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La distruzione dei ricevitori di energia aveva causato il crollo delle case, dei palazzi, delle città. In qualche punto dell’Anello le costruzioni resistevano ancora, come nel caso del Castello Paradiso. Ma per quanto tempo?

— E così sta morendo il Mondo ad Anello — concluse Speaker.

— E noi con lui — disse Louis Wu.

— È stata una fortuna incontrare Halrloprillalar — fece Nessus. — Ci ha risparmiato un viaggio inutile. Non c’è più bisogno di proseguire fino alla parete del bordo.

Louis si sentiva battere la testa. L’emicrania ingigantiva.

— Fortunati, sicuro — disse Speaker con tono amaro. — Come no? Se questa è fortuna, perché non scoppio di allegria? Abbiamo perso anche l’ultima magra speranza di cavarcela. I nostri veicoli sono a pezzi, e uno di noi si è smarrito nei labirinti di questa città.

— È morta — disse Louis. Gli altri si volsero a guardarlo. Indicò un oggetto nell’oscurità. Il volociclo di Teela era abbastanza evidente, illuminato com’era da uno dei quattro fanali.

— D’ora in poi la fortuna ce la dobbiamo procurare da soli — disse.

— La fortuna di Teela era saltuaria, ricordatelo. Deve essere così, altrimenti non sarebbe salita a bordo della Liar e non sarebbe precipitata. — Il burattinaio fece una pausa, poi aggiunse: — Hai tutta la mia comprensione, Louis.

— Teela ci mancherà — borbottò Speaker.

Louis avrebbe dovuto sentirsi più triste, ma l’incidente accaduto nell’Occhio dell’uragano aveva alterato i suoi sentimenti per Teela. Gli era sembrata meno umana di Speaker e di Nessus. Era una creatura mitica, mentre gli alien erano reali.

— Creiamoci un altro obbiettivo — fece Nessus, — e cerchiamo il modo di riportare la Liar nello spazio. Vi confesso, però, che non ho la minima idea di come fare.

— Io invece sì — disse Louis.

Speaker sembrò sorpreso. — Di già?

— Ho bisogno di pensarci ancora un po’. Non sono sicuro che sia una buona idea. Comunque ci serve un volociclo. Fatemi pensare un momento.

— Si potrebbe costruire una specie di slitta, facendola poi trainare dal volociclo che ci è rimasto. Una slitta enorme…

— Si può fare qualcosa di meglio.

Il centro dell’edificio era occupato dai macchinari. Ascensori, condizionatori d’aria e condensatori d’acqua. Un’unica sezione, isolata dalle altre, era occupata dai generatori della trappola elettromagnetica. Nessus si dava da fare. Louis e Prill lo assistevano, ignorandosi a vicenda, imbarazzati.

Speaker era rimasto nella prigione perché Prill si era rifiutata di lasciarlo salire.

Prill cominciava a interessare a Louis. La studiava di sottecchi. La ragazza aveva una bocca sottile, quasi senza labbra. Il naso era piccolo, corto e diritto. Non aveva sopracciglia. Per questo il suo viso era sempre privo di espressione. I suoi tratti erano appena più marcati di quelli di un manichino per parrucche.

Dopo due ore di lavoro, le teste di Nessus fecero capolino dietro a un pannello di accesso. — Non riesco a ottenere la forza motrice che ci serve. I campi di sospensione ci solleveranno e basta. Ma ho sistemato un meccanismo regolatore che ci terrà fermi in un punto. Adesso l’edificio è in balia dei venti.

Louis sogghignò. — O di un rimorchio. Attacca una corda al tuo volociclo, e tirati dietro l’edificio.

— Non c’è bisogno. Il volociclo ha un propulsore a nonreazione. Si può lasciare all’interno dell’edificio.

— Ci avevi già pensato, eh? Quel propulsore è troppo forte. Se il volociclo si sfascia lì dentro…

— Sss…ì. — Il burattinaio si rivolse a Prill parlandole lentamente e a lungo nel linguaggio degli Dèi dell’Anello. — C’è una scorta di plastica elettroselettiva — disse subito dopo a Louis. — Possiamo infilare il volociclo nella plastica lasciando fuori le leve di controllo.

