Strano, ma non aveva paura. Si sentiva calmo. Doveva esserlo, se voleva vincere quella guerra. Però la sua arma più potente avrebbe dovuto essere il cervello. Le armi fanno vincere soltanto le battaglie, mai le guerre.
Prima domanda: sarebbe stato più sicuro in macchina o in casa? Pensò che la casa era più comoda, specialmente per un assedio prolungato. Il nemico sembrava intenzionato a ucciderlo per impedirgli di andare in cerca di aiuto. Ma l’avrebbe ucciso anche se mostrava di accettare lo stato di assedio senza più tentare la fuga?
Non poteva esserne sicuro, ma gli sembrava di capire che il suo nemico volesse soltanto impedirgli di lasciare la fattoria. Infatti il cervo avrebbe potuto caricare molto prima… invece di aspettare che salisse in macchina.
Uscì cautamente dalla macchina e si guardò attorno. Nessun animale in vista. A meno che…
Guardò in alto. A una trentina di metri da terra un’anitra selvatica stava volando in cerchio sopra la casa… come se fosse un nibbio. Le anitre non volano in quel modo. Un attacco dal cielo? Non ci aveva pensato, ma un attacco dall’aria di un uccello di una certa grandezza sarebbe stato pericoloso come la carica di una mucca o di un cavallo imbizzarriti. S’incamminò verso la casa tenendo d’occhio l’uccello. Improvvisamente lo vide scendere in picchiata. Sollevò il fucile tenendosi pronto a sparare, ma non ce ne fu bisogno. L’uccello non si stava dirigendo contro di lui. Piombò sul terreno a una dozzina di metri da lui, sollevò una nuvola di polvere e rimase immobile.
Staunton entrò in casa e sprangò la porta. No, il nemico non stava cercando di ucciderlo. Voleva solo farlo rimanere in quella casa. La picchiata dell’anitra, se fosse stata diretta contro di lui, non lo avrebbe mancato di tanti metri. Il nemico aveva voluto mostrargli quanto sarebbe stato inutile ogni suo tentativo di fuga.
Appoggiò il fucile alla porta, poi tolse tutte le cartucce di tasca e le mise sul divano, a portata di mano. Infine sedette sul bracciolo della poltrona e guardò fuori dalla finestra.
Nessun animale si stava movendo attorno alla casa.
Nessun attacco in vista. Ed era sicuro che non ce ne sarebbero stati finché lui non avesse tentato di uscire. Ma perché?
Andò al frigorifero e prese una scatola di birra. Ma poi rinunciò a berla. La birra gli avrebbe ridotte le capacità di pensare. E doveva rimanere assolutamente lucido.
Di che natura era il suo nemico? Un essere umano? Un mutante con la capacità psichica di occupare la mente degli altri esseri? Un essere di un altro pianeta? La signorina Tally aveva fatto osservare che c’erano milioni di pianeti abitati. Perché su uno di quei mondi non doveva essersi sviluppata una vita intelligente? Perché la Terra doveva essere l’unica? Perché una vita intelligente non doveva aver sviluppato una forma di viaggio nello spazio? Perché doveva essere l’uomo il primo a fare un esperimento simile?
Sì, in definitiva gli sembrava la ipotesi più plausibile, e anche la più pericolosa.
Ma perché solo lui veniva attaccato? Forse perché aveva dei sospetti che potevano nuocere al suo nemico? Sì, doveva essere così.
Usando il gatto grigio come ospite, il nemico aveva avuto la possibilità di passare cinque giorni con lui. E aveva sentito il contenuto del rapporto e sapeva che aveva intenzione di spedirlo a degli amici importanti. E il nemico aveva avuto modo di studiare lui.
Sì, lui era un pericolo per il nemico, e il nemico lo sapeva. Perché allora non lo uccideva? Il cervo, se avesse caricato un attimo prima, ci sarebbe perfettamente riuscito. Il nemico lo voleva vivo, in quella casa, e non in un altro posto. Perché?
Fuori non stava succedendo nulla. Andò in cucina e mise l’acqua sul fuoco per prepararsi un caffè. Era necessaria una speciale circostanza perché il nemico potesse prendere possesso di un ospite?
