Sei umanoidi alti e snelli uscirono dalla macchia di alberi alti e snelli. “Rishathra?” pensò Louis. “Dobbiamo ancora dirlo agli ARM.”
Wembleth parlò in fretta, gesticolando verso Accolito e Hanuman. Gli alti ominidi s’inchinarono profondamente e continuarono a parlare a Wembleth. Louis e Roxanny estrassero il loro traduttore e si unirono al gruppo.
I traduttori ARM raccoglievano alcune frasi. Il linguaggio era imparentato con quello di Wembleth, ma molto staccato da ogni altro usato nelle vicinanze del Grande Oceano. Wembleth all’improvviso si rivolse a Roxanny. Il linguaggio non parve differente, ma i traduttori reagirono. — Vogliono sapere che cosa la vostra specie fa per… — parola che non fu tradotta. — Cosa rispondo?
— Cos’è? — chiese Roxanny.
Wembleth cercò di spiegarlo. L’attività che porta le donne a fare figli. Ma non fra specie differenti. Claus e Roxanny ascoltarono, poi si rivolsero a Louis per aiuto.
— Usa una parola diversa, ma si riferisce al rishathra. Il rishathra indica rapporti sessuali praticati al di fuori delle specie, ma fra umanoidi intelligenti. Non è una parola che…
— Furbacchione il ragazzo — disse Claus. Non era divertito.
Louis si rese conto di temere Claus. — Non è uno scherzo, Claus. È la prima cosa che dovete sapere delle nuove specie. Puoi sempre dire d’essere già accoppiato. Monogamo.
Claus guardava le quattro donne. Erano alte come gli uomini, due metri e quaranta o poco meno. Non lunari, non giraffe: elfi. Guardavano con franchezza, come gli uomini, ma questi ultimi guardavano Roxanny, che era arrossita. Louis s’accorse che pure lui era arrossito.
Si rivolse a Wembleth. — Avvertili che Accolito non è affatto della nostra specie. Non fa rishathra.
Wembleth tradusse. Una delle donne rise. Il traduttore di Louis raccolse il suo “Non penso proprio!”.
— Tuttavia noi dobbiamo decidere — disse Louis. — Claus? Roxanny?
— Luis, tu l’hai già fatto? — chiese Claus.
— Certo! — rispose Louis, mettendosi nei panni del suo alter ego: un adolescente non avrebbe mai ammesso d’essere vergine, anzi avrebbe esagerato. — Con più di una specie, anche se nessuna assomigliava a questa. Perché no? — Non ce la faceva a guardare Roxanny o anche Claus. — È facile, è sicuro, nessuna resta incinta. In genere le infezioni non oltrepassano i confini delle specie. E chi altri avrei a disposizione? Le donne umane erano semplici dicerie, lontane come le stelle.
Wembleth esclamò: — Vale anche per me. Ero anch’io uno sperduto. Claus, perché l’idea ti turba? Quando la gente s’incontra, fa sempre questa domanda come prima cosa. Alcune specie usano il rishathra come controllo delle nascite. Gli anfibi… be’, per loro è uno scherzo, a meno che tu non riesca a trattenere a lungo il fiato. Alcune specie non possono fare rishathra o accoppiarsi se non con un compagno per la vita. Alcune dalla forma bizzarra non si aspettano di fare rishathra, chiedono solo, per buona educazione. Alcune insistono. Roxanny, non vedi che gli Hinsh sono perplessi? È perché non hai risposto.
Louis impersonò un Luis ansioso. — Mi piacerebbe incontrare un Costruttore di Città. Si dice che siano davvero bravi. Costruiscono imperi di scambio intorno al rishathra. Hanno anche provato a diventare interstellari.
Claus sogghignava. — E se diciamo no?
— Posso farlo per te — disse subito Wembleth. Cominciò a parlare nella lingua degli Hinsh.
— Aspetta un momento, Wembleth — disse Claus. — Io lo farò. — Lanciò un rapido sguardo a Roxanny e lo distolse subito.
— In gruppo o solo in due? — chiese Wembleth.
Claus rimase sorpreso. — Ah… in gruppo. Non saprei cosa dire, in due.
Roxanny si avvicinò a Wembleth. Parlò in fretta e a bassa voce. Wembleth annuì. Cambiò lingua. Ora i traduttori raccoglievano alcune parole della lingua Hinsh.
Una donna raccolse un frutto giallo grosso come un melone, gli diede un morso, buccia e tutto, poi lo spezzò e ne diede un pezzetto a Wembleth, poi a Claus, poi agli altri Hinsh. Wembleth offrì pezzetti del suo a Louis e a Roxanny. Louis capì che era una sorta di etichetta: Claus e Wembleth avrebbero fatto rishathra con le donne, Louis e Roxanny no. Hanuman prese da solo un frutto: non avrebbe fatto rishathra.
