speranza. Le ultime luci del debole sole di Omega stavano scomparendo dietro l’orizzonte. La notte gli avrebbe dato maggiori possibilità, e con un po’ di fortuna, forse sarebbe riuscito a eludere i Cacciatori fino al mattino. Naturalmente c’erano poi le Gare, ma Barrent stava già pensando di non prendervi parte. Se quel travestimento bastava a proteggerlo da una intera città in caccia, non c’era ragione di pensare che lo potessero scoprire per le Gare.

Forse, alla fine delle feste, avrebbe potuto ricomparire nella società di Omega. Era anche possibile che, per essere sopravvissuto alla Caccia e aver evitato le Gare, ricevesse particolari favori…

Vide un altro gruppo di Cacciatori venire verso di lui. Erano in cinque, e tra questi, fiero nella sua nuova uniforme di Assassino, Tem Rend.

«Ehi!» gli gridò uno dei Cacciatori «hai visto qualche Preda passare da questa parte?»

«No, Cittadino» disse Barrent con tono rispettoso e chinando la testa, mentre la mano si serrava più forte sull’impugnatura dell’arma.

«Non gli credete» disse uno dei cinque. «Questi dannati mutanti non dicono mai la verità.»

«Venite, lo scopriremo da soli» disse un altro.

Il gruppo si mosse, ma Tem Rend gli rimase accanto.

«Sei sicuro di non aver visto una Preda passare da questa parte?»

«Assolutamente» rispose Barrent, chiedendosi se Rend lo aveva riconosciuto. Non avrebbe voluto ucciderlo. Inoltre non era neanche sicuro di poterci riuscire. Tem Rend aveva riflessi tremendamente rapidi.

«Be’» riprese Rend «se vedi qualche Preda, consigliala a non travestirsi da mutante.»

«Perché?»

«È un trucco che non funziona a lungo. Concede al massimo un’altra ora di vita. Gli informatori lo troverebbero. Se io fossi una Preda mi travestirei sì da mutante, ma non mi metterei certo a sedere all’angolo di una via. Fuggirei da Tetrahyde.»

«Fareste così?»

«Certo. Alcune Prede fuggono ogni anno sulle montagne. Le autorità naturalmente non ne parlano, e la maggior parte dei Cittadini lo ignora. L’Ordine degli Assassini però è al corrente di ogni travestimento e di ogni trucco usati per sfuggire all’uccisione. Fa parte del mestiere.»

«È molto interessante» commentò Barrent. Ora sapeva che Rend lo aveva riconosciuto sotto il travestimento. Tem era un buon amico, ma un pessimo assassino.

«Naturalmente» continuò Rend «non è facile uscire dalla città. E una volta fuori non è detto che una Preda possa ritenersi in salvo. Alle porte della città ci sono pattuglie di Cacciatori, e peggio ancora…»

Rend s’interruppe di colpo. Un gruppo di Cacciatori si stava avvicinando. Allora fece un cenno di saluto e si allontanò.

Dopo che i Cacciatori si furono allontanati, Barrent riprese a camminare lentamente. Rend gli aveva dato un ottimo consiglio. Era logico che certi cercassero di uscire dalla città. La vita sulle montagne di Omega doveva essere estremamente difficile, ma era certo da preferire alla morte.

Se fosse riuscito a raggiungere le porte della città, avrebbe dovuto stare attento alle pattuglie di Cacciatori. Poi Tem aveva parlato di qualcosa ancora peggio. Barrent si chiese cosa potesse essere. Forse Cacciatori addestrati per le battute in montagna? O il clima instabile di Omega? O piante o animali letali? Desiderò che Rend avesse potuto finire quella frase.

Alle prime ore della notte raggiunse la porta sud della città. Chino in modo da far compassione, avanzò zoppicando verso il distaccamento di guardie che bloccava l’uscita.

XVII

Non ebbe difficoltà con le guardie. Intere famiglie di mutanti stavano uscendo dalla città per cercare la salvezza in mezzo alle montagne fino al momento in cui la frenesia della Caccia non fosse finita. Barrent si unì a uno di questi gruppi, e presto si trovò a circa un miglio da Tetrahyde.

Poi i mutanti si fermarono alle prime colline per stabilire il loro campo. Barrent proseguì da solo, e verso mezzanotte si trovò ai piedi di una delle più alte montagne. Aveva fame, ma il freddo e l’aria pungente gli toglievano ogni stanchezza. Cominciò a credere che sarebbe sopravvissuto alla Caccia.

Udì le voci di un gruppo di Cacciatori che stava girando attorno alla montagna. Nel buio riuscì a eluderli con facilità, e subito cominciò la scalata. Presto non udì più alcun rumore, tranne il sibilo del vento in mezzo alle rocce.

Erano circa le due. Mancavano solo tre ore all’alba.

E cominciò a piovere. Lentamente prima, poi scoppiò il temporale: un cambiamento prevedibile su Omega. Barrent si mise al riparo in una grotta e si considerò fortunato che la temperatura non fosse calata di colpo.