— Torniamo alla Gray Nurse, almeno — rispose il terzo detec. — Saremo lì in un’ora. E sarà meglio. Roxanny, ti sei lasciata dietro il convertitore di cibi.
— Non potevamo fare altro.
— Stet, ma se tutto va storto… stet. Luis, la portaerei Gray Nurse è la nostra prima fermata e altri, non noi, decideranno dove andrai da lì. M’aspetto che sia la Terra o almeno il sistema di Sol. Potrai dirci qualcosa, mentre siamo in viaggio. Ora Chiron non può fermarti. Sarai il secondo nativo del Ringworld a entrare nello spazio umano.
— Non attraversate quel foro — disse Louis.
Tutt’e tre i detec della ARM girarono la testa a guardarlo. — Perché no? — chiese Roxanny.
Bella domanda. Louis Wu era sicuro che Armonista non avrebbe permesso a una nave spaziale della ARM di fuggire così facilmente. L’avrebbe bloccata in qualche modo… ma perché Luis Tamasan avrebbe detto una cosa così in contrasto con il proprio personaggio?
Rispose: — Chmeee dice d’avere lasciato il mondo passando dal Pugno-di-Dio. Mio padre entrò da un altro foro. Nessuno dei due ha visto niente di simile a quel… luccichio. Il Pugno non si sta riparando da solo, no? Questo foro, invece sì.
— Anche il Pugno-di-Dio — disse Claus. — Quel cratere si è chiuso da solo qualche settimana prima che noi ce ne accorgessimo. Pensavamo che tu potessi parlarcene.
Di sicuro Armonista ha provato il sistema di tessitura, pensò Louis. Nei panni di Luis, rimase in silenzio.
Claus Raschid aveva acceso uno schermo virtuale. — Noi siamo qui. Luis, cerca di seguire il discorso. Il foro più vicino a noi noto dista un milione di miglia. Troppo lontano. Ci rintraccerebbero sulla superficie. Ogni specie della Guerra Periferica vuole noi almeno quanto noi vogliamo te, per apprendere quanto potremmo conoscere. Ma potremmo fuggire se attraversiamo immediatamente, proprio qui, a motori spenti! — La nave si sollevò. — Qui è dove la nostra nave madre, la Gray Nurse, ci aspetta, nel buio, contro il pavimento del Ringworld…
Sotto di loro Oliver gridò: — Raschid! A che gioco stai giocando?
Louis cercò di gridare più forte. Impazziva, a essere immobilizzato. — Buttateci dentro qualcosa, prima! Guardate che fine fa!
— Riporto tutti a casa — disse Raschid a Oliver. La nave deviò di lato. Ora si trovava sopra il foro. — Fonti d’energia disinserite. Se avessi il serbatoio ausiliario, Luis, lo sgancerei, ma non c’è più.
Erano in caduta. Louis scorse la tenda isolata sullo scrith. Quelli laggiù erano a posto, pensò, avevano Hanuman come guida. Il foro divenne più esteso. Era pieno di stelle.
La Snail Darter cozzò contro qualcosa che cedette. Le reti di sicurezza spinsero in su e all’indietro quelli che lo avevano catturato. Louis sentì il cervello saltargli nel cranio. Non nuovo all’esperienza, fu il primo a ricuperare… però sempre immobilizzato. Sentì Oliver urlare sotto di lui.
— Cosa abbiamo colpito? — gridò Claus.
— Portaci fuori, portaci fuori! — strillò Roxanny.
Sistema di tessitura, l’aveva chiamato Armonista. Quanto erano solidi i fili di scrith? Abbastanza da bloccare un’astronave in caduta? Ma avrebbero inciso lo scafo. Il foro era di sicuro un merletto di fili.
— I propulsori sono morti — disse Claus.
— Dove si trovano? — domandò Louis.
Claus piegò il collo per rivolgergli un ringhio. — Sono sul fondo, vero? — disse Louis. Una vecchia abitudine: i costruttori d’astronavi tendevano a mettere i propulsori dove avrebbero messo i razzi. — La cosa che è nel foro, che rammenda il foro, taglia a pezzi i propulsori. Affonderemo. Quanto ci vorrà perché raggiunga le fonti di energia? Cosa usate per fonte d’energia? Dove si trova? — Chiacchiere, le sue erano solo chiacchiere. Come mai il campo di stasi non era entrato in funzione? A parte il fatto che in quel caso sarebbero rimasti lì in eterno.
