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«Siamo un’élite» disse Eylan «ma non ci consideriamo criminali. Su Omega sono stati mandati due tipi di persone completamente differenti. Ci sono veri criminali, colpevoli di omicidi, rapine, eccetera. Queste sono le persone tra le quali avete vissuto. Poi ci sono i colpevoli di reati di deviazionismo: indisciplina politica, eterodossia scientifica, attitudini irreligiose. Questi compongono la nostra organizzazione, chiamata, allo scopo di poterla identificare, Gruppo Due. Per quel che possiamo ricordare, i nostri delitti consistevano nell’avere opinioni diverse da quelle che prevalevano sulla Terra. Eravamo degli anticonformisti. E probabilmente costituivamo un elemento instabile, e una minaccia per il potere. Quindi siamo stati deportati su Omega.»

«E vi siete separati dagli altri deportati.»

«Sì. Era necessario. Per prima cosa ci sarebbe stato impossibile controllarli, e non avremmo potuto ammettere di essere controllati da loro. Inoltre, cosa assai più importante, avevamo un compito che avremmo potuto svolgere solo nel più assoluto segreto. Non avevamo idea di quali mezzi fossero dotate le astronavi che girano in continuazione attorno a questo pianeta. Per mantenere intatta la nostra sicurezza finimmo sottoterra, letteralmente. La stanza in cui ci troviamo è a circa sessanta metri sotto la superficie del pianeta. Ci teniamo nascosti, tranne alcuni agenti speciali come Moera, incaricati di reclutare i prigionieri politici e separarli dagli altri.»

«Io non sono stato separato» osservò Barrent.

«Naturalmente. Eravate condannato per omicidio, e questo vi poneva automaticamente con quelli del Gruppo Uno. Il vostro comportamento tuttavia non era tipico del Gruppo Uno. Ci sembravate però ottimo per il nostro scopo, così, di tanto in tanto, vi abbiamo dato il nostro aiuto. Però volevamo essere sicuri prima di farvi partecipe del nostro progetto. La repulsione che provavate per il delitto deponeva a vostro favore. Inoltre abbiamo voluto interrogare Illiardi; ormai non sembra possano esserci dubbi sul fatto che sia stato lui a commettere l’omicidio di cui siete stato accusato.»

«Qual è il vostro scopo?» chiese Barrent. «Cosa volete fare?»

«Vogliamo tornare sulla Terra.»

«Ma è impossibile.»

«Noi non lo crediamo» disse Eylan. «Abbiamo studiato tutto con attenzione. E a dispetto delle astronavi di guardia, penso che sia possibile far ritorno sulla Terra. Lo sapremo con certezza fra sei giorni, quando sarà fatto il tentativo.»

«Sarebbe meglio aspettare altri sei mesi» disse Moera.

«Impossibile. Il ritardo di sei mesi potrebbe essere disastroso. Ogni società ha uno scopo. Quello della popolazione criminale di Omega è l’autodistruzione. Mi sembrate sorpreso, Barrent. Non riuscite a credere a simile eventualità?»

«Non ci avevo mai pensato. Dopo tutto io facevo parte di quella società.»

«È evidente» continuò Eylan. «Considerate le istituzioni: tutte centrate sul delitto legalizzato. Le feste sono scuse per uno sterminio in massa. Anche la legge che limita l’assassinio comincia a sfaldarsi. La popolazione vive sull’orlo del caos. Ed è giusto che sia così. Non c’è più sicurezza. L’unico mezzo per vivere è uccidere. L’unico modo per migliorare la posizione sociale è uccidere. L’unica cosa sicura è uccidere… Uccidere molto e con sempre maggiore rapidità.»

«State esagerando» protestò Moera.

«Non credo. Mi sono accorto che il conservatorismo delle istituzioni di Omega, anche quello che regola l’omicidio, non è che una illusione. Non c’è dubbio che tutte le società in via di estinzione conservino l’illusione di continuare, fino alla fine. Bene, la società di Omega ci si sta avvicinando rapidamente.»

«Fra quanto?» chiese Barrent.

«Il punto limite sarà raggiunto fra circa quattro mesi» rispose Eylan. «Il solo modo per cambiare il corso degli avvenimenti sarebbe quello di dare alla popolazione un nuovo indirizzo, una nuova causa.»

