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Non ero con lui, quando morì.

Dopo Bressia, fui promosso. Ricevetti l’incarico più impegnativo e delicato mai affidato a un semplice console: rappresentante diplomatico dei negoziati diretti con gli Ouster stessi.

Prima fui inviato su Tau Ceti Centro, per una lunga conferenza con il comitato del senatore Meina Gladstone e di alcuni consiglieri IA. Incontrai di persona la Gladstone. Il piano era complicatissimo. In poche parole, bisognava provocare gli Ouster perché attaccassero, e la chiave della provocazione era il pianeta Hyperion.

Gli Ouster tenevano d’occhio Hyperion fin da prima della Battaglia di Bressia. I nostri servizi segreti sostenevano che erano ossessionati dalla Tombe del Tempo e dallo Shrike. Il loro attacco alla nave ospedale che trasportava fra gli altri il colonnello Kassad era stato un errore di calcolo: il capitano della loro nave si era lasciato prendere dal panico, perché aveva confuso la nave ospedale con una spin-nave militare. Ma la cosa peggiore, dal punto di vista degli Ouster, era un’altra: facendo atterrare le navette nei pressi delle Tombe, lo stesso comandante aveva rivelato che gli Ouster erano in grado di sfidare le maree di tempo. Quando lo Shrike decimò le loro squadre d’assalto, il capitano della nave-torcia tornò allo Sciame e fu giustiziato.

Ma i nostri servizi segreti sostenevano che l’errore di calcolo degli Ouster non era stato un disastro totale. Aveva procurato loro preziose informazioni sullo Shrike. E la loro ossessione per Hyperion era cresciuta.

Gladstone mi spiegò come l’Egemonia contava di sfruttare a suo favore questa ossessione.

L’essenza del piano consisteva nel provocare gli Ouster ad assalire l’Egemonia. Il punto focale dell’attacco doveva essere lo stesso Hyperion. Mi fu fatto capire che la conseguente battaglia riguardava più la politica interna della Rete che gli Ouster. Elementi del TecnoNucleo si erano opposti da secoli all’ingresso di Hyperion nell’Egemonia. Gladstone mi spiegò che questo non era più nell’interesse dell’umanità e che l’annessione forzata di Hyperion, con il pretesto di difendere la Rete stessa, avrebbe consentito a una coalizione IA più progressista di acquisire maggior potere. Il mutamento dell’equilibrio di potere nel Nucleo avrebbe favorito il Senato e la Rete, ma non mi fu spiegato come. La potenziale minaccia degli Ouster sarebbe stata sradicata una volta per tutte. Per l’Egemonia sarebbe iniziata una nuova era di splendore.

Non occorreva, mi spiegò Gladstone, che io mi offrissi volontario: la missione sarebbe stata rischiosa sia per la mia carriera sia per la mia vita. Accettai comunque.

L’Egemonia mi fornì una nave privata. Chiesi una sola modifica: l’aggiunta d’un antico pianoforte Steinway.

Per mesi viaggiai da solo, sotto la spinta dei motori Hawking. Per altri mesi vagai in zone dello spazio dove lo Sciame Ouster migrava regolarmente. Alla fine la mia nave fu scoperta e catturata. Gli Ouster tennero per buono che fossi un corriere e capirono che ero una spia. Discussero se dovevano uccidermi, ma non mi uccisero. Discussero se trattare con me e alla fine decisero di trattare.

Non cercherò di descrivere la bellezza della vita nello Sciame: le città globulari a gravità zero, le fattorie cometa e i grappoli di pulsione, le microforeste orbitali e i fiumi migratori, i diecimila colori e toni di vita a Settimana Rendezvous. Basti dire che secondo me gli Ouster hanno fatto quel che l’umanità della Rete non è riuscita a fare nell’ultimo millennio: si sono evoluti. Mentre noi viviamo nelle nostre società derivative, pallide immagini della vita su Vecchia Terra, gli Ouster hanno esplorato nuove dimensioni dell’estetica e dell’etica, delle bioscienze e dell’arte, e tutte le cose che devono cambiare per poter riflettere l’anima umana.

