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— Seeker mi ha parlato di Halrlar… Horlapr… di una dea, insomma, e del palazzo che catturava le macchine. Ecco perché siamo venuti qui. Per cercarvi.

Fortuna? Teela era anche intelligente.

Prill continuava a fissare fuori dalla finestra, e rabbrividì. Forse aveva già visto formazioni come quella dell’Occhio. Piccole trafitture di asteroidi, rapidamente riparate, dovevano capitare ovunque e venivano fotografate per i giornali o i nastri d’informazione, o per che cosa diavolo ne faceva le veci, sul Mondo ad Anello. La tempesta dell’Occhio era paurosa per tutti. L’aria respirabile si disperdeva nello spazio interstellare.

Teela aggrottò le sopracciglia per l’ansietà. — Spero che l’edificio sia abbastanza solido — disse.

Louis era stupefatto. Com’era cambiata! Forse era solo perché era stata travolta da un vortice.

— Ho bisogno di te — disse la ragazza. — Voglio Seeker.

— D’accordo.

— Anche lui mi vuole, ma ha uno strano senso dell’onore. Ho cercato di parlargli di te per portarlo sul palazzo. Era a disagio, e non ha più voluto dormire con me. Crede che tu sia il mio padrone.

— Siamo alla schiavitù?

— Solo per le donne, credo. Gli dirai che non sei il mio padrone, vero?

Louis si sentì stringere la gola. — Potrei evitare tante spiegazioni vendendoti a lui, se è questo che vuoi.

— È proprio ciò che voglio: viaggiare con lui sull’Anello. Lo amo, Louis.

— Certo che lo ami. Siete fatti uno per l’altra.

Lei lo guardò, colta dal dubbio. — Non starai facendo… del sarcasmo, spero.

— Un mese fa non distinguevi il sarcasmo da un transistor. No, il bello è che non sto facendo del sarcasmo. I milioni di coppie non c’entrano perché non partecipavano all’esperimento di procreazione progettato dei burattinai.

Di colpo l’attenzione di tutti si concentrò su di lui. Persino Seeker, che lo fissava cercando di capire di che cosa stessero parlando.

Louis aveva occhi solo per Teela Brown: — Siamo precipitati sul Mondo ad Anello — le disse gentilmente, — perché era il tuo ambiente ideale. Qui avresti imparato le cose che non potevi imparare sulla Terra. Forse c’erano anche altre ragioni: una droga più efficace, per esempio, e maggiore spazio per respirare, ma la ragione principale che ti ha portato qui è imparare.

— Che cosa?

— Il dolore. La paura. La sconfitta. Da quando sei arrivata qui sei diventata un’altra donna. Prima eri una specie di astrazione. Hai mai inciampato con la punta di un piede?

— Non lo so.

— Ti sei mai scottata un dito?

Lei lo fissò. Non se lo ricordava.

— Ecco perché è precipitata la Liar. Per portarti qui. Per portarti da Seeker. Il tuo volociclo ti ha sbarcato sulla sua testa, e si è infilato nella trappola della polizia al momento giusto perché Seeker era l’uomo che sei destinata ad amare sin dalla nascita.

A questo pensiero Teela sorrise.

— Ti eri innamorata di me — continuò Louis, — perché io rappresentavo il modo per unirti a noi. Non mi ami più perché non ti servo più. E io mi sono innamorato di te perché la fortuna di Teela Brown si servisse di me come di una marionetta.

— Louis non ti capisco.

— Ma la vera marionetta sei tu, mia cara ragazza. Ballerai, attaccata al filo della tua fortuna, per tutto il resto della vita. Solo Finaglo sa se sei libera di pensare e di volere. Io non lo credo.

Teela, pallidissima, si era irrigidita stringendosi nelle spalle. Non piangeva. Aveva imparato a dominarsi. Seeker si inginocchiò davanti a lei, allarmato, tenendo d’occhio Louis, e passò il dito sulla spada. Intuiva, anche senza capirne il motivo, l’infelicità di Teela. Forse la credeva ancora proprietà di Louis Wu.

