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Lo sguardo di Rheba era tempestoso, ma tutto ciò che disse fu: «Hai parlato di Concatenazione, di Azione, di aristocrazia. Parlaci di questi tre argomenti, piccoletto. E non chiamare più animali i miei amici, o ti brucerò quelle stupide trecce impomatate».

«Se la vostra Azione sarà tale da consentirci di uscire dal Recinto, ma non abbastanza buona per la Concatenazione, noi verremmo acquistati da gente troppo povera per comprare macchine». Dapsl ebbe una smorfia. «Sarebbe una tremenda perdita di casta, e dura, molto dura. Perfino i più forti non vivono a lungo in quelle condizioni. Ci verrebbe azzoppata una gamba e incatenata l’altra, e non vi sarebbe fuga né salvezza …» Si prese la testa fra le mani. «Nessuna salvezza, no … nessuna speranza!»

Nel vederlo tanto spaurito Rheba sentì che la sua rabbia se ne andava. Le restava difficile provare irritazione verso un individuo così miserevole e tremante, anche se ogni tanto esibiva la mentalità di un verme.

«L’Azione», gli ricordò. «In cosa consiste, e come se ne determina la validità?»

«Questo dipende dal vostro Talento, naturalmente», disse lui, sorpreso. «E dovete avere un Talento, altrimenti vi avrebbero mandati nella Fossa».

Rheba gettò uno sguardo a Kirtn, rammentando la brama che aveva letto sul volto del Polo Femminile. «Un Talento …», mormorò. «E la seduzione in pubblico viene considerata un’Azione, forse?»

Dapsl annuì pazientemente. «Certo. E quando è eseguita da animali di razze diverse fra loro, la si apprezza come una forma di spettacolo. Gli Gnigs e i Loradoras, ad esempio. Le femmine Gnigs son così grosse e pesanti che …»

Lei lo fece tacere con un gesto seccato. «No. Roba di questo genere non ha niente a che vedere con quel che intendiamo fare noi». Si volse agli J/taals. «M/Dere, voi siete stati scelti come possibili gladiatori?»

«Non lo so. Quando l’astronave del nostro precedente J/taaleri è stata catturata, abbiamo combattuto finché lui è rimasto in vita. Con la sua morte, annullatosi il contratto, dovevamo smettere di lottare».

Fssa aggiunse alla traduzione un suo commento personale: «Se lo schiavista li ha portati qui, è stato certo per farli partecipare a gare molto sanguinose».

«Il Loo-chim vi ha già visti combattere?», chiese Kirtn.

«No. Però lo schiavista gli ha fatto un rapporto dettagliato sulla battaglia».

«E questo dev’essere bastato», mormorò Fssa.

M/Dere annuì verso Rheba. «Faremo i gladiatori, se vorrai. Tu sei la nostra J/taaleri, e combattere è il nostro Talento».

«No», disse subito lei. «Se il Loo-chim scoprisse che siete sotto contratto con me, probabilmente ci farebbe uccidere tutti. Inoltre i giochi di gladiatori non sono molto più piacevoli di quelli erotici in pubblico». Sospirò, mordendosi le labbra. Poi ricordò gli esercizi ginnici di bell’effetto di cui gli J/taals erano capaci. «Ginnasti! Io farò giochetti di forme e colori con l’energia, Kirtn potrà cantare, e voi farete i funamboli. Che ne pensi, Dapsl? È un genere di Azione capace di piacere al Loo-chim?»

«Troppo confusionario. Tu e il grosso Peloso fareste un effetto migliore da soli».

«No», dissero insieme la ragazza e il Bre’n. Poi lei aggiunse con decisione. «Tutti insieme o nessuno».

Dapsl si strinse nelle spalle. «Un’Azione di varietà, eh? Sono le più difficili da organizzare, ma … anche le più insolite. Gli schiavi hanno sempre problemi di linguaggio o razziali, e riunirli in gruppi di attori e fantasisti non è facile». Si grattò la testa pensosamente, poi annuì. «Sì … forse può funzionare».

«E tu?», chiese Kirtn. «Quale sarà la tua Azione?»

«Naturalmente io farò il capo teatrante», stabilì l’ometto.

