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Agente maschio: — … fratelli?

— Fratelli scelti. Cresciuti più in fretta di me… rimasti con i loro, per trovare compagnia…

— Hai visto molte specie di umani?

— Venti… trenta… Ho fatto rishathra con…

Louis credette di capire che cos’era accaduto lassù. Una nave sotto il pavimento del Ringworld aveva sparato proiettili di antimateria. Nessun bisogno di trovare un ciclone già sul posto. Un proiettile per strappare via l’isolamento di schiuma di scrith per la difesa dai meteoriti. Un altro per praticare un foro nel pavimento di scrith e il territorio superiore, abbastanza grande per offrire un varco a un piccolo trasporto truppe. Un’idea folle, maligna, semplice e diretta. Lui avrebbe dovuto prevederla, anziché fare complicati piani di viaggio a lunga distanza.

Wembleth disse: — Non potete andare da nessuna parte, se non sapete… rishathra… non provate a immaginare…

Voce di Roxanny: — Guerra? Non combattete mai…

— Visto carnivori combattere erbivori… mangiato anch’io. Questo intendi?

— Ook.

Mmm? Girare la testa non era facile: Luis era bloccato in una rete e aveva perduto la sensibilità dal collo in giù. Ma lì c’era Hanuman, in una gabbia abbastanza grande da contenere uno Kzin. Incrociarono lo sguardo in reciproca comprensione. Poi qualcosa bloccò la visuale di Louis. Roxanny Gauthier era dietro a un uomo tozzo, forse originario di Jinx, e tutt’e due portavano giubbotti di volo con le mostrine della ARM. L’uomo si sporse su Louis, valutandolo.

— Tu saresti Luis Tamasan — disse.

— Già — rispose Louis Wu.

— Hai assalito uno dei miei.

“Sono vissuto per rimpiangerlo.” — Mi spiace.

— Sono il maggiore Schmidt. Tu sei un prigioniero civile. Questo ti dà alcuni diritti, ma sei in condizioni troppo brutte per esercitarli. Quegli storditori stordiscono solo se sei a una certa distanza, ma tu in pratica eri addosso al detec Gauthier. Hai avuto le ossa ridotte a schegge dall’anca al ginocchio. L’automed può guarirti, se non ti muovi per un poco. Cinque giorni.

Tanj. Meglio fare il bravo… — Grazie, signore. Immagino che senza il suo aiuto sarei rimasto storpio per tutta la vita.

Il maggiore sogghignò. — Oh, sì! Ora posso liberarti le braccia? Così potresti mangiare. Altrimenti sarai nutrito per endovena.

— Non cercherò di liberarmi — disse Louis.

— Ti faresti gran male, se ci provassi.

Il solletico alla nuca scese lungo la spina dorsale, le braccia tornarono in vita, il sinistro molto sensibile, illividito dal gomito alla punta delle dita… e scese ancora, finché… “Ahiiii!”… e di nuovo su per due centimetri. Louis sentiva ancora lividi lungo le costole, ma non quel frammentato grido di sofferenza che iniziò con l’anca sinistra. Con la coda dell’occhio vide Schmidt manipolare un telecomando video. Il talk show scomparve; il Ringworld tornò in vista, riversandosi dal soffitto e lungo le pareti rettangolari. Schmidt chiese: — Da dove sei venuto?

— Ruotatelo. Ancora. Bene. Signore, quello è il Grande Oceano. Guardi lungo il bordo a favore di spin… — Cominciò a descrivere il villaggio di Tessitori dov’era vissuto nell’ultimo anno. Persone, case, il fiume, le visite ai Pescatori, l’occhio-rete che Ultimo (“Chiron”) aveva spruzzato sulla parete di roccia di un burrone. Gli ARM non avevano modo di controllare. Se avessero potuto, i Tessitori avrebbero raccontato storie di Louis Wu e di Ultimo, due Vashneesht impegnati in una sorta di guerra. Ma cominciava ad avere la mente annebbiata. Da molto tempo non si sbronzava, ma si sentiva proprio come ubriaco.

Schmidt zoomò sulla regione del Grande Oceano. — Vivi qui? E i tuoi genitori? Chi altri? Una famiglia Kzin? Il burattinaio di cui ci hai parlato?

— No, Chiron no. Finagle sa dove vive Chiron. — Rimpianse di non poter soffocare la risatina. Non riusciva a dominare la lingua. — Gli Kzinti non vivono nel villaggio, provengono da qualche parte del Grande Oceano. — Se avessero spinto, avrebbe rivelato un’altra verità parziale: che Chmeee viveva fra gli Kzinti che si erano impadroniti della Mappa della Terra, indigeni e tutto.

