Выбрать главу

— La navetta della Hot Needle of Inquiry.

Il difensore Teela, ricordò Louis, aveva distrutto la navetta durante il loro ultimo duello. — Funziona?

— Il collegamento al disco passatoio funziona.

— E la navetta?

— Il supporto vita è minimo. I sistemi motori e l’armamento non funzionano.

— È possibile collegare al sistema alcune di quelle cataste di servizio?

— Già fatto. — Linee collegarono le luci palpitanti. Alcune avevano il segno di divieto, un cerchietto sbarrato in diagonale: chiuso. Il labirinto era complicato e Louis non tentò di capirlo. — Il mio Padrone ha codici di annullamento — disse la Voce.

— Posso averli?

— No.

— Numera per me quei siti con disco passatoio. E stampami una mappa.

Data l’estensione del Ringworld, la scala era piccolissima. A occhio nudo Louis non avrebbe mai colto i particolari. Comunque prese dalla stampante la mappa, la piegò e la mise in tasca.

Andò a fare colazione e tornò. Mise in movimento due cataste di servizio e cambiò alcuni collegamenti. La Voce di Ultimo stampò una nuova mappa con le modifiche. Louis mise in tasca anche quella. Meglio averle tutt’e due. Ora, con un po’ di fortuna, avrebbe avuto percorsi di viaggio sconosciuti ad Armonista. O forse era lavoro sprecato. Ultimo, una volta sveglio, poteva cambiare tutto in un momento.

La Voce si rifiutò di fare armi. Nemmeno la cucina negli alloggi dell’equipaggio della Needle ne aveva fatte. Armonista, sempre in cima a un braccio mobile, continuava a seguire ciò che aveva lanciato nello spazio, qualsiasi cosa fosse.

— Dove sono gli altri? — chiese Louis alla Voce.

— Chi cerchi?

— Accolito.

— Non ho quel nome…

— Lo Kzin con cui abbiamo diviso la nave. Il figlio di Chmeee.

— Ho in elenco quella EL come… — (Un ululato agghiacciante: Louis fu costretto a staccare le dita dal bordo del tavolo.) — Lo rinomino Accolito?

— Grazie.

Era ricomparsa la mappa, con un puntino lampeggiante accanto al Pugno-di-Dio, centomila miglia a babordo contro spin dal Pugno (quattro volte la circonferenza della Terra) e il doppio a favore di spin rispetto alla Mappa di Marte. La vastità del Ringworld era una continua sorpresa. La Voce disse: — Abbiamo messo lì Accolito, con una catasta di servizio, trentuno giorni fa. Da allora si è spostato di 1100 miglia. — Il puntino si spostò di pochissimo. — Armonista ha alterato la regolazione del disco passatoio. Ora porta a un osservatorio sulla Mappa della Terra.

Patria del padre di Accolito. — L’ha usato?

— No.

— Dove sono i Costruttori di Città?

— Intendi i bibliotecari? Kawaresksenjajok e Fortaralisplyar e tre figli sono stati riportati al luogo d’origine…

— Bene! — Aveva avuto intenzione di farlo lui stesso.

— La biblioteca nella città galleggiante. Noto la tua approvazione. Devo rintracciare altri?

Chi erano stati i suoi compagni? Due difensori. Bram, il difensore vampiro, era morto. Armonista era… ancora impegnato, a quanto pareva. Nella Sala Difesa Meteore lo schermo telescopico del difensore seguiva un puntino in allontanamento, il veicolo lanciato poco prima. Il motore si spense, lampeggiò vividamente, si spense di nuovo. Quella era una nave da guerra e per la guerra servivano ancora motori a reazione: i moderni propulsori erano molto più lenti in accensione e spegnimento.

— Hai tenuto traccia di Valavirgillin? — chiese Louis.

La mappa saltò. — Lì, vicino alla città galleggiante e un locale centro del Popolo delle Macchine.