Claus si riprendeva lentamente. Roxanny Gauthier disse: — A mezza nave. Una batteria. Se qualcosa la incide…
La nave stava realmente affondando nel foro, centimetro dopo centimetro. Peggio, cominciava a ribaltarsi. Claus li fissava, senza capire. Quando capì, lanciò un urlo di terrore. Le sue mani danzarono sui comandi.
— Aspetta! — gridò Roxanny.
Il boccaporto nel pavimento si chiuse. Il grido di Oliver fu troncato di netto.
Un motore a razzo rombò. La sezione di cabina si staccò e si alzò rapidamente, traballò, poi si stabilizzò. Claus prese i comandi manuali e la cabina si inclinò di brutto, cadde, si raddrizzò.
— L’hai ucciso! — gridò Roxanny. — Oliver!
— Era seduto nel posto sbagliato — replicò Claus, con uno sguardo di odio a Louis Wu nel sediolo di Oliver. Poi, a Roxanny: — Non eri tu a gridare: “Portaci fuori”?
La tenda sbatacchiò nei vapori di scarico mentre il modulo di fuga atterrava con un colpo sordo. Il contraccolpo spinse avanti di parecchi centimetri Roxanny e Claus, prima che la rete di sicurezza li fermasse. Attraverso la parete della tenda Louis scorgeva che Accolito e Hanuman aprivano il modulo di salvataggio per far entrare Wembleth.
Una luce brillante avvampò nella direzione del foro. Poi quel lato della cabina si annerì. Louis urlò: — Roxanny, liberami!
— Aspetta che passi, Luis. Un’onda d’urto colpì la cabina.
— Là fuori stanno morendo! Liberami! Claus! Claus disse: — Ecco fatto. — Mosse la mano e Louis fu libero. Rotolò giù dal sediolo e nella minuscola camera d’equilibrio.
La tenda era spiaccicata in pezzi come un pallone esploso. La raffica aveva sparpagliato il contenuto. Wembleth e il modulo di salvataggio rotolarono piano passandogli davanti, con Wembleth che si dimenava come panni in un’asciugatrice dell’età del petrolio, mentre Louis si contorceva per uscire dalla camera d’equilibrio. Accolito cercava di rimettersi in equilibrio, cadeva, riprovava. Hanuman non era in vista. Wembleth aveva ripreso i sensi: adesso era strettamente raggomitolato, ma rotolava ancora.
— Accolito, stai bene? La pressione è a posto?
— La tuta regge. Vedi Hanuman?
— No.
Wembleth era il più vicino. Louis accese i jet d’assetto, ricadde più avanti di lui e corse lungo il pallone, spingendo per fermare il suo spin. Il Ringworld cercò d’aiutarlo. Lo fermarono, anche se Wembleth era fuori equilibrio… perché Hanuman era avvinghiato a lui, faccia contro il petto. Hanuman aveva ancora la tuta a pressione.
— Accolito, li ho presi tutt’e due.
Tornarono verso la tenda in rovina. Accolito, Claus e Roxanny si avvicinarono. Roxanny portava un oggetto pesante, un mattone oblungo tenuto stretto al seno. Il convertitore di cibi non si era spostato. Pareva intatto. Lo agganciarono all’aviobici di Louis e a quella di Accolito legarono il modulo di salvataggio di Wembleth. I due della ARM davano ordini come se fossero ufficiali superiori. A un certo punto Louis chiese: — C’è qualche motivo per prendere il vostro veicolo di fuga? Non credo che i motori di aviobici siano all’altezza.
— Lascialo perdere — disse Roxanny. — È morto.
L’esplosione della batteria del caccia forse ha danneggiato il sistema di tessitura, pensò Louis. Bisognava informare Armonista… ma il difensore era già informato, a voce e via telecamera. Solo, non poteva rispondere. E a Louis andava bene così.
12. Il Popolo Giraffa
Il bagliore nel tappo a doppia x si era affievolito. Il tubo si afflosciò, lasciando colare bianchi fiumi di tempesta troposferica. Non aveva importanza. Avrebbero lasciato il foro quasi chiuso.
Il gruppo volò a favore di spin, lontano dal punto dove era rimasto il serbatoio di carburante. — Lasciamolo come esca — ordinò Roxanny Gauthier. — Meglio starne alla larga. Chi ha lanciato quella catena montuosa gonfiabile potrebbe incuriosirsi. Vashneesht avete detto? Cosa sapete di Vashneesht?