«La Terra» mormorò Barrent.

«Esatto. Ecco perché il nostro tentativo deve essere fatto immediatamente.»

«Ignoro ancora molte cose» disse Barrent «ma sono con voi. Sono felice di poter fare parte della spedizione.»

Eylan tornò ad agitarsi, a disagio.

«Penso di non essermi spiegato chiaramente» disse. «Voi sarete la spedizione. Voi e solo voi…»

XX

Come Eylan gli spiegò, il Gruppo Due aveva un grande difetto. Gli uomini che lo componevano, per la maggior parte, erano persone di una certa età. C’erano dei giovani, naturalmente, ma avevano avuto pochi contatti con la violenza e poche possibilità di sviluppare l’autosuffìcenza necessaria. Sicuri nel sottosuolo, la maggior parte di loro non aveva mai maneggiato un’arma, non aveva mai lottato per la vita, non si era mai trovata in quelle situazioni disperate che Barrent aveva vissute. Erano giovani coraggiosi, ma senza esperienza. Avrebbero intrapreso con entusiasmo la spedizione verso la Terra ma con poche possibilità di riuscita.

«E voi pensate che io abbia queste possibilità?» domandò Barrent.

«Penso di si. Siete giovane e forte, intelligente, e pieno di risorse. Avete un quoziente di sopravvivenza molto elevato. Se c’è qualcuno che può aver successo, siete voi.»

«Perché un uomo solo?»

«Non c’è senso a mandare un gruppo. Le probabilità di essere scoperti aumenterebbero considerevolmente. Usando un uomo solo, avremo la massima sicurezza. Se doveste avere successo, potremmo ricevere tutte le informazioni necessarie sulla natura del nemico. Se il successo dovesse mancare, se foste catturato, il vostro tentativo potrebbe venir considerato come l’azione di un singolo. E noi saremmo liberi di tentare una rivolta generale su Omega.»

«Come farò a tornare sulla Terra?» domandò Barrent. «Avete un’astronave nascosta da qualche parte?»

«Mi spiace, no. Abbiamo intenzione di farvi viaggiare verso la Terra a bordo della prossima astronave di prigionieri.»

«Ma è impossibile!»

«Non del tutto. Abbiamo studiato attentamente ogni atterraggio. Tutti seguono un identico sistema. I prigionieri vengono fatti scendere, scortati dalle guardie. Allora lo scafo, anche se circondato da un cordone di guardie, è praticamente indifeso. Per darvi modo di salire a bordo noi creeremo un’azione di disturbo. Non dovremo far altro che distrarre l’attenzione delle guardie per il tempo che vi sarà necessario a salire.»

«Anche se dovessi riuscire, verrei catturato non appena le guardie ritornassero sullo scafo.»

«Non credo» disse Eylan. «Lo scafo è un’immensa struttura con un’infinità di ottimi nascondigli. L’elemento sorpresa sarà a vostro favore. È la prima volta nella storia di Omega che viene tentata un’evasione.»

«E quando avrò raggiunto la Terra?»

«Sarete vestito come un membro dell’equipaggio» disse Eylan. «Ricordate, l’inevitabile inefficienza della burocrazia lavora in vostro favore.»

«Lo spero» commentò Barrent. «Supponiamo ora che io raggiunga incolume la Terra e che possa raccogliere le informazioni desiderate. Come farò a farvelo pervenire?»

«Le invierete per mezzo dell’astronave successiva» disse Eylan. «Abbiamo intenzione di catturarla.»

Barrent tacque, soprapensiero.

«Cosa vi fa pensare che la mia fuga e la vostra sommossa possano avere successo contro una organizzazione potente come quella della Terra?»

«Dobbiamo tentare» rispose Eylan. «Tentare o finire con tutto il resto di Omega. Sono d’accordo che le probabilità sono contro di noi. Ma non abbiamo altra scelta. Fare il tentativo o morire senza averlo fatto.»

«Inoltre la situazione offre altre possibilità» intervenne Moera. «Il governo della Terra è certamente repressivo. Questo ci suggerisce che debbano esistere dei movimenti clandestini di resistenza. Voi dovreste mettervi in contatto con uno di questi gruppi. Una rivolta simultanea sulla Terra e su Omega darebbe al governo un serio grattacapo.»