— Domani! Non ce la faccio a stare sveglio fino a domani. Vorrei che non foste venuta. Ora anche voi siete nei guai.
— Non pensate ci sia la possibilità di raggiungere la città con la mia macchina? Io guido e voi tenete il fucile.
— C’è una possibilità su mille, signorina. Lungo la strada ci devono essere molte mucche al pascolo, e il bosco probabilmente pullula di cervi. E anche gli uccelli possono costituire un vero pericolo. Fra quanto tempo si accorgeranno che mancate? Se non doveste andare a casa questa sera, i vicini se ne accorgerebbero?
— No di certo. Di tanto in tanto vado al cinema a Green Bay, poi mi fermo a dormire da una mia parente. No, se non mi vedono, i miei vicini non se ne preoccupano. Se solo avessi pensato di telefonare alla polizia di Stato…
— Sono stato io a fare il primo… i primi due errori. Dopo la morte del gatto non avrei più dovuto dormire in questa fattoria, e ieri mattina, dopo aver saputo della morte di Jim Kramer, non avrei dovuto tornare a prendere le valigie. È stato l’errore più grande, quello che mi ha perso. — Sospirò. — Voglio fare un caffè — disse alla fine. — Ora che ho qualcuno con cui parlare posso anche rischiare di berlo stando seduto. E parlando può darsi che si venga a capo di qualcosa.
Mentre preparava il caffè, Staunton parlò per quasi tutto il tempo.
— È un extraterrestre — disse la signorina Talley, quando lui tacque. — Dottore, perché non volete ammettere che state combattendo contro una intelligenza extraterrestre? Chi altro potrebbe essere?
— Un essere umano mutante.
— Ci credete veramente?
— No. Ma non voglio perdermi in congetture. Fino a quando non potrò chiamarlo con un altro nome, per me sarà il «nemico». È inutile andare alla ricerca di un nome. Abbiamo già troppe cose cui pensare. Prima di tutto, quali possibilità di salvezza abbiamo? Naturalmente posso sbagliarmi pensando che il nemico ci tenga chiusi in questa casa aspettando che io mi addormenti.
— Avete qualche idea?
Le disse di aver pensato di ferire un animale controllato dal nemico in modo d’avere il tempo di giungere fino al paese.
— Però — soggiunse — è molto difficile ferire un grosso animale in modo che non possa più attaccare o tentare di uccidersi. Bisognerebbe ferirlo alle gambe, in modo da immobilizzarlo.
— Non avete una carabina?
— Solo una calibro 22. Ma è rimasta in macchina, ed è inutile tentare di andarla a prendere. Ho una pistola, ma non sono molto pratico a maneggiarla. Potrei uccidere un animale, ma non tentare di ferirlo. — Scosse la testa. — Penso però che ormai il nemico abbia capito il pericolo di essere ferito, e che userà quindi soltanto uccelli. Anche riuscissi a ferirne uno, morrebbe poi subito nella caduta.
— Non posso fare niente, io?
— Soltanto parlare e ascoltare. Non credo che succederà qualcosa. È una gara di attesa… a meno che uno di noi due non cerchi di uscire.
Le ore passarono. Pensarono a dozzine di modi d’uscire da quella situazione. Ma per una ragione o per l’altra risultavano sempre poco pratici o troppo pericolosi. A un certo punto Staunton prese il fucile e uscì sulla soglia per vedere se l’assedio continuava. Immediatamente vide un grosso uccello lanciarsi verso di lui.
Sparò senza aspettare che fosse troppo vicino, poi sparò il secondo colpo, e un grosso falco cadde proprio ai suoi piedi.
Il sangue era schizzato sulle scarpe e sui pantaloni. Andò in camera sua per cambiarsi e ne approfittò per fare un bagno freddo. Ma non gli fu di molto aiuto. Per poco non si addormentò nella vasca da bagno. Ormai era giunto al limite delle sue capacità di resistenza.
Quando scese al piano terreno pregò la signorina Talley di stargli vicino con un secchio d’acqua gelata e di lanciargli un bicchiere d’acqua in faccia ogni volta in cui gli avesse visto chiudere gli occhi.
Nell’ora seguente il sistema del bicchier d’acqua fu adottato due volte: stava parlando e aveva interrotto a mezzo una frase. Verso le sei accadde una terza volta. Fra poco si sarebbe fatto scuro, e Staunton dubitava di poter resistere ancora per molto tempo.
