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E dietro all’Occhio vide un triangolo minuscolo, color grigio brillante.

— Uhm — fece Louis piano. Era proprio un triangolo piazzato nel grigiore caotico dell’orizzonte-infinito. Allora là era ancora giorno, sebbene lui stesse guardando a Starboard…

Il binocolo gli rivelò ogni particolare, nitido e netto come i crateri della Luna. Un triangolo irregolare con la base marrone rossiccio e l’apice lucente come neve sporca. Era Pugno-di-Dio. Sì, era molto più grande di quanto non pensassero; per essere visibile a quella distanza, la montagna doveva addirittura sporgere al di sopra dell’atmosfera.

Dopo il disastro della Liar, i volocicli avevano volato per centocinquantamila miglia; Pugno-di-Dio doveva avere un’altitudine di mille miglia. Louis fischiò, e puntò di nuovo il binocolo.

— Salute, Louis — ruggì Speaker-agli-Animali. E gli mostrò una carcassa sanguinolenta che aveva le dimensioni di una capra. Con un solo morso staccò un pezzo di carne che sarebbe bastata per fare una bistecca alla Chateaubriand. I denti gli servivano più a frantumare le ossa che a masticare.

Risuonarono dei passi.

Doveva avere la mania di cambiarsi d’abito, pensò Louis. Adesso indossava un ricco mantello a pieghe grigio e arancione.

Lo kzin gli allungò una zampa sanguinante, con lo zoccolo e la pelle ancora attaccati: — Ne ho messo da parte un pezzo per te. È morto da un po’, ma non importa. Sbrighiamoci. Il mangia-erba non ci vuole vedere, mentre mangiamo carne.

— Il mangia-erba non ci può vedere.

— Sì, invece. Sta guardando il panorama dalla mia finestra.

Louis sgranò gli occhi: — Vuoi dire che è tornato?

— Certo.

Louis rimase incerto per un attimo. Poi si decise. Prima di parlare con il burattinaio, era meglio rimettersi in forze. Addentò la carne. Non ne ebbe nausea né schifo. Aveva fame.

Per rispetto ai gusti vegetariani di Nessus, gettarono le ossa dalla finestra, sopra la città. Nessus si affacciò alla porta. Annusò l’aria che sapeva di carne.

— Bene. La ragazza è condizionata solo in parte — disse.

— Un momento. Chi è?

— Un’astronauta. Fa parte di una nave-sperone.

— È lei che ci ha intrappolati come topi?

Nessus non rispose. Aveva un atteggiamento ambiguo.

LA RAGAZZA CHE VIENE DA OLTRE IL BORDO

— Hai parlato con la ragazza? Hai fatto amicizia? Che cosa ti ha detto? Chi è?

— Troppe domande — rispose Nessus. — Vi dirò tutto a suo tempo.

— Bene — disse Louis polemicamente. — La ragazza è tua personale proprietà, evidentemente.

— Non vuole vedere Speaker. Le fa paura.

— Ha paura anche di me? Sono un umano come lei… — sbuffò Louis. Poi si calmò: — Coraggio Nessus, puoi dirci liberamente quel che hai deciso con la ragazza.

— Non ho deciso niente. Ma forse può toglierci dagli impicci.

— E in che modo?

— Si chiama Halrloprillalar Hotrufan. Ha viaggiato per duecento anni su una nave-sperone, la Pioneer, percorrendo un ciclo che comprende quattro stelle oltre al suo sistema originario. Prima che l’Anello venisse costruito, quei cinque mondi erano sovrappopolati da umani. Ora sono abbandonati come gli altri, coperti dalla vegetazione selvaggia e dalle macerie delle città.

— E lei chi è, che cosa faceva sulla Pioneer?

— Non so. Ma non credo che avesse un lavoro complicato. L’equipaggio era di trentasei persone. Trentaquattro uomini e due donne.

— Va bene — disse Louis agitando una mano. — Ho capito qual era la sua professione. Che altro ti ha detto?

