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Il sole scintilla sulla croce, sul suo viso sollevato. Un volto forte, puro, apostolico. Nonostante le sue riserve intellettuali, Lorimer sente una risposta salirgli dai nervi, ormai dimenticata.

— Oh, Padre, mandami la forza. — Dave prega quietamente, gli occhi chiusi. — Tu ci hai risparmiato dal vuoto per portare la Tua luce in questo mondo sofferente. Io guiderò le Tue figlie erranti fuori dal buio. Sarò un severo ma misericordioso padre per loro. Aiutami ad insegnare ai bambini le Tue sante leggi e induci in loro il rispetto della Tua giusta collera. Lascia che le donne imparino in silenzio e in tutta soggezione. Timoteo: due, undici. Esse avranno figli da governare e glorificheranno il Tuo nome. — Lui può farlo. Lorimer pensa che un uomo simile potrebbe far rinascere realmente la vita. Forse c’è qualche mistero, qualche piano.

Sono stato troppo pronto a cedere. Niente forza di carattere… Comincia a sentire il bisbigliare delle donne.

— Questo nastro è quasi finito. — È Judy Dakar. — Non è abbastanza? Sta solo ripetendosi.

— Aspetta — mormora Lady Blue.

— Ed ella diede alla luce il figlio dell’uomo per governare le nazioni con una spada di ferro. Rivelazioni: dodici, cinque — esclama Dave, più forte. I suoi occhi adesso sono aperti. Fissa intensamente il crocefisso.

— Nel nome di Dio che ha amato tanto il mondo da inviare il suo Figlio unigenito. — Lady Blue annuisce. Judy si spinge verso Dave. Lorimer capisce, una protesta gli sale in gola. Non devono fare questo a Dave, trattarlo come un animale. Per l’amor di Cristo, è un uomo.

— Dave, attento! Non lasciarla avvicinare! — grida.

— Posso guardare, maggiore? È bello. Cos’è? — Judy si sta avvicinando, la mano protesa verso il crocefisso. — Ha una siringa. Attento! — Ma Dave si è già girato. — Non profanare, donna! — Agita la croce verso di lei come un’arma, così minacciosa che ella indietreggia a mezz’aria e mostra l’ago luccicante nella sua mano. — Serpente! — La colpisce su una spalla, sollevandosi. — Blasfema! — scandisce nella sua voce solita. — Bisogna cominciare a mettere un po’ d’ordine, qua attorno. Mettetevi contro quel muro. Tutte. — Attonito, Lorimer vede che Dave tiene una piccola pistola nell’altra mano; una piccola pistola grigia. Deve averla avuta sin dal tempo di Houston. Speranza e atarassia scompaiono: è gettato nella disperata realtà.

— Maggiore Davis — dice Lady Blue. Fluttua diritta verso di lui, tutte lo fanno, avanti verso la pistola. Oddio. Sanno cos’è? — Ferme! — grida Lorimer. — Fate quel che dice, per l’amor del cielo. Quella è una pistola, può uccidervi. Spara proiettili di metallo! — Comincia a costeggiare le piante avvicinandosi a Dave. — Sta’ indietro!

Dave lo minaccia con l’arma. — Prendo il comando di questa nave, nel nome di Dio e degli Stati Uniti d’America.

— Dave, metti via quella pistola. Non vorrai ammazzare qualcuno?

Dave lo guarda, ruotando la pistola. — Ti avverto, Lorimer, vai là con loro. Geirr è un uomo, quando è sobrio. — Guarda le donne che gli si stanno ancora avvicinando, perplesse, e capisce. — Benissimo. Lezione numero uno: guardate questo.

Prende deliberatamente di mira le gabbie delle iguana e fa fuoco. C’è un botto e un sibilo. Una lucertola esplode, sanguinante. Voci che gridano, un forte trillo meccanico squilla sovrastando ogni cosa. — Una falla! — Due corpi sfrecciano verso l’uscita lontana.

Nella confusione, Lorimer vede Dave che, con calma, indietreggia verso il boccaporto, davanti a loro, la pistola pronta.

