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"Tenete bene in mente quanto vi ho detto mentre il primo sergente vi insegna più dettagliatamente quali saranno i vostri doveri sotto questo comando. Se ne occupi lei, sergente." Girò sui tacchi e uscì a grandi passi. L’espressione della sua faccia non era cambiata di un millimetro, durante l’intera arringa.

Il primo sergente si mosse come una pesante macchina con una gran quantità di cuscinetti a sfere. Quando la porta si richiuse con un sibilo, girò ponderosamente su se stesso per fronteggiarci e disse: — Riposo, seduti — con tono sorprendentemente gentile. Sedette su un tavolo, che scricchiolò, ma lo resse.

— Ora, il capitano parla in modo da spaventarvi e io ho una faccia che fa spavento, ma tutti e due lo facciamo per il vostro bene. Voi lavorerete a stretto contatto con me, quindi farete bene ad abituarvi a questa cosa che ho qui penzolante davanti al mio cervello. Probabilmente non vedrete molto il capitano, se non alle manovre.

Si toccò la parte piatta della testa. — E a proposito di cervello, il mio ce l’ho ancora quasi tutto, nonostante gli sforzi in contrario dei cinesi. Tutti noi vecchi veterani arruolati nella FENU siamo dovuti passare attraverso gli stessi criteri di selezione che sono serviti per arruolare voi in base alla Legge di Coscrizione Elitaria. Quindi sospetto che tutti voi siate svegli e duri… ma tenete presente che il capitano e io siamo svegli e duri ed esperti.

Sfogliò l’elenco, senza guardarlo veramente. — Ora, come ha detto il capitano, durante le manovre c’è un solo provvedimento disciplinare. Pena capitale. Ma normalmente noi non dobbiamo uccidervi, se disobbedite: Caronte ci risparmia il disturbo.

"Nelle camerate, sarà un’altra storia. Non ci interessa molto quel che fate là dentro. Grattatevi l’uccello tutto il giorno e scopate tutta la notte, per noi non fa nessuna differenza… Ma una volta che vi mettete le tute e uscite fuori, pretendiamo una disciplina da fare invidia a un centurione. Ci saranno delle situazioni in cui basterà un solo atto da stupidi per ammazzarci quanti siamo.

"Comunque, la prima cosa che dobbiamo fare è sistemarvi negli scafandri da combattimento. L’armiere vi sta aspettando in camerata; vi sistemerà uno alla volta. Andiamo."

4

— Ora, so bene che sulla Terra vi hanno spiegato quello che può fare uno scafandro da combattimento. — L’armiere era un ometto parzialmente calvo, e non portava i gradi sulla tuta. Il sergente Cortez ci aveva detto di chiamarlo "signore", perché era tenente. — Però ci tengo a insistere su un paio di punti, e magari ad aggiungere qualcosa che i vostri istruttori sulla Terra non hanno chiarito bene o non potevano sapere. Il vostro primo sergente ha consentito a prestarsi per la dimostrazione. Sergente?

Cortez sgusciò fuori dalla tuta e salì sul piccolo podio dove stava ritto uno scafandro da combattimento, aperto come un’ostrica a forma d’uomo. Il sergente vi si infilò a ritroso, insinuò le braccia nelle maniche rigide. Si udì uno scatto, e lo scafandro si chiuse con un sospiro. Era verde vivo, con il nome CORTEZ stampigliato in lettere bianche sull’elmo.

— Mimetizzazione, sergente. — Il verde sbiadì, diventò bianco, poi grigio sporco. — È una buona mimetizzazione per Caronte e per quasi tutti i vostri pianeti portale — disse Cortez, e sembrava che parlasse da un pozzo profondo. — Ma ci sono parecchie altre combinazioni possibili. — Il grigio si chiazzò e si ravvivò in una combinazione di verdi e di marroni: — Giungla. — Poi si uniformò in un ocra chiaro: — Deserto. — Marrone scuro, più scuro, poi un nero fondo e opaco: — Notte o spazio.

— Molto bene, sergente. A quanto ne so, questa è la sola caratteristica dello scafandro che sia stata messa a punto dopo il vostro addestramento. Il comando è intorno al polso sinistro, e ammetto che è scomodo. Ma quando riuscite a trovare la combinazione giusta, è facile inserirla.

"Ora, sulla Terra non avete fatto molti addestramenti con gli scafandri. Non volevamo che vi abituaste a usarli in un ambiente amico. Lo scafandro da combattimento è l’arma personale più mortale che sia mai stata costruita, ma chi l’adopera può ammazzarsi per imprudenza con estrema facilità. Si giri, sergente.

"Esempio. — L’armiere batté le dita su di una grossa protuberanza quadrata tra le spalle. — Pinne di scarico. Come sapete, lo scafandro fa di tutto per mantenervi a una temperatura confortevole, quali che siano le condizioni meteorologiche esterne. Il materiale dello scafandro è l’isolante più perfetto che si potesse trovare, compatibilmente alle esigenze meccaniche. Perciò queste pinne diventano calde, in particolare in rapporto alle temperature dell’emisfero buio, quando disperdono il calore del corpo.

"È sufficiente che vi appoggiate con la schiena a un macigno di gas congelato: qui in giro ce n’è in abbondanza. Il gas sublimerà, disperdendosi più rapidamente di quanto possa farlo attraverso le pinne: fuggendo, premerà contro il "ghiaccio" circostante e lo frantumerà… e in un centesimo di secondo circa, vi troverete con l’equivalente d’una bomba a mano che vi esplode proprio sotto al collo. Non ve ne accorgerete neanche.

"Le variazioni sul tema hanno ucciso undici persone, nei due ultimi mesi. Ed esse stavano semplicemente costruendo un gruppo di baracche.

"Immagino vi rendiate conto della facilità con cui i waldo, i servomeccanismi, possono uccidere voi o i vostri compagni. Qualcuno vuole stringere la mano al sergente? — L’armiere si interruppe, si avvicinò e gli afferrò il guanto. — Lui ha molta pratica. Fino a quando non ce l’avrete anche voi, siate estremamente prudenti. Potreste grattarvi perché sentite prurito e finireste per spezzarvi la schiena. Ricordate, la reazione è semilogaritmica: una pressione di due chili sviluppa una forza di cinque; tre chili, una forza di dieci; quattro, ventitré; cinque, quarantasette. Molti di voi possono esercitare una stretta superiore ai cinquanta chili. Teoricamente, con questa forza amplificata, potreste spezzare in due una trave d’acciaio. In realtà, distruggereste il materiale dei vostri guanti, e almeno qui su Caronte morireste molto in fretta. Sarebbe una gara tra la decompressione e il congelamento rapido. Qualunque dei due la vincesse, morireste egualmente.

"Anche i waldo delle gambe sono pericolosi, sebbene l’amplificazione sia meno esagerata. Fino a quando non sarete davvero esperti, non cercate di correre né di saltare. Probabilmente inciampereste, e questo significa che altrettanto probabilmente morireste.

"La gravità di Caronte è tre quarti di quella normale della Terra, quindi non è poi tanto male. Ma su un mondo veramente piccolo, come la Luna, potreste spiccare un balzo correndo e non ridiscendere per venti minuti, continuando semplicemente a veleggiare sull’orizzonte. Magari andando a sbattere contro una montagna alla velocità di ottanta metri al secondo. Su di un piccolo asteroide, sarebbe una cosa da niente raggiungere la velocità di fuga e partire per un giro non programmato nello spazio intergalattico. È un modo molto lento di viaggiare.