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— Con una ragazza? — obbietta Bud.

— Loro lo hanno fatto. Stai registrando, Bud?

— Rrricevuto — egli sogghigna. — Questa sicuramente non sembra una russa. Chi diavolo è Judy? — Dave riflette per un secondo, accende il microfono. — Qui il maggiore Norman Davis, comandante dell’astronave degli Stati Uniti Sunbird Uno. Vi abbiamo sullo schermo. Chiediamo la vostra identità. Ripeto, chi siete? Passo.

— Judy, piantala con gli scherzi — geme la voce. — Ti perderemo tra un minuto, non capisci che siamo preoccupate per te?

— Sunbird a nave non identificata. Qui non c’è Judy. Ripeto, non c’è Judy. Chi siete? Passo.

— Cosa… — esclama la ragazza, e viene interrotta da qualcuno che dice: — Aspetta un momento, Ann. — Il ricevitore gracchia, quindi un’altra donna parla. — Qui è Lorna Bethune da Escondita. Che sta succedendo?

— Qui il maggiore Norman Davis, comandante della missione degli Stati Uniti Sunbird in direzione Terra. Non conosciamo nessuna astronave Escondita. Vorreste identificarvi? Passo.

— L’ho appena fatto. — La voce si alza con la stessa pronuncia nasale strascicata. — Non ci sono navi spaziali Sunbird, e non siete diretti verso la Terra. Se è ancora uno scherzo, non è affatto divertente.

— Non è un gioco, signora! — esplode Dave. — Questa è la missione circumsolare americana e noi siamo astronauti americani. Non apprezziamo la vostra interferenza. Passo. — La donna comincia a parlare ma è soffocata da interferenze statiche. Due voci si accavallano brevemente. Lorimer pensa di sentire le parole «Programma Sunbird» e qualcos’altro. Bud aziona il riduttore. L’interferenza si riduce a un ronzio. — Ah, maggiore Davis — la voce è più debole. — Vi ho sentiti dire che siete diretti verso la Terra? — Dave guarda accigliato il microfono e dice brevemente: — Affermativo.

— Bene, non capiamo la vostra orbita. Dovete avere delle caratteristiche di volo molto insolite. I nostri calcoli dimostrano che non potreste raggiungere niente con la vostra attuale direzione. Perderemo il contatto tra un minuto o due. Volete dirci dove vedete la Terra, adesso? Non importano le coordinate, diteci solo la costellazione. — Dave esita, poi porge il microfono: — Doc.

— L’apparente posizione della Terra è nei Pesci — dice Lorimer alla voce. — Approssimativamente tre gradi dal punto Gamma.

— No — risponde la donna, — non vedete che è nella Vergine? Non potete vedere fuori per niente? — Gli occhi di Lorimer si posano sulla macchia brillante dell’oblò.

— Abbiamo avuto dei danni…

— Aspetta — lo interrompe Dave — … ad un oblò. Durante la perturbazione orbitavamo in perielio. Naturalmente conosciamo la direzione relativa della Terra a questa data, 19 ottobre.

— Oh! Ma è marzo, il 15 marzo. Voi dovete… — La sua voce si perde in un fischio. Sono tutti protesi verso il microfono. Lorimer è a testa china. I rumori dallo spazio gemono e crepitano come la risacca. L’astronave sconosciuta è troppo vicina all’orizzonte coronale.

— Dietro di voi… — si sente. Molti stridori: — Banda, provate… nave… se potete il vostro segnale… — Nient’altro. Lorimer indietreggia fissando lo splendore nell’oblò. Deve essere Spica, ma si è allargato come se una seconda sorgente fosse lì vicino. Impossibile. Una crescente agitazione l’invade. Le voci delle donne gli risuonano in testa. — Playback — dice Dave. — Houston sarà felice di sentirlo. — Ascoltano ancora la ragazza che chiama Judy, la donna che si presenta come Lorna Bethune. Bud alza un dito. — C’è una voce d’uomo. — Lorimer ascolta attentamente le parole che crede di aver udito. Il nastro finisce. — Aspetta che Packard abbia questo. — Dave si sfrega le mani. — Ricordate cosa dissero di Howie? Pretendevano di averlo salvato.

— Sembra che ci vogliano sulla loro frequenza — ghigna Bud. — Devono pensare che ci siamo allontanati. Ehi, tra poco ci sarà folla, qua fuori.

— Se si fanno sentire rispondi, Bud. Le batterie ce la faranno. — Lorimer guarda lo scintillio di Spica o di Spica più qualcos’altro, domandandosi se è sempre in sé. La casuale intercettazione di qualche trucco, o impresa, qua fuori, in questa incredibile solitudine… Ad alta voce dice: — Escondita, è un nome insolito per una missione sovietica. Credo che significhi «nascosta» in spagnolo.

— Sììì! — esclama Bud. — Ehi, so cos’è questo accento, è australiano. Abbiamo avuto qualche coniglietta australiana ad Hickam… Supponete che Woomera stia mettendo in orbita qualche specie di missione combinata. — Dave scuote la testa: — Non ne hanno assolutamente la possibilità. — Ci siamo imbattuti in qualche fenomeno completamente sconosciuto, Dave — esclama Lorimer pensosamente. — Vorrei fare un controllo visuale.

— Hai preso un granchio, Doc?

— No, la Terra è dove ho detto, se è ottobre. La Vergine è dove dovrebbe apparire in marzo.

— Allora è così. — Dave sogghigna uscendo dal sedile. — Hai dormito cinque mesi, Rip van Winkle? C’è tempo per una bevuta prima di fare il piano di lavoro.

— Quello che vorrei sapere è come sono queste donne — dice Bud, chiudendo il trasmettitore. — Posso aiutarla con la sua tuta, signorina? Signorina, faccia entrare questo, pissi, pissi, pissi? Mi stai ascoltando, Doc?

— Bene. — Lorimer sta riponendo le sue carte. Gli altri vanno attraverso il tunnel nel piccolo «soggiorno» senza fare ulteriori commenti sulla presenza della nave o delle navi sconosciute là fuori. Lo stesso Lorimer è più scosso di quel che vuol sembrare; è stata quella dannata frase. Il noioso periodo dell’esercizio passa rapidamente. Pranzo; mettono i containers al minimo per risparmiare le batterie. Di nuovo pollo «à la king», Bud mette del ketchup sul suo e rompe l’abituale silenzio con un buffo aneddoto su una australiana, laboriosamente autocensurato in conformità al codice non scritto in uso sul Sunbird. Dopo pranzo Dave ritorna nel modulo di comando. Bud e Lorimer continuano il loro lavoro abituale di verifica dei rivestimenti e degli imballaggi per una stima dei danni da riparare prima che le radiazioni diventino dannose. Hanno appena sparecchiato quando Dave li chiama. Lorimer arriva attraverso il tunnel in tempo per sentire squillare la voce di una ragazza.

— … Un noioso disinnesto. Còsa ha detto Lorna? Qui Gloria, passo. — Egli alza bruscamente il LURP e comincia a sondare. Niente risultati, questa volta. — Sono tutt’e due in linea dietro di noi, o nel quadrante controsole.

— Non posso isolarle. — Adesso l’altoparlante emette un altro suono leggero. — Questa potrebbe essere la loro base di controllo.

Dice Dave: — Quali sono le coordinate, Doc?

— Cinque ore: Siberia Nord Occidentale, Giappone, Australia.

— Ve l’ho detto, siamo nei guai. — Bud aumenta con precauzione la capacità dell’alimentatore dell’antenna. — L’intelaiatura è storta, ecco cos’è.

— Non romperla — dice Dave sapendo che Bud non lo farà. Lo stridio e le vibrazioni smettono.

— Ehi, possiamo usarlo davvero — fa Bud. — Possiamo tararlo su di loro. — Una voce forte, da soprano, parla improvvisamente: — … Potrebbero essere fuori della vostra orbita. Provate intorno a Beta, in Ariete.

— Un’altra donna. Abbiamo un’allucinazione! — esclama Bud allegramente. — Abbiamo un miraggio. Credo che i nostri problemi siano risolti. Quella bestia ha sballato di 149 gradi. — La prima ragazza si rifà viva: — Li vediamo, Margo! Ma sono così piccoli, come possono vivere lì dentro? Forse sono dei minuscoli alieni! Passo.

— Questa è Judy — fa Bud. — Dave, è strano, è tutto in inglese. Deve essere uno scherzetto delle N.U. — Dave si massaggia i gomiti, contrae i pugni: è pensieroso. Attendono. Lorimer pensa ai 149 gradi dal punto Gamma, nei Pesci. Dopo tredici minuti la voce della terra esclama: — Judy, chiama le altre, vuoi? Stiamo per trasmettere la registrazione. Pensiamo che la potreste sentire tutte. Due minuti. Oh, mentre aspettiamo, Zebra vuol dire a Connie che il bambino sta bene? E abbiamo una nuova vacca.