Lorimer nuota freneticamente verso la rastrelliera per tagliargli la strada. Cerca di afferrare un estintore, ma fallisce e rimane lì a scalciare nell’aria. L’allarme cessa.

— Starai lì finché non deciderò dove spedirti — annuncia Dave. Ha raggiunto il boccaporto, sta afferrando e girando il comando dell’enorme porta stagna. Succederà un disastro, capisce Lorimer. — Non farlo, Dave! Ascoltami. Ci ammazzerai tutti. — Il sentirsi così allarmato scuote Lorimer. Adesso sa a cosa servono tutte quelle dannate sfere, e ha terrore della morte. — Dave, ascoltami!

— Chiudi il becco! — La pistola oscilla verso di lui. La porta si muove. Lorimer mette un piede a terra. — Giù! È una bomba! — Con tutta la sua forza lancia la pesante bombola verso la testa di Dave, e si slancia a sua volta. — Attento! — E fluttua disperato, con mosse lente, sentendo la pistola che spara di nuovo e voci che gridano. Dave sbaglia il colpo. Sopra la sua testa gli spari sono violenti. Si china ad afferrargli i capelli. Gli arriva un duro pugno nello stomaco e, passando, una gamba di Dave gli sferra un calcio. Ma lui con un braccio gli serra la gola.

Il grande uomo saltella come un toro che scalpita in tutte le direzioni.

— Prendi la pistola. Prendila! — Corpi lo urtano incassando colpi.

Mentre il braccio di Lorimer perde forza, una mano gli serpeggia vicino posandosi sulla spalla di Dave. Sbattono entrambi contro il boccaporto, aggrovigliati. Il corpo di Dave cessa improvvisamente di resistere. Lorimer lo allontana da sé per liberarsi. Ne vede la faccia contorta inclinarsi lentamente indietro, fissandolo.

— Giuda!

Gli occhi si chiudono. È finita. Lorimer si guarda attorno. Lady Blue ha in mano la pistola e sta mirando in basso. — Mettila giù! — ansima senza respiro. Lei continua ad esaminarla.

— Ehi, grazie! — Andy-Kay ghigna ironicamente verso di lui, strofinandosi la mandibola. Sorridono tutti, parlandogli affettuosamente, tastando se stesse e i loro vestiti a brandelli. Judy Dakar ha un occhio che comincia a diventare nero. Connie tiene per la coda l’iguana spappolata.

Accanto a lui Dave fluttua respirando affannosamente. La sua faccia inebetita è rivolta verso il sole.

— Giuda… — Lorimer sente dentro di sé l’ultima difesa che si rompe, e la desolazione lo inonda.

Il mio capitano giace sul ponte…

Andy-che-non-è-un-uomo si avvicina e chiude bruscamente la cerniera della giacca di Dave. Poi, afferrandolo saldamente, lo trascina fuori. Judy Dakar li ferma, giusto il tempo di avvolgere la catenella del crocefisso attorno alla mano di Dave. Qualcuno ride senza ironia, mentre passano. Per un istante Lorimer torna con la mente al gabinetto dell’Evanston. Non ci sono più, quelle piccole, sghignazzanti ragazze. È tutto finito per sempre. Finito, come i compagni che lo aspettavano all’uscita per fare gli sbruffoni. Bud ha ragione, pensa. Niente conta più. Disperazione e rabbia lo martellano. Adesso sa quale pensiero lo minacciasse. Non la loro vulnerabilità: la sua!

— Erano bravi uomini — commenta, amaramente. — Non erano cattivi. Non sapete cosa vuol dire male: voi gliene avete fatto. Li avete distrutti facendogli quelle cose pazzesche. È stato interessante? Avete imparato abbastanza? — Cerca di sfoderare una voce accorata. — Tutti nutrono fantasie aggressive, ma loro non le avevano mai messe in atto. Mai, fino a quando voi non li avete avvelenati.

Lo osservano in silenzio. — Nessuno le ha — dice Connie alla fine. — Quelle fantasie, intendo.