Asciugandosi la faccia, si alzò.
— Signorina Talley, è inutile continuare in questa maniera. Possiamo tentare due cose. Il pericolo esiste per tutti e due, per voi come per me. Così lascio decidere a voi ciò che dobbiamo fare.
«Prima cosa. Io cerco di raggiungere a piedi il paese, o almeno la più vicina fattoria provvista di telefono. Prendo il fucile e lascio a voi la pistola. Forse riesco a farcela. Forse abbiamo esagerato nel calcolare il pericolo e la distanza a cui il nemico può operare. A ogni modo, nel caso dovessi raggiungere il paese o la fattoria, disporrò che veniate subito liberata da diverse macchine della polizia con uomini armati di armi pesanti. Nel caso non riuscissi…».
— No — interruppe la signorina Talley con fermezza. — Se voi andate vengo anch’io. Anche a piedi, se avete deciso così. Ma c’è veramente un vantaggio?
— Per prima cosa rimarrei sveglio. In secondo luogo potrei guardare in alto e cercare di non farmi assalire dagli uccelli. Comunque, la mia seconda alternativa non era quella di farvi venire con me. E forse potrebbe risultare troppo pericolosa.
«Si tratta semplicemente di mettermi a dormire, qui, in questa stanza, ma dopo aver preso la precauzione di farmi legare al divano. In cucina ci sono quindici metri di corda. Potreste legarmi in modo da non permettermi alcun movimento. O la nostra idea su ciò che mi può accadere quando mi sarò addormentato è solo una deduzione e risulta sbagliata, o il nemico prende possesso di me. Ma io sono legato, non mi posso muovere, non vi posso fare del male, e non mi posso uccidere in modo che il nemico entri in un altro ospite. In questo caso potete benissimo andare in paese e tornare con gli aiuti.»
— Ma… che tipo di aiuto, se voi…
— Non possiamo saperlo finché non vediamo cosa mi capita. Dovrete andare in città con le mie relazioni e cercare di mettervi in contatto con l’autorità più alta che vi è possibile raggiungere. Dovrete anche mettervi in contatto con l’F.B.I. Chiedete di Roger Price o Bill Kellerman, sono amici miei e vi ascolteranno. Volete che vi scriva i nomi?
— Roger Price e Bill Kellerman. Li ricorderò. Ma… come farò a sapere quando sarà il momento di andare in paese? A meno che non vi svegliate agendo in modo strano, cerchiate di rompere i legami… o altre cose del genere.
— Se agirò così lo capirete immediatamente. Ma se mi comportassi in modo normale, allora dovrete correre il rischio di uscire sulla soglia, come ho fatto poco fa. Non occorre far altro che aprire la porta, è guardare se qualche animale attacca. Oppure… un momento, non dovete neppure correre il rischio di andare in paese. Una volta che sono legato, voi potrete aspettare fintanto che lo sceriffo non si faccia vedere. È molto più sicuro. E avrei dovuto pensarci subito. Ho tanto sonno che non riesco neppure a pensare!
— Bene — disse la signorina Talley. — Piuttosto che lasciarvi andare solo in città, preferisco questa seconda soluzione.
— Vado a prendere la corda.
La signorina Talley lo seguì in cucina e mentre Staunton prendeva la corda, lei prese un coltello per tagliarla.
Poi ritornarono in soggiorno. Staunton si tolse la pistola di tasca e la mise assieme alle munizioni, in cima al camino. Poi andò ad appoggiare il fucile accanto alla porta.
— Tenete tutte queste cose lontane da me — raccomandò. — Quando avrete finito di legarmi portate via anche il coltello. Per prima cosa legatemi le mani dietro la schiena, poi mi metterò sdraiato, e voi potrete legarmi ai fianchi. — Girò le spalle alla signorina e tese le mani in modo che lei le potesse legare. — Sentite, se dovessi cercare di liberarmi dalle corde, datemi un colpo in testa col calcio della pistola… ma non mi uccidete! Con la mia morte il nemico sarebbe nuovamente libero di impadronirsi di un altro ospite, e tutto tornerebbe come prima. Potrebbe anche prendere voi, nel caso non riusciste a stare sveglia fino all’arrivo dello sceriffo.