— La Pioneer veniva da uno dei cinque mondi regrediti. L’equipaggio voleva scendere sull’Anello. Ma non videro segni di vita… Scesero con i loro mezzi, in uno spazioporto deserto.

— Dove sono gli altri uomini dell’equipaggio?

— Non so. Morti, forse. È rimasta lei, Halrloprillalar.

— Per favore, chiamala Prill. Impiegheremo meno tempo.

— La Pioneer possiede un impianto che la ragazza chiama cziltang brone. Ho intuito che si tratta di un sistema generatore di osmosi.

— Interessante — commentò ironicamente Speaker. — Che cosa si può fare con un generatore di osmosi?

— Se non ho capito male, consente di attraversare una struttura solida.

— Accidenti! — gridò Louis. — Vuoi dire che potremo far passare la Liar attraverso la base dell’Anello, e di ritrovarci all’esterno?

— Forse — rispose il burattinaio. — Soltanto forse.

— E forse, soltanto forse, noi non riusciremo mai a cavarci da questo impiccio.

Nessus non rilevò il tono amaro di Speaker. — Alla Pioneer - continuò il burattinaio, — era accaduto un incidente. Un raggio di osmosi, alterato da una calibratura sbagliata… o qualcosa del genere, ha trapassato la nave. Due dell’equipaggio sono morti, conficcati nel pavimento di metallo fino alla cintura.

— E gli altri? — chiese Louis.

— Hanno subito lesioni permanenti al cervello. Sono impazziti.

— Tutti?

— Molti. Sono rimasti in una quindicina. Il comandante ha tentato di ripartire per mezzo dello cziltang brone - Nessus pronunciava quel nome come uno sternuto, — ma non ha funzionato. Il Mondo ad Anello è apparso davanti a loro come un’unica rovina. Niente altro che primitivi. E non era possibile trovare pezzi di ricambio per il sistema di osmosi.

Louis si grattò la nuca, pensieroso: — E come riusciremo a farlo funzionare, noi che non sappiamo nemmeno di che si tratta?

— Lei, la ragazza, dove è nata? — chiese Louis.

— Qui, sul Mondo ad Anello. I suoi antenati erano emigrati su altre stelle. Ora, la Pioneer tornava in esplorazione alle origini, sperando di ritrovare un ambiente adatto per la sopravvivenza.

Prill gli aveva raccontato che diverse colonie di Anellari si erano stabilite in cinque mondi lontani da Ringworld. Nel giro di centomila anni, li avevano contaminati al punto da renderli inabitabili. Li avevano avvelenati, e ricoperti di immondizie e macerie. I mari erano serviti come fogna di scarico per le industrie.

— Una volta è successo anche su Terra — disse Louis Wu.

— Speravano di trovare l’Anello così come l’avevano lasciato i loro avi — rispose Nessus.

— E invece — sospirò Louis, — questa meravigliosa, immensa e stupefacente costruzione cosmica sta ruotando attorno alla sua stella come un ferrovecchio. Forse, i costruttori dell’Anello avevano previsto i cicli storici della civiltà.

— Non sappiamo — fece Nessus. — Prill mi ha detto che la decadenza dell’Anello è causata da una forma di vita batterica. L’hanno portata altre spedizioni, dallo spazio. Era una forma di vita che distruggeva le strutture di superconduzione dell’ambiente.

— Esattamente come su Terra — commentò Louis.

— I primi tipi di batteri potevano venire distrutti con facilità. Poi, altre navi portarono sull’Anello batteri più resistenti, e il tipo più forte ha prolificato attaccanto la vegetazione, gli impianti elettromagnetici… tutto. Anche i ricevitori di energia dell’Anello.

— Quali ricevitori di energia? — chiese Speaker.

— Quelli sistemati sulle zone d’ombra. Irradiavano termoelettricità sull’Anello.

— Ancora oggi la irradiano.

— Si consuma gradualmente, zona per zona.