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— Le intemperie sono caotiche — disse Louis. — Impossibili da controllare.

— E se avessi a disposizione enormi masse d’aria? Un’area pari a mille terre, senza schemi ciclonici a rovinare tutto, perché non ti trovi su un globo in rotazione. Le masse d’aria non si muoverebbero velocemente…

Louis rise. — Stet. Forse.

— In realtà non vedremo altre mappe — disse Roxanny, a un tratto depressa. — Niente barche per gli ospiti. Cosa ne pensi, Luis? Un intero supercontinente come giardino e i riproduttori sono parte integrante del giardino. Difese sulle isole. Telescopi e impianti di ricerca. Miniere… non avete miniere sul Ringworld, giusto?

— Se si possono raggiungere le montagne di drenaggio — disse Louis. — I materiali potrebbero depositarsi in strati a seconda della densità. Altrimenti, niente diritti d’estrazione. Se scavi per trovare petrolio, raggiungi lo scrith e poi il vuoto.

— Proserpina può raggiungere le montagne di drenaggio.

Louis si strinse nelle spalle. — Non posso aiutarti a esplorare. Sii prudente. Ogni cultura ha favole su qualcuno che trova qualcosa che non avrebbe dovuto trovare.

— Ma anche così, mi piacerebbe entrare in quell’edificio.

Dopo colazione, Wembleth e Roxanny uscirono di nuovo.

Proserpina tornò a mezzodì. — Cosa sono i dischi passatoio?

— Dove li hai trovati?

— Nel tuo rapporto alla ARM, Louis Wu. Non dicevi abbastanza. E se io dovessi fare dischi passatoio? Il difensore Ghoul li fa?

— Prima tu. Come stanno i miei compagni?

— Esplorano. Hanuman è andato via da solo. Wembleth e Roxanny sono insieme. Impareranno poco, qui. Ci viveva l’ultimo ribelle. Mi sono presa cura del suo habitat, ma il palazzo di Penultimo è pieno di trappole. Non ci metto piede.

Sollevò un daino in miniatura che pesava quasi quanto lei. La testa dell’animale ciondolò per il collo rotto. Grossi insetti ronzarono intorno. — Io stessa uso come cibo questo animale. Puoi mangiarlo?

— Forse…

— Trattarlo con il calore?

— Già. Ripulire la cavità corporale. Posso…

— Puoi esercitare la parte superiore del corpo, ma per il resto devi stare a riposo. Le tue ossa sono unite, ma devono saldarsi. Cucinerò io. Posso cercare come si fa.

Profumi di barbecue gli misero fame. Nel giro di un’ora Proserpina tornò con la carcassa arrostita. Staccò per lui pezzi di carne. Louis trovò piacevole avere chi lo serviva a tavola.

— “Ma sempre alle mie spalle odo gli alati passi del Tempo farsi rapidamente più vicini” — disse Proserpina. — No, mangia. Devo sapere quanto è urgente la faccenda della Guerra Periferica. Armonista la tiene sotto controllo?

— Più o meno.

— Mangia. Più oppure meno? — Si accigliò per ciò che gli lesse in viso. — Meno. Hanuman mi ha parlato dell’esplosione che ha provocato un buco nello spazio. L’ho vista da lontano e ho capito di dover intervenire. Antimateria. Avrebbe potuto distruggere ogni forma di vita? Armonista l’ha davvero evitato?

— Sì.

— Tu cos’hai visto?

— Wembleth e Roxanny ne mangerebbero volentieri un poco — disse Louis, evitando di rispondere.

Il difensore incrociò il suo sguardo per qualche istante. — Li porterò qui — disse poi. Gli lasciò a portata di mano una grossa fetta di carne e se ne andò.

Tornarono quando la luce del giorno impallidiva. Proserpina e gli altri cucinarono fuori il pranzo. Louis sentì odore di fumo di legna e di carne arrosto. Roxanny gli portò anche verdure, piantine ricche di foglie verdi e gialle e tuberi arrostiti. Proserpina stava diventando un’abile cuoca. Pranzò con loro, però mangiò carne e tuberi crudi.