Bene, pensò Louis, era ben lontana dai vampiri. Non la incontrava da dodici anni. — E perché hai tenuto traccia di lei, Voce di Ultimo?

— Ordini.

Cauta domanda: — Da chi prendi ordini?

— Da te e da Armonista e da… — (Un’esplosione orchestrale caotica, di un dolce straziante, nella quale Louis riconobbe il vero nome di Ultimo.) — Ma possono tutti essere annullati da… — (Di nuovo il nome di Ultimo.)

— Armonista ha il divieto di entrare in qualche interessante livello di questa nave?

— Al momento, no.

Ultimo era ancora avvoltolato su se stesso, in stato catatonico. — Da quanto non mangia? — chiese Louis.

— Due giorni locali. Si sveglia per mangiare.

— Sveglialo.

— Come posso svegliarlo senza traumi?

— Una volta l’ho visto durante una danza. Fa’ così. Preparagli del cibo.

2. Ultimo

Ultimo sognava la perfetta sicurezza.

Non sognò d’essere di nuovo Ultimo, signore di un miliardo di miliardi di esseri della sua stessa specie. Era stato folle a nutrire una tale ambizione. Aveva sempre saputo che quello non era uno stato stabile, che il suo partito Sperimentalista poteva perdere il potere in un istante. Com’era avvenuto.

Sognava d’essere di nuovo giovane. Era passato tanto di quel tempo che i particolari si erano sbiaditi, a parte una generica sensazione di essere piccolo e protetto e unico.

Sognava che nessun utensile gli avrebbe mai morso la mano.

E poi la danza iniziò…

L’illusione era meravigliosa. Louis si trovava in una vasta sala. Il pavimento era tutto composto di larghi e bassi scalini. Mille alieni si muovevano intorno a lui, duemila gole emettevano musica d’orchestra che era anche conversazione, di una complessità insopportabile. Wolfgang Amadeus Mozart sarebbe impazzito.

Calcio, scivolata, teste di sinistra sfiorano le dita/labbra; gamba posteriore scalcia, il compagno esita. Ultimo scalciò. Una piatta testa monocola gli emerse dal tronco. Giro, calcio. Ultimo traballò sui piedi anteriori e cercò di girarsi. Era una danza o un’arte marziale?

Ultimo emise un fischio e a quel punto la danza si dissipò. — Louis — disse il burattinaio.

— Quanto sei stato assente?

— Dormo molto. Dov’è Armonista?

— A combattere una guerra, penso.

Ultimo girò una testa verso lo schermo della Sala Difesa Meteore. — L’ho visto costruire quel veicolo. La Guerra Periferica diventa sempre più calda. Hanno invaso il Ringworld?

— Non ne ho idea. Ultimo, come ha fatto la Needle a ridursi in questo stato?

— Ricorda che Armonista mi accettò come maestro, su tuo consiglio.

Armonista, il musico Ghoul, era ai primi passi da difensore e fremeva per imparare.

— Aveva urgente bisogno di addestramento — disse Louis. — Più imparava da noi, meglio potevamo intuire che cosa avrebbe fatto. Ha cercato di tenere segreti?

— Sì.

— E gli hai negato l’accesso al ponte di volo, naturalmente.

— Infatti — ammise il burattinaio. — Per insegnare, usavo i tuoi schermi negli alloggi dell’equipaggio. Insegnavo bene e lui imparava in fretta, sempre più in fretta. Ha chiesto accesso ai miei strumenti. Gliel’ho rifiutato. Sei giorni dopo il tuo ingresso nell’automed, mi sono svegliato e l’ho trovato fermo qui davanti a me, dove pensavo non potesse arrivare. Gli ho dato tutto.

— Quando ha spaccato la tua nave?

— Qualche tempo dopo. Sono stato in coma da paura per undici giorni. Mi sono svegliato ed ecco cosa ho trovato. Da allora non è cambiato molto. Louis, ha riparato l’ipermotore!

— Per quel che gliene viene…