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“La loro gente si scinde in specie incompatibili sotto condizioni quasi identiche. Ho messo sotto controllo la rete di comunicazione con eliografi creata dai Notturni. Divorano i cadaveri, no? E hanno intelligenza pari ai riproduttori! Un difensore semi-intelligente ha governato il Centro Manutenzione per moltissimo tempo. Non saprei nemmeno quante altre variazioni ci siano.”

— Migliaia — disse Roxanny.

— Ma nella Mappa della Terra non c’è spazio perché mutazioni si stabiliscano e si modifichino l’un l’altra nell’estraneità. I miei servi hanno sistemato i miei riproduttori fra i Pak della Mappa della Terra. Lì la mia linea di sangue può fiorire. Luis, che cosa nascondi?

— Scusa.

Proserpina si stagliò su di lui, piccola e pericolosa. — Parlami.

Prono nella bara, Louis rispose: — Ho un amico nella Mappa della Terra. Voglio che sia difeso.

— Armonista non lascerà che un altro difensore stia vicino alla Mappa della Terra. Non sono sopravvissuta, io, sfidando il difensore residente. Cosa nascondi?

Intervenne Roxanny. — Nella Mappa della Terra ci sono Kzinti. L’ha detto lui. Il suo amico Accolito proviene da lì.

— Kzinti arcaici — disse Louis. — Diversi dagli eserciti della Guerra Periferica. Hanno attraversato il Grande Oceano e stabilito una colonia nella Mappa della Terra, neanche tanto tempo fa.

— Mentre ero in depressione — intervenne Proserpina. — Ho lasciato troppo al residente. Stet. Indagherò sugli Kzinti, arcaici e moderni. Forse possiamo trattare. Ma devo confrontare il residente. Stanotte devo andare via. Devo occuparmi di Armonista, in un modo o nell’altro. Forse starò via alcuni giorni. Detec Gauthier, devi badare a Luis. Luis, posso restituirti la sensibilità?

— Prova — rispose Louis. Quando giunse il dolore, si domandò se Proserpina volesse vendicarsi del latore di cattive notizie. Ma era solo un dolore sordo, anche se andava dall’anca al tallone.

— Prova a muoverti, se ti senti, ma con cautela. Non staccare niente. — Accarezzò sulla testa l’arboricolo. — Piccolo Hanuman, ti piacerebbe venire con me?

Hanuman ci pensò un attimo, poi le saltò in braccio.

Proserpina guardò gli altri. — Pongo solo un divieto. Potete andare liberamente dove più vi piace, escluso il grande edificio a favore di spin e a tribordo, nonché il continente più vicino contro spin. Sono sicura che in quell’edificio ci sono trappole esplosive. Io stessa non ho osato entrarvi. Il piccolo continente è quello dove Penultimo teneva specie pericolose di Pak. L’analogo di lupi, tigri, pidocchi, zanzare, cactus spinosi e funghi velenosi, piante e creature che non volevamo fra i nostri riproduttori. Per la maggior parte erano estinte, quando lasciammo le stelle del nucleo, ma ne abbiamo salvate alcune. Potremmo averle liberate, sapendo che i nostri riproduttori si sarebbero evoluti nelle proprie nicchie ecologiche.

Si girò e se ne andò, in silenzio e con disinvoltura, e parve un fantasma che si fosse dissolto.

16. Incontro di menti

Gli avrebbe permesso di volare, pensò Hanuman. Si preparò. Vide che il sedile non era adatto per lui e lo sagomò opportunamente. Proserpina lo osservò.

Entrarono nella foresta per raccogliere una provvista di frutta. Rapida come il fulmine, Proserpina afferrò da un cespuglio un animale simile a una donnola e gli spezzò il collo. Lo gettò a bordo, insieme con la frutta e l’acqua.

Si accomodò su un sedile a ferro di cavallo e improvvisò una rete di protezione. Hanuman studiò per alcuni secondi l’anello di spie luminose e di comandi, prima di osare toccarli. Avevano un aspetto quasi casuale: si adattavano dovunque ci fosse qualcosa di nuovo che andava monitorato.

Il veicolo era tutto diverso da un aeroplano.

Rilassata in poltrona, Proserpina lo osservò decollare e planare e roteare e precipitare fin quasi a fracassare un albero minareto, alzarsi troppo rapidamente, rallentare finché il tremito indotto dal vento non smise, poi sollevarsi con calma nel vuoto dove avrebbe potuto raggiungere una certa velocità. Il veicolo magnetico era meraviglioso come tutte le navi di Armonista. Il motore era il pavimento stesso del Ringworld, alimentato dalla luce solare che colpiva miliardi di miliardi di quadrati delle ombre. Navigando le linee di forza magnetica, si muoveva non come un aereo, ma come un sottomarino. Non tutti i comandi riguardavano il volo. Hanuman rimase in alto un po’ di tempo, prima di rischiare manovre bizzarre. Proserpina guardò, senza interferire, Hanuman che sfruttava i campi magnetici sotto il territorio. Il terreno si alzava e mutava. Nella scia del veicolo, un torrente iniziò a cambiare il proprio corso.

Hanuman aveva visto Armonista sfruttare forze analoghe in un posto di comando nel Centro Manutenzione. Quello non era un semplice veicolo spaziale, era un intero sistema difensivo del Ringworld.

Guidati dalla nave magnetica, i cavi di superconduttore sotto il terreno potevano attirare, respingere o deviare qualsiasi oggetto metallico: meteoriti, navi