“Fanno rishathra con dei carnivori?” pensò Louis. “Non con l’offerta di un pezzo di melone. Ma quel rito elimina i Ghoul e forse vogliono proprio questo.”
Il frutto era rosso all’interno. Sapeva un po’ di fragola. Gli altri considerarono un segnale il fatto che gli stranieri mangiassero i frutti e iniziarono a banchettare. Quei frutti erano da tutte le parti e loro erano erbivori, dovevano mangiare molto. Diedero altri pezzi a Wembleth e a Claus e passarono a contatti più intimi.
Roxanny girò loro la schiena e si allontanò. Louis raccolse un melone, lo ruppe contro il ginocchio e seguì Roxanny. Si era augurato di attirare la sua attenzione.
Roxanny si girò e lo aspettò; abbassò gli occhi, li rialzò e gli sorrise. — Ho detto a Wembleth di dire agli altri che siamo in fase di corteggiamento. — Prese mezzo melone e cominciò a mangiarlo.
Poi gli si addossò e si lasciò scivolare contro il corpo di lui fino a inginocchiarsi. Con un grido rauco Louis la spinse sull’erba e la penetrò. Non era il modo in cui avrebbe trattato una donna. Roxanny ne fu sorpresa; non era del tutto pronta, ma avvinghiò braccia e gambe intorno a lui e lo imprigionò. Louis Wu non capì più niente.
Quando tornò in sé, straparlava e si domandò se non avesse rivelato segreti. Roxanny, continuando a tenerlo prigioniero fra le gambe strette a forbice, rideva.
— Ragazzo, sei proprio impaziente!
Gli Hinsh si erano spostati intorno a loro. Quando si accoppiavano con i loro maschi, si mettevano in ginocchio. I maschi guardavano gli stranieri con le loro femmine e facevano a gesti la cronaca. Trovavano divertenti i maschi di statura così bassa rispetto a loro. Wembleth, il più basso, era il più divertente. Scoprirono che pativa il solletico.
— Scusa, Roxanny, ho perso il controllo — disse Louis. Si sentiva come se si fosse accoppiato con una vampira del Ringworld: stessa noncuranza, stessa intensità. Non osava certo dirglielo!
Lei gli diede un buffetto sulla guancia. — Gradevole. Nove anni a tirare avanti con il mio impianto ed è davvero una buona cosa.
— Sono fertile — disse Louis.
— Oh, certo. — Si alzò, di schiena, mani sui fianchi. — Non l’ho bevuta. Rishathra? Non mi hai detto tutta la verità, Luis. Ma… ci uniamo a loro?
— Cosa? Siamo una coppia! Li sconvolgerai!
Roxanny raccolse un melone, lo spezzò in due e l’offrì a un elfo. L’elfo rimase sconvolto. Poi rise, si mise in ginocchio e si strusciò contro di lei. Louis arrossì… e raccolse un melone.
All’imbrunire (troppo buio per vedere quali frutti erano maturi) gli Hinsh smisero di mangiare, di fare rishathra e di accoppiarsi e si presentarono: bizzarro rovesciamento dell’ordine. Avevano nomi lunghi e straordinari.
Wembleth prese da parte Louis e disse: — Gli Hinsh assomigliano ad altri con cui ho viaggiato. Se i forestieri contano di fermarsi per breve tempo, usano nomi corti, facili da imparare. Un sistema per dire: “Andatevene presto”. Ma vedi i frutti? Il vento ne ha fatto cadere per centinaia di volte il peso di un uomo. Ogni forestiero che ne mangia significa meno frutti rimasti a marcire. Siamo benvenuti.
Louis si sentiva benvenuto. Ma il rishathra non era sesso. Il suo corpo lo sapeva. Il suo corpo voleva Roxanny.
E Claus voleva il suo sangue.
Raramente sul Ringworld di notte faceva troppo buio per vederci. Gli Hinsh non volevano dormire. Chiacchierarono. I due della ARM si limitarono quasi sempre ad ascoltare. Louis chiese particolari sugli animali muniti di corna. — I mangiaerba? — disse un uomo. — Ci lasciano tranquilli e noi li lasciamo tranquilli. — Del cielo disse: — Le stelle mantenevano il loro corso. Potevamo usarle per dire l’ora, se volevamo. Adesso sono scatenate, vagano nel cielo. Solo i Vashneesht sanno perché. — Parlarono delle messi trascurate e del tempo. Gente noiosa, davvero.