— Non è una risoluzione un po’ drastica?

— Louis, se il volociclo si sfascia, potrei farmi male.

— Be’… può darsi. Si può fare atterrare l’edificio quando ci pare?

— Sì, ho una leva che controlla l’altitudine.

— Allora non c’è bisogno di un ricognitore. Va bene, faremo così.

Louis si stava riposando, senza dormire, supino sul largo letto ovale. Fissava la finestra sferica sul soffitto.

Una corona luminosa bordava la zona d’ombra; il tramonto non era lontano ma la luce azzurra dell’Arco splendeva nel cielo.

— Devo essere matto — disse, — ma cos’altro possiamo fare?

La camera da letto doveva appartenere all’alloggio del governatore. Adesso era stata trasformata in una sala-controlli. Insieme a Nessus aveva montato il volociclo dentro un ampio armadio, ricoprendolo di plastica. Poi, con l’aiuto di Prill, avevano fatto passare la corrente attraverso la plastica. L’armadio sembrava fatto su misura.

Il letto puzzava di vecchio e scricchiolava a ogni movimento.

— Pugno-di-Dio — disse Louis nel buio. — L’ho visto bene: è alto mille miglia. Non c’è senso a costruire una montagna così alta. — S’interruppe, mettendosi improvvisamente a sedere sul letto: — Il filo metallico! — gridò.

Un’ombra sgattaiolò nella camera.

Louis si sentì gelare. Intravide rapidi movimenti, ombre impercettibili venire verso di lui. Era una donna nuda.

Un’allucinazione? Il fantasma di Teela Brown? Prima che potesse rendersene conto, la donna aveva raggiunto il letto. Con atteggiamento sicuro si sedette accanto a lui, e allungò le mani sfiorandogli il viso con le dita.

Era quasi calva, sebbene avesse una frangia di capelli lunghi e neri che ondeggiavano, ad ogni passo, sulla nuca. I lineamenti del viso si confondevano nell’oscurità. Il corpo era delizioso. Era la prima volta che intravedeva le sue forme. Era snella, con i muscoli scattanti di una ballerina. Il seno era alto e pesante.

— Va via — le disse Louis Wu senza asprezza. Le afferrò il polso interrompendo la sua carezza. Si alzò e la tirò gentilmente per i piedi. Poi le afferrò le spalle. Se l’avesse rigirata e le avesse dato una sculacciata?

Lo toccò sul petto, e improvvisamente Louis fu accecato dal desiderio. Le due mani strinsero le spalle della ragazza.

Louis era eccitato. Se lo avesse respinto, adesso l’avrebbe presa a forza, l’avrebbe…

… Ma la parte cosciente dentro di lui gli diceva che Prill era capace di gelarlo con la medesima velocità con cui l’aveva eccitato. Era un giovane satiro e una marionetta nel medesimo tempo. Ma non gliene importava proprio niente.

Il viso di Prill era gelido come sempre.

Lo portò lentamente all’orgasmo che sopraggiunse come una scarica elettrica.

Quando si calmò, Louis si accorse appena che lei se ne stava andando. Prill sapeva bene che lui era esausto. Dormiva già prima che lei raggiungesse la porta.

Quando si svegliò il suo primo pensiero fu: Perché l’ha fatto?

Non analizzare troppo, disse tra sé, è sola. Deve essere qui da molto tempo. È una raffinata, nella sua arte, e non ha più speranza di metterla in pratica…

Che abilità. Era laureata in Prostituzione? Non era una delle solite ragazze. Louis riconosceva l’esperienza in qualsiasi campo, e quella donna ne aveva da vendere.

Toccare quei nervi nella giusta successione… La giusta conoscenza può ridurre un uomo al rango di marionetta…

marionetta della fortuna di Teela.

L’aveva sfiorata così da vicino, la soluzione di quel problema, che quando arrivò non se ne sorprese neppure.

Nessus e Halrloprillalar uscirono a ritroso dalla stanza frigorifera trascinandosi dietro la carcassa di un uccello più grosso di un uomo. Nessus l’aveva avvolto in un pezzo di tela per non toccare con la bocca la carne morta della zampa.