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Ma lei gli rivolse una domanda. — Sai qualcosa di una grossa nave trasparente?

Louis scosse la testa. Accolito fu un po’ meno prudente. — Come una nave della General Products? — disse. — Cosa vedremmo, una bolla di vetro?

— Sì, una grossa bolla di vetro. Cosa sai degli scafi della General Products?

— Il padre di Luis è giunto qui su un n. 2 — disse Accolito. Troppi particolari, pensò Louis, con il timore che lo Kzin prima o poi si sarebbe contraddetto; ma di sicuro Chmeee aveva descritto al figlio la Liar, uno scafo n. 2, quando gli aveva parlato della prima spedizione. E poi Accolito si stava divertendo.

— Una grossa bolla di vetro piena di meccanismi — disse Gauthier. — Macchine enormi.

— O quattro scie fiammeggianti nel cielo — aggiunse Forrestier. — Ha quattro motori a fusione. È stata rubata, forse dal tuo Chiron.

— Chiron non ci racconta tutto. Anzi, poco o niente.

— In realtà è stata rubata due volte — disse Roxanny. — Prima dagli Kzinti, poi agli Kzinti. Non l’abbiamo vista giungere nel Ringworld, ma pensiamo che si trovi qui. La rivogliamo.

— Parlateci della spedizione di Chiron — ordinò Oliver.

Louis improvvisò. — Papà dice d’averci messo due anni ed era tutto rattrappito. — Doveva attenersi a ciò che era possibile… — Mia madre giunse con la prima spedizione. Dice che la Lying Bastard era in origine uno scafo n. 2, poi accresciuto a dismisura, diventando più grande ogni volta che un burattinaio pensava un nuovo sistema di sicurezza. Alla fine aveva la forma di una grossa ala con al centro il cilindro della General Products. Il campo di stasi includeva il cilindro, ma hanno perduto tutto ciò che c’era nell’ala. — Notizie che erano di sicuro negli archivi della ARM, comprese le ipotesi dello stesso Louis Wu. E la sua descrizione di Chiron.

— Così, quando Chiron costruì la sua nave, infilò ogni cosa nello scafo — disse Accolito. — Ci sono stato, ma quando ero alto solo così, e già non c’era più spazio per muoversi…

— Ci piacerebbe parlare con Chiron — disse Oliver. — Dove possiamo trovarlo?

— Chiron ci ha detto chiaramente che non dobbiamo dire a nessuno come trovarlo — rispose Accolito.

Oliver si rivolse a Roxanny. — La Long Shot era nelle mani degli Kzinti. I burattinai potrebbero trovarlo doloroso, non credi? Un burattinaio potrebbe agire per riprendersela. — A Louis chiese: — La nave di Chiron ha un nome?

— La chiamò Paranoia - rispose Louis, tutto serio.

— Armi?

— La Paranoia non è armata, a parte qualche utensile che potrebbe essere usato come arma. Non dobbiamo parlarne.

— Da quale parte del Ringworld è scesa? Vicino al Grande Oceano, dove la prima spedizione scaricò Teela Brown?

— Non posso dirlo.

— Ragazzo, a quanto pare non hai niente da scambiare — disse Roxanny. — Cosa vorresti sapere da noi? Chiron ti ha detto quali domande fare?

— Vuole sapere se il Ringworld guarirà. Vedo che il foro si aggiusta da solo. Comunque, cosa puoi dirci della Guerra Periferica? Sta per andarsene?

— Non credo — rispose Roxanny.

— O diventerà così estesa e violenta da distruggere ogni cosa?

— Questo non deve avvenire — disse con fermezza Roxanny.

Oliver rise. Roxanny si guardò intorno, infastidita, e Oliver disse: — Solo un pensiero casuale. Luis, quanti anni hai?

Louis aveva previsto di passare per un trentenne, ma i due della ARM parevano convinti che avesse appena superato la pubertà. Per qualche ragione, ne era contento. Tanj, perché no? Disse: — Ottanta falan e un pezzetto.

— E un falan sarebbe?

— Dieci rotazioni del cielo.