Al termine del pranzo disse: — Voglio la vostra fiducia. — Li guardò negli occhi, lasciando perdere Hanuman, come se lo considerasse uno stupido animale. — Wembleth, Roxanny, Luis, sareste pazzi a fidarvi di me sapendo solo ciò che sapete.

— Raccontaci una storia — disse Louis. Notò che Proserpina manteneva i segreti di Hanuman, di lui e forse anche di Roxanny. Non c’era alcuna ragione per fidarsi di lei e tutte le ragioni per ascoltarla.

— Questi eventi si sono verificati vicino al nucleo galattico. Noi che tenevamo il nostro mondo eravamo da dieci a cento milioni di difensori della specie Pak. Il numero variava esageratamente nella interminabile guerra. Qualcosa come più di quattro milioni di falan fa… ho un po’ perduto il conto del tempo… diecimila di noi costruirono una nave trasporto truppe e alcuni ricognitori da combattimento. Ottant’anni dopo, seicento furono lasciati a pilotarli. — Parlava lentamente, richiamando antichi ricordi. L’interlingua era flessibile, ma non ideata per quei concetti.

— Questo territorio è una buona mappa del pianeta Pak — riprese Proserpina. — Avete visto la sagoma? Cerchi ovunque. Crateri d’esplosione, nuovi e antichi, di un’infinita varietà di armi. Le mappe erano identiche, quando le abbiamo costruite, ma da allora sono cambiate. Sul pianeta Pak e qui abbiamo combattuto per qualsiasi vantaggio utile alla nostra linea di sangue. Luis, cosa c’è?

— Be’, è strano — disse Louis Wu. — Un solo pianeta, ripetuto e ripetuto? Il pianeta Pak era nel nucleo galattico, Uno spazio imbottito di stelle. Siete venuti qui, in un solo balzo di trentamila anni luce. Perché non avete usato pianeti più vicini?

— Sì, i nostri pianeti erano più ravvicinati dei vostri. Spazio infinito, bramato infinitamente. Non vedevamo modo di raggiungerli in una nave che trasportasse riproduttori, perché avremmo combattuto per assicurare loro un vantaggio. Se avessimo risolto il problema, ne avremmo dovuto affrontare un altro. Sarebbero occorse migliaia d’anni per dare nuova forma a ogni pianeta. Prima di terminare il lavoro, ogni pianeta sarebbe stato strappato da eserciti di altri difensori. Era già accaduto, potevamo vederlo. I pianeti vicino a Pak erano sagomati secondo l’ideale Pak e poi ridotti a distese desolate e sterili molto prima che io nascessi. Non vedevamo modo di prenderci altri pianeti, a meno di cambiare le circostanze che davano forma a noi.

“Proprio questo abbiamo fatto, noi seicento. Per prima cosa rinunciammo ai pianeti vicini. Se un’altra nave poteva raggiungerci, il pianeta era troppo vicino. Trovammo documenti di un viaggio nei bracci galattici, un percorso già sperimentato da una precedente nave coloniale. La colonia fu un fallimento, ma non era stato un pericolo imprevisto a impedirle di raggiungere il pianeta prefisso.

“Allora ci segregammo dai nostri riproduttori. Ospitammo questi ultimi in un cilindro dalla topografia simile e un territorio avvolgente. Vi sarebbe cresciuto il loro cibo, ci sarebbe stata acqua e aria e riciclaggio di rifiuti, una ecologia bloccata. Feromoni emessi dall’habitat dei riproduttori non avrebbero raggiunto il complesso di controllo di volo. I riproduttori non dovevano amarci; dovevano restare all’oscuro della nostra esistenza. Un difensore che violasse la regola sarebbe stato ucciso.

“Naturalmente era attiva la selezione naturale. Molti riproduttori sarebbero morti, e morirono, senza la compagnia dei difensori. — Li guardò negli occhi. — Perfino ora, dopo un’evoluzione di quattro milioni di falan, voi dei Mondi Globo non avete bisogno a volte della compagnia di qualcuno più grande di voi?”

— No — rispose Roxanny.

— Trovo documenti di decine e decine di religioni.