Capitolo 12

I GIOCOLIERI

«No, no, no!», strillò Dapsl, tirandosi le trecce in segno di rabbia impotente. «Tutti quei grugniti potranno impressionare i barbari avversari con cui combattete, ma il Loo-chim li troverà disgustosi. Fatelo di nuovo, ma con più stile!»

M/Dur ringhiò un commento che Fssa giudicò opportuno non tradurre. Sin dai primi giorni Rheba gli aveva chiarito che il suo compito era di prevenire i litigi, invece che rischiare di fomentarli traducendo anche le sgarberie, così il serpente si limitò a farsi comparire delle piume metalliche bianche e blu, belle a vedersi quanto inutili. Kirtn sorrise sotto i baffi. Anch’egli s’era ormai sentito ripetere cento volte dalla ragazza che bisognava andar d’accordo a tutti i costi con lo sgradevole ometto, il quale sembrava però incapace di rinunciare ai suoi atteggiamenti antipatici.

«Pronti?», abbaiò Dapsl, battendo il tempo con due rametti scortecciati. «E uno — e due — e tre — e quattro!»

I cinque J/taals, disposti a losanga con M/Dere nel centro, scattarono agli ordini del piccolo in una complessa serie di piroette e capriole volanti, che si conclusero con la formazione di una piramide umana. Subito iniziò la seconda parte dell’esercizio, sempre sotto l’assillante direzione di Dapsclass="underline" la piramide parve esplodere in cinque pezzi, che eseguirono ciascuno altre movenze elastiche e di bell’effetto. Come conclusione, altri salti e volteggi all’apparenza facili ma in realtà faticosissimi consentirono agli J/taals di ricostruire la piramide.

«Un po’ meglio», approvò Dapsl con un grugnito. «Ma voi femmine sudate troppo, e la vostra pelliccia sembra erba appiccicosa. Bah!»

Invece di tradurgli quella che fu la risposta di M/Dere, Fssa preferì cambiar forma ancora una volta e si fornì di un bel collarino rosso.

Dapsl batté con impazienza i bastoncini. «Di nuovo l’esercizio numero quattro. Questa volta lentamente, chiaro? Cercate di convincervi che state fluttuando, dico fluttuando. E non ansimate come mantici. Voglio che sorridiate come angioletti. Niente grugniti e smorfie, quelle vanno bene per le bestie da soma. Per piacere al Loo-chim dovete sorridere».

M/Dere indirizzò a Rheba un mugolio di disperazione. Ma la giovane Danzatrice del Fuoco era in quel momento concentrata su una gabbia di fiamme roventi, la cui costruzione richiedeva tutte le sue capacità, e non fece caso alla protesta della J/taal.

Il suo esercizio era spettacolare: quando sollevava le mani, una linea di fuoco si alzava a spirale intorno a lei fino a mutarsi in un arco scintillante. Poi ella muoveva le dita, inviandovi attorno filamenti azzurri che brillavano più del sole, e l’arco esplodeva come un fuoco artificiale in dozzine di scintille dorate. Le scintille ricadevano e diventavano le sbarre di una gabbia, che nelle sue intenzioni doveva essere grande a sufficienza per contenere Kirtn. Con mosse graziose delle mani, lanciava poi vere e proprie corde di luce colorata nella gabbia d’energia, come a legare con esse una besta feroce lì contenuta.

Dopo aver provato un paio di volte si girò a fissare Kirtn, misurò ad occhio la sua altezza, poi sbuffò e apportò una modifica alla sua creazione allargando tutte le sbarre. Il pensiero che quell’esercizio avrebbe potuto esser pericoloso per il compagno la irritava, e infatti il giorno prima gli aveva strinato la peluria su una spalla. Se fosse dipeso da lei avrebbe usato energia fredda, ma Dapsl aveva insistito che l’effetto avrebbe usato energia fredda, ma Dapsl aveva institito che l’effetto sarebbe stato più drammatico con fiamme ardenti e guizzanti. Per un po’ Rheba aveva recalcitrato, cercando di dargli a bere che non sapeva creare il fuoco, ma l’ometto s’era dichiarato sicuro che in tal caso avrebbe avuto meno probabilità d’essere inclusi nella Concatenazione. Vedendolo impuntarsi a quel modo, la ragazza aveva ceduto.