Il maggiore Schmidt disse: — Un mucchio di Kzinti si chiama Chmeee. Chmeee era una sorta di eroe leggendario. Cosa significa, Mappa della Terra?

Louis capì d’avere straparlato, pensando ad alta voce. Schmidt ripeté: — Mappa della Terra? — con un tono d’acciaio nella voce.

— Signore, lì. — Indicò sul soffitto il Grande Oceano, dove i continenti della Terra erano disposti intorno al Polo Nord, centomila miglia a favore di spin rispetto alla Mappa di Marte. Adesso sapeva di non poter mantenere segreti. Forse lo avevano drogato, forse era solo colpa degli analgesici. Avrebbe resistito più che poteva e poi avrebbe detto loro il suo nome e avrebbe visto Roxanny esplodergli in faccia.

Roxanny disse: — Futz. Tengono umani in schiavitù?

Luis: — Homo habilis. Riproduttori Pak.

Schmidt: — Inalterati? Come gli scheletri nella gola di Olduvai?

Luis: — Mai visto uno. Vorrei vederli.

— Sono forse un po’ deviati? — disse Schmidt: chiaramente parlava per un registratore. — Da quanto già sappiamo, mille miliardi di riproduttori Pak hanno avuto 250.000 anni per evolversi senza difensori che eliminassero i mutanti. Gli Kzinti avrebbero fatto una riproduzione selettiva. Comunque quegli animali non si sarebbero evoluti in veri esseri umani, giusto, Luis?

Louis rispose pronunciando lentamente le parole. — Avrebbero potuto sviluppare intelligenza. Noi l’abbiamo fatto. Volete invaderci? — Rise. — Salvarci? Gli antichi Kzinti costruirono le più grandi navi marittime della storia e ciò avvenne mille anni fa. Non usano solo lance e randelli.

— Possiamo sconfiggere le navi marittime. Che tipo di tecnologia ha il burattinaio? Roba bizzarra?

— Come faccio a sapere cosa è bizzarro? — rispose Louis in versione Luis. E udì se stesso proseguire: — Telecamere che assomigliano a ragnatele di rame? Applicate con una pistola a spruzzo? — con voce persa in un muggito registrato. Nel soffitto lampeggiava un simbolo di pericolo, a lui sconosciuto. “Squarcio dello scafo nel serbatoio di derrate alimentari sul fianco di babordo a poppa. Perdita di energia nelle sezioni Due e Tre.” Schmidt e Roxanny estrassero armi e si girarono, piegandosi per attraversare una piccola apertura ovale. Louis disse a nessuno: — Ha anche dischi passatoio. Cos’era quel rumore?

La Gray Nurse vibrò. La gravità scomparve.

Hanuman disse: — Invasori. O ci salvano o ci uccidono. Mi aspetto sorprese. Nessun difensore ci lascerebbe in mani aliene.

— Perché no? — disse Louis, accorgendosi del tono lamentoso. — Futz, perché non possono solo lasciarci in pace? — Non udì la risposta di Hanuman. Rumori da tutte le parti. Un’astronave abbordata faceva una paurosa cassa di risonanza.

Roxanny Gauthier tornò, chinandosi per varcare la porta ovale, e si spostò fuori vista. Dopo qualche istante Wembleth galleggiò, libero, troppo drogato per agire. Roxanny aprì anche la gabbia di Hanuman.

In un bisbiglio isterico disse: — Non so chi sono. Non Kzinti. Incubi. — Guardò Louis, immobile nella gabbia medica. — Scusa.

— Cosa succede? — chiese Louis. Lei gli mise sulle labbra il dito. Si puntellò dietro la gabbia medica. Puntava contro la porta l’arma a proiettili.

Da qualche parte giunse una voce, quella del detec Schmidt, fin troppo calma. — A tutto l’equipaggio. Combattiamo dal rifugio antiradiazioni. Vedo invasori nello scafo e nelle sezioni Quattro, Cinque, Sei e Dieci. I nostri motori sono bruciati, ma siamo comunque sotto accelerazione. Non sappiamo da dove proviene. Affrontiamo anche fuoco amico, missili ARM in arrivo, sessanta e passa, ancora niente assalitori alieni. L’ammiraglio Wrayne non vuole che finiamo in mano nemica, immagino.