— Circa 75 giorni? — disse Oliver. — Di 30 ore? — Mormorò in un computer da tasca, più grosso della versione per civili. — Allora hai circa vent’anni, tempo terrestre. Io ne ho quarantasei. Roxanny?

— Cinquantuno — rispose lei, senza esitazione.

— Assumiamo la droga della vita, naturalmente, per non invecchiare — disse Oliver. — Mi era venuto in mente, Luis, che lei è la prima donna che hai mai visto, a parte tua madre.

Roxanny sorrideva con riluttanza. E Louis era arrossito, consapevole a un tratto d’avere tenuto troppo gli occhi addosso a Roxanny Gauthier, d’essersi avvicinato a lei più di quanto non giustificasse lo spazio ristretto, di non riuscire a guardarla e a parlare con coerenza. Di sicuro l’aria era satura di feromoni… quelli di Roxanny e anche quelli di Oliver. E siccome Oliver era il primo maschio umano che avesse visto o fiutato in venti e passa anni (non c’era spazio per una doccia a bordo della Snail Darter) non doveva sorprendersi se si sentiva eccitato e minacciato al tempo stesso.

— Chiedo scusa — disse e si tirò indietro di due tre centimetri.

Pensò che l’intimidazione poteva assumere varie forme. I due volevano informazioni che lui avrebbe dovuto inventarsi, tuttavia…

Roxanny si mise a ridere, spensierata. — Di niente — disse. — Luis, ti piacerebbe vedere la Snail Darter? Accolito, non possiamo portare a bordo anche te. Non c’è spazio. Luis ti racconterà dopo.

Hanuman incrociò lo sguardo di Louis, ma rimase in silenzio. Wembleth e Accolito avevano iniziato una conversazione a spizzichi. Wembleth era affascinato dallo Kzin. Louis chiuse la piastra facciale e seguì fuori i due della ARM.

La nave non aveva un briciolo di spazio libero. Tre sedioli di schiena l’uno rispetto agli altri intorno a una colonna centrale. Uno era occupato. Accanto al portello della camera d’equilibrio c’era una nicchia per la tenda ora montata fuori. Un buco nel pavimento portava a una cavità della grandezza di una persona: la Sala Armi e Missione.

Roxanny entrò per prima, occupò il secondo sediolo. — EL Luis Tamasan, ti presento il secondo detec Claus Raschid — disse. — Claus, lui è Luis. Non un vero e proprio indigeno.

Claus si girò e tese la mano. Era più scuro di Roxanny, più alto di Oliver e aveva braccia molto lunghe. — Luis, sono il pilota. Siediti qui.

Louis si era augurato di poter parlare in privato a Roxanny o addirittura a Oliver. Invece tutt’e due lo avevano accompagnato, un po’ troppo da vicino per i suoi gusti, lasciando Accolito e Wembleth (e Hanuman) da soli nella tenda. Si sistemò nel terzo sediolo. Sentì lo spostamento di piani che si conformavano alla sua altezza, al suo peso e all’ingombro della tuta pressurizzata. Sediolo di base: non gli si adattava alla perfezione.

Roxanny Gauthier batté un’istruzione sui braccioli del sedile, usando tutt’e due le mani. Una rete antiurto avviluppò Louis prima che potesse muoversi. Il campo di forza di una rete antiurto avrebbe protetto il passeggero in caso di collisione, ma era utile anche per lavori da centrale di polizia.

Louis non reagì subito: cosa avrebbe fatto il Luis che impersonava? Sarebbe impietrito per il panico, almeno quanto bastava per pensare a una soluzione. E poi?

— Serve solo a proteggerti — disse Roxanny, con un sorriso da gatta. — Avevi detto che ti sarebbe piaciuto vedere la Terra.

Oliver entrò dalla camera d’equilibrio e poi scivolò giù nel boccaporto e si sistemò nel quarto sediolo. La Sala Missione e Armi lo rivestiva come un guanto.

Louis si dimenò un poco, il massimo permesso dal campo di forza. Chiese: — Andiamo sulla Terra?