— … scenderà come noi. La Liar si troverà nello spazio assolutamente sgombro a settecentosettanta miglia al secondo. C’è tutto il tempo per il filo di spingerci l’un l’altro. Se non funziona, c’è sempre il motore a propulsione del volociclo di Nessus. Come lo sapevo? Te l’avevo detto. Non continuavo a insistere sul paesaggio?
— No.
— Era l’argomento decisivo. Tutte quelle sporgenze di basamento che spuntavano tra le rocce, e la civiltà crollata solo millecinquecento anni fa! Era perché le perforazioni dei due asteroidi avevano perturbato i venti-modello. Capisci che abbiamo viaggiato solo tra le due perforazioni?
— È un ragionamento alla rovescia, Louis!
— Però ha funzionato.
— Sì. A quanto pare vivrò ancora tanto da vedere un altro tramonto — sussurrò lo kzin.
Louis sentì una scossa elettrica. — Anche tu?
— Sissignore, anch’io ammiro il tramonto, quando mi capita. Parliamo della Long Shot.
— Che cosa ti ho detto?
— Che se riuscivo a rubartela, la mia specie avrebbe dominato lo spazio conosciuto finché un’altra più potente non fosse venuta in urto con la nostra. Avremmo dimenticato tutto ciò che abbiamo imparato con tanto dolore sulla collaborazione con le altre razze.
— È vero — disse Louis nell’oscurità. Ora la spinta del filo era forte. La Liar doveva trovarsi già sulla montagna, su una pendenza di dieci gradi.
— Forse non arriveremo così lontano, se la fortuna di Teela protegge la Terra. Però sono costretto a fare un tentativo, per una questione d’onore — disse Speaker-agli-Animali. — Come posso distogliere la mia specie da un grande sentiero di guerra? Gli dèi mi sputerebbero in faccia.
— Io ti avevo messo in guardia dal recitare la parte del dio. Fa male.
— Per fortuna il problema non è così grave. Hai detto che rubando la Long Shot, la distruggerei. Il rischio è troppo grosso. Abbiamo bisogno dell’iperpropulsione per sfuggire all’urto d’onda dell’esplosione del Nucleo.
— Sì — disse Louis. Se lo kzin si fosse impossessato della Long Shot durante l’iperpropulsione, sarebbe ricaduto in un’altra gravità. Louis, che lo sapeva, gli domandò: — E se io mentissi?
— Non m’illudo di mettere nel sacco un essere della tua intelligenza.
Le fiamme solari risplendettero nuovamente nel cratere del Pugno-di-Dio.
— Pensa con che velocità siamo venuti — disse Louis. — Millecinquecento miglia in cinque giorni. Copriremo la stessa distanza in due mesi, nel ritorno. Un settimo della via più breve attraverso il Mondo ad Anello. E Teela e Seeker credono di aver tanta strada da fare.
— Sono due poveri ragazzi.
— Non abbiamo mai visto la parete, mentre loro ci riusciranno. Che cosa ci sarà sfuggito? Se le navi-sperone arrivavano alle coste dei mari forse hanno raccolto balene blu e capodogli, prima che si estinguessero. Non siamo mai arrivati al di là dell’oceano.
— Che popoli incontreranno? Le vie della civiltà sono infinite. Con quello spazio… l’Anello è così grande…
— Non possiamo ritornare indietro, Louis.
— No, non possiamo.
— No, finché non avremo rivelato il segreto ai nostri due mondi. Dopo avremo una nave nuova.