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— Accipicchia — sospirò Ti, uscendo dalla trance e aprendo gli occhi con un sorriso. — Quando vi hanno progettati per l’assenza di peso, hanno proprio pensato a tutto. - Allentò la presa sulle spalle di Silver e le fece scivolare le mani lungo la schiena, terminando con un buffetto di approvazione sulle mani inferiori strette attorno ai suoi fianchi muscolosi di terricolo. — Davvero funzionali.

— Come fanno le terricole a non, uhm, rimbalzare? — chiese Silver incuriosita, approfittando del fatto di avere a disposizione un esperto in materia.

Il sorriso di lui si allargò. — Ci pensa la gravità.

— Che strano. Avevo sempre pensato che la gravità fosse un fattore contro il quale bisognasse lottare tutto il tempo.

— No, solo metà del tempo. Per l’altra metà, lavora per te — le assicurò lui.

Si districò dal corpo di Silver con una certa grazia; forse era tutta la sua esperienza di pilota che si faceva sentire, e la baciò sul collo. — Mia bella signora.

Silver arrossì e fu grata che ci fosse poca luce. Per qualche istante, Ti rivolse la propria attenzione alle necessarie norme igieniche. Un rapido sibilo d’aria e il preservativo intriso di spermicida scomparve nello scivolo dei rifiuti. Silver represse un vago senso di rimpianto. Era proprio un peccato che Ti non fosse uno di loro. Ed era un peccato che lei fosse tanto in basso nel ruolino di coloro che erano destinate a diventare madri. Peccato…

— Hai saputo dal tuo amico dottore se davvero abbiamo bisogno di questi? — le chiese Ti.

— Non potevo certo porre al dottor Minchenko una domanda diretta — replicò Silver. — Ma immagino che egli ritenga che un concepimento tra un terricolo e uno di noi abortirebbe spontanemente e molto in fretta, anche se nessuno lo sa per certo. Potrebbe anche darsi che un bambino riesca a nascere con arti inferiori che non sono né braccia né gambe, ma solo un orribile pasticcio fra le due cose. — E probabilmente non me lo lascerebbero tenere… - Comunque, ci risparmia la fatica di dare la caccia per la stanza con l’aspiratore ai fluidi corporali.

— Vero. Be’, di certo io non sono pronto a diventare papà.

Che cosa incomprensibile, pensò Silver, per un uomo così vecchio. Ti doveva avere almeno venticinque anni, era molto più vecchio di Tony che era il più anziano di tutti loro. Fece attenzione a galleggiare con il viso rivolto verso la finestra, in modo che il pilota continuasse invece a voltarle le spalle. Forza, Tony, fatelo, se dovete…

L’aria fredda del sistema di ventilazione le fece venire la pelle d’oca su tutte le braccia, e lei rabbrividì.

— Hai freddo? — chiese sollecito Ti, e le sfregò rapidamente le braccia con le mani per riscaldarla, poi recuperò la maglietta e i pantaloncini azzurri dall’angolo della stanzetta dov’erano finiti. Silver se li infilò volentieri. Poi anche il pilota si rivestì, e Silver lo guardò segretamente affascinata mentre si allacciava le scarpe. Coperture così pesanti e scarsamente flessibili, ma del resto anche i piedi erano pesanti e privi di flessibilità. Si augurò che facesse attenzione quando li muoveva. Ora che aveva calzato le scarpe, sembravano due mazze.

Sorridendo, Ti sganciò la sua borsa di volo da una rastrelliera alla parete dove l’aveva appesa mezz’ora prima, quando si erano ritirati nella cabina di controllo. — Ho qualcosa per te.

Silver sollevò la testa, stringendo tutte e quattro le mani con aria speranzosa. — Oh! Sei riuscito a trovare altri libro-dischi della stessa autrice?

— Sì, eccoli… — e da un recesso della sua borsa di volo, Ti estrasse dei sottili quadrati di plastica. — Tre romanzi: tutti nuovi.

Silver li afferrò avidamente e lesse le etichette. «Romanzi Illustrati Arcobaleno»: La follia di Sir Randan, Amore nel chiosco fiorito, Sir Randan e la sposa scambiata, tutti di Valeria Virga. — Oh, che meraviglia! — Passò il braccio superiore destro attorno al collo di Ti e gli diede un bacio spontaneo e appassionato.