All’improvviso gli venne alla mente una possibile risposta, e più ci pensò più gli parve logica. Tommy Hoffman era stato «occupato» mentre dormiva. La stessa cosa valeva per Siegfried Gross. Per Jim Kramer non poteva esserne sicuro, ma era molto probabile. E gli animali, quasi tutti, specialmente i cani e i gatti, si addormentano spesso. Sia di giorno che di notte.
Se il nemico lo teneva in quella casa aspettando che si addormentasse in modo da potersi impadronire di lui, perché non lo aveva fatto la notte prima? Non aveva dormito molto bene, ma in certi momenti si era pure addormentato! E trovò la risposta, almeno, «una» risposta. Per una ragione particolare, dopo la morte del gatto il nemico aveva dovuto impadronirsi di Jim Kramer, poi aveva aspettato di poter far apparire la morte del ragazzo come un incidente. E questa era un’altra prova, per lo meno una indicazione, che il nemico era un essere solo, e che poteva operare con un solo ospite alla volta. Se avesse potuto accertarsene…
Di colpo decise di fare una prova.
Prese il fucile, aprì la porta e con cautela uscì dalla casa. Guardò in alto.
Uccelli, grossi uccelli, stavano volteggiando nel cielo. Erano sei o sette. Uccelli. Si era forse sbagliato?
Li guardò attentamente e respirò con sollievo. Quelli erano uccelli, non «ospiti». Erano nibbi che giravano sopra la carcassa del cervo. Scendevano lentamente per cominciare il grosso festino. Uccelli normali. Mai un nibbio gli parve bello come in quel momento.
Dal bosco vide uscire un altro uccello. Sembrava un’altra anitra. La vide venire vicino, poi sollevarsi nel cielo e infine tuffarsi contro di lui. Avrebbe potuto sparare, ma non ce n’era bisogno. Fece un passo indietro e chiuse la porta. Un secondo dopo sentì un colpo secco contro il battente e poi il rumore dell’anitra che cadeva a terra.
Staunton sorrise. Facendo quel passo fuori dalla porta, aveva avuto la conferma a una delle sue deduzioni. Se il nemico avesse potuto prendere possesso di una creatura sveglia, aveva i nibbi a disposizione. Erano molto più vicini. E avrebbe potuto prenderli tutti se fosse stato in grado di entrare in più di un ospite alla volta. Invece aveva dovuto perdere tempo a cercare un uccello lontano. Un uccello addormentato, con tutta probabilità.
Per quanto pericoloso potesse essere, il nemico aveva delle limitazioni.
Quindi c’erano ancora delle speranze. La signorina Talley lo stava aspettando. Prima o poi avrebbe cominciato a preoccuparsi, e avrebbe telefonato allo sceriffo. Lo sceriffo sarebbe venuto a cercarlo. Se fosse stato ucciso altri uomini sarebbero venuti a cercarlo. Se anche questi uomini fossero scomparsi, allora sarebbe entrata in azione la polizia di Stato. E contro un gruppo di uomini armati, il nemico avrebbe potuto fare ben poco, mandando all’attacco un animale alla volta.
Sì, l’aiuto sarebbe arrivato. Però bisognava rimanere sveglio fino a quel momento.
19
Non accadde più niente. E venne la notte. Staunton fece il giro della casa per accendere le luci, tutte.
E poi tutte le luci si spensero. Tutte in una volta.
Il generatore? Il motore che lo azionava aveva nel serbatoio tanto carburante da farlo funzionare ininterrottamente per ancora un paio di giorni.
Il nemico doveva aver preso un altro ospite. Un topo? Forse. Dovevano essercene parecchi, in cantina.
Era inutile tentare di riparare il guasto. Dopo il primo topo ne sarebbe venuto un secondo. E poi forse non era neppure un topo. Bastava un insetto a provocare un corto circuito.
Oscurità.
La cosa più importante era quella di non dormire. Con il sonno sarebbe stata la fine.
La luna si alzò. Non era la luna piena, ma illuminava tutta la zona circostante con grande chiarezza. E gli permetteva di vedere discretamente anche in casa. Aveva la torcia, ma con una sola pila di ricambio non avrebbe potuto tenerla accesa per tutta la notte. Doveva usarla con parsimonia.