L’umano si rivolse a Nessus. Non era sorpreso che il burattinaio si fosse raggomitolato a palla, con le teste sulla pancia, isolato dall’intero universo. Lo afferrò per la caviglia, e lo rovesciò sulla schiena. Nessus tremava di paura.

— Colpa tua, burattinaio di Pierson. C’è una cosa che non capisco: come tu possa essere così potente, e nello stesso tempo così stupido. Ti rendi conto che il nostro viaggio non è che un effetto collaterale della fortuna di Teela?

Il corpo di Nessus si appallottolò ancora di più. Seeker lo guardava, affascinato. Prill sbarrava gli occhi, con stupore infinito.

Speaker cominciava a capire il discorso di Louis. — Allora, la riforma della procreazione degli umani è un mezzo fallimento. Quindi, può essere un fallimento anche il tentativo dei burattinai di condizionare gli Kzin rendendoli mansueti.

— Non è un fallimento — disse Louis, — ma sono giochi molto pericolosi. — Si rivolse a Nessus: — Coraggio, torna a casa tua, e racconta alla tua razza che Teela Brown ha ridotto in cenere le vostre leggi di probabilità statistiche.

— Non è vero, non può essere vero. — La voce di Nessus usciva attutita dalla palla.

— Adesso esci dalla tua pancia — gli ordinò Louis. — Ho un ordine da darti.

Le teste di Nessus sbucarono prudentemente: — Quale ordine?

— Voglio il cavo delle zone d’ombra. E sarai tu a procurarmelo.

Nessus si sgomitolò quasi completamente: — Mi hai svergognato davanti a tutti — piagnucolò.

— Niente chiacchiere. Siamo quasi vicini all’Occhio. Coraggio, fifone. Esci.

Il burattinaio guardò fuori dalla finestra panoramica, verso l’uragano che si avvicinava.

IL GIOCO DEL DIO

I nativi che adoravano il Paradiso si ritrovarono sulla testa due torri. Come la prima volta, la piazza dell’altare brulicava di facce simili a dorate bocche di leone.

— Siamo capitati in un giorno di festa — disse Louis. Cercava di individuare il direttore del coro.

Nessus osservava con aria intenta il Castello. La stanza-ponte dell’Improbable si trovava al medesimo livello della sala delle mappe. — Prima non ho avuto occasione di esplorare questo posto, e adesso non posso arrivarci — si lamentò il burattinaio.

— Possiamo entrarci a forza col disintegratore — suggerì Speaker, — e a calarti con una fune.

— Sarà per un’altra volta.

— Hai fatto cose altrettanto pericolose, qui.

— Sì, ma sapevo di correre dei rischi. Ora conosco il Mondo ad Anello quanto la mia gente desiderava. Se rischio la vita adesso, lo farò per ritornare a casa con tutto quello che so.

Sistemarono il palazzo della polizia a Spinward nella piazza. Nessus non spense i motori che lo sollevavano, ma si limitò a farlo atterrare. Quella che una volta era la piattaforma di guardia alle celle, si trasformò in una rampa di atterraggio dell’Improbable.

— Dobbiamo trovare il modo di maneggiare il filo — disse Louis. — Magari usando un guanto. Oppure arrotolandolo a un rocchetto fatto col metallo dell’Anello.

— Non abbiano né l’uno né l’altro — osservò Speaker. — Chissà che gli indigeni non conservino vecchi utensili. Dobbiamo parlare con loro.

— Allora vengo con voi — disse Nessus. E rabbrividì di paura. — Voi non conoscete la lingua. E Prill dobbiamo lasciarla nel palazzo, ai comandi. A meno che Louis non possa convincere l’innamorato di Teela.

Al termine innamorato, Louis fu leggermente urtato. Ma reagì: — Nemmeno Teela lo ritiene un genio. Come possiamo fidarci della sua traduzione?

— Louis, ci serve veramente il cavo delle zone d’ombra?

— Non lo so. Se non sto sognando come un drogato, ci serve. Ma non fidarti troppo del mio giudizio.

Nessus agitò le due teste da pitone: — Ora capisco. Come mai quel filo è caduto sulla nostra rotta? Tutto ci riporta a Teela Brown. Se il cavo non ci servisse, noi non saremmo qui.