Lui scosse il capo con finta disperazione. — Non capisco come tu possa leggere queste sciocchezze. Comunque, credo che l’autrice lavori su commissione.

— Sono stupendi! — Silver difese indignata la sua narrativa preferita. — Sono così… così pieni di colore, di luoghi strani e di epoche lontane; molti sono ambientati sulla vecchia Terra, quando tutti erano ancora dei terricoli. Davvero stupefacenti! La gente teneva animali intorno a sé… quelle enormi creature chiamate cavalli con le quali scorrazzavano in libertà. Immagino che la gravità stancasse la gente. E quei ricchi, come… come i dirigenti della Compagnia, immagino, quelli chiamati «signori» e «nobili» che vivevano in splendide abitazioni, inchiodati alla superficie del pianeta: e nella storia che hanno insegnato a noi non c’era niente di tutto questo! — La sua indignazione era al culmine.

— Ma questa roba non è storia — obiettò lui, — è finzione.

— Ma non è nemmeno la narrativa che hanno fatto leggere a noi. Oh, quella va bene per i piccoli: mi piaceva molto Il piccolo Compressore, l’abbiamo fatto rileggere un mucchio di volte alla nostra madre del nido. E anche la serie di Bobby BX-99 non era male: Bobby BX-99 risolve il mistero dell’umidità in eccesso… Bobby BX-99 e il virus delle piante: è stato allora che ho deciso di specializzarmi in idroponica. Ma è molto più interessante leggere quello che riguarda i terricoli. È così… così… quando leggo questi — e strinse a sé i piccoli quadrati di plastica, — è come se fossero più veri di quanto lo sia io. — Silver sospirò profondamente.

Per quanto, forse, Van Atta assomigliava un po’ a Sir Randan: aveva un rango, una posizione di potere, e perdeva facilmente le staffe. Silver si chiese come mai il cattivo carattere sembrasse tanto eccitante e attraente in Sir Randan, così pieno di affascinanti conseguenze. Quando Van Atta si arrabbiava, a lei veniva mal di stomaco. Forse le donne terricole avevano più coraggio.

Ti scrollò le spalle divertito e sconcertato al tempo stesso. — Se ti diverte, non ci vedo niente di male. Ma da questo viaggio ti ho portato qualcosa di meglio… — e frugò di nuovo nella borsa, traendone un pezzo di stoffa color avorio, con pizzi e merletti di tulle. — Ho pensato che potessi indossare una camicetta come una donna qualunque. Ci sono dei fiori nel disegno, quindi ho pensato che ti sarebbe piaciuto, visto che lavori in Idroponica e tutto il resto.

— Oh… — Una delle eroine di Valeria Virga avrebbe potuto trovarsi a proprio agio con un simile abbigliamento. Silver tese una mano, ma poi la ritrasse. — Ma… non posso prenderlo.

— Perché no? I libro-dischi li prendi. Non mi è costato tanto.

Silver, che dalle sue letture si era fatta un’idea abbastanza chiara di come funzionasse il denaro, scosse la testa. — Non è quello. È che… lo sai, non credo che la dottoressa Yei approverebbe i nostri incontri. E nemmeno un sacco di altra gente. — E, in effetti, Silver era sicura che la parola «disapprovazione» non si avvicinasse nemmeno lontanamente allo scalpore sollevato dalla sue relazioni segrete, se si fossero scoperte.

— Puritani — sbuffò Ti, — non lascerai che comincino adesso a dirti quello che devi fare, vero? — Ma dal tono sprezzante traspariva una certa ansia.

— E neppure ho intenzione di cominciare a dir loro quello che faccio — gli fece notare Silver. — E tu?

— Oh, Dio, no — rispose agitando le mani inorridito.

— Quindi siamo d’accordo. Sfortunatamente, quella — e indicò la camicetta con un gesto pieno di rimpianto, — è qualcosa che non posso nascondere. Non potrei indossarla senza che qualcuno mi domandi delle spiegazioni su come l’ho avuta.