Barbari, lì chiamiamo. E intanto timidamente ci aggrappiamo alla nostra Rete, come Visigoti acquattati nelle rovine dello svanito splendore di Roma, e ci proclamiamo civili.

Entro dieci mesi standard, avevo rivelato il mio segreto più grande e gli Ouster mi avevano rivelato il loro. Spiegai in tutti i particolari a me noti il piano per la loro estinzione studiato dai collaboratori di Gladstone. Dissi loro quanto poco gli scienziati della Rete sapessero dell’anomalia delle Tombe del Tempo e rivelai l’inesplicabile paura che il TecnoNucleo aveva di Hyperion. Descrissi come Hyperion sarebbe stata una trappola per loro, se avessero osato assalirlo e occuparlo; come ogni elemento della FORCE era stato trasferito nel sistema di Hyperion per distruggerli. Rivelai tutto ciò che sapevo e attesi di nuovo la morte.

Anziché uccidermi, mi dissero alcune cose. Mi mostrarono intercettatori di astrotel, registrazioni a raggio compresso, e i loro stessi documenti d’archivio a partire da quando erano fuggiti dal sistema solare della Vecchia Terra, quattro secoli e mezzo prima. I loro fatti erano terribili e semplici.

Il Grande Errore del ’38 non era stato un errore. La morte della Vecchia Terra era stata voluta, pianificata da elementi del TecnoNucleo e dalle loro controparti umane nel balbettante governo dell’Egemonia. L’Egira era stata pianificata nei particolari, decenni prima che il buco nero vagabondo precipitasse “accidentalmente” nel cuore della Vecchia Terra.

La Rete dei Mondi, la Totalità, l’Egemonia dell’Uomo… sono basate tutte sul più perverso tipo di parricidio. Ora erano mantenute con una quieta e deliberata politica di fratricidio: l’assassinio di qualsiasi specie che mostrasse anche il minimo accenno di essere un potenziale rivale. E gli Ouster, l’unica tribù umana libera di vagare fra le stelle, e l’unico gruppo non dominato dal TecnoNucleo, era il primo nel nostro elenco di estinzioni.

Tornai nella Rete. Erano trascorsi più di trenta anni locali. Meina Gladstone era diventata PFE. La Rivolta Siri era una romantica leggenda, una nota a piè pagina nella storia dell’Egemonia.

M’incontrai con Gladstone. Le dissi molte delle cose che gli Ouster mi avevano rivelato… ma non tutte. Sapevano, le dissi, che una eventuale battaglia per Hyperion sarebbe stata una trappola, ma che ci sarebbero andati comunque. Gli Ouster, le dissi, volevano che io diventassi console su Hyperion, in modo da operare come agente doppio durante la guerra.

Non le dissi che avevano promesso di darmi un marchingegno che avrebbe aperto le Tombe del Tempo e avrebbe scatenato lo Shrike.

Il PFE Gladstone ebbe con me lunghe discussioni. Gli agenti della FORCE:spionaggio ebbero con me discussioni ancora più lunghe, alcune di mesi interi. Tecnologia e droghe confermarono che dicevo la verità e che non nascondevo nulla. Anche gli Ouster erano stati abilissimi, con tecnologia e droghe. Dicevo la verità. E contemporaneamente nascondevo qualcosa.

Alla fine, fui assegnato su Hyperion. Gladstone si offrì di elevare Hyperion allo stato di Protettorato e me al rango di ambasciatore. Declinai tutt’e due le offerte, ma chiesi che mi lasciassero la nave personale. Arrivai con una spin-nave regolare; la mia nave privata arrivò alcune settimane dopo, nella stiva di una nave-torcia in visita. Fu lasciata in orbita di parcheggio, con l’intesa che potessi chiamarla e andarmene quando volevo.

Da solo su Hyperion, rimasi in attesa. Trascorsero gli anni. Lasciai che il mio vice governasse quel mondo periferico, mentre io mi ubriacavo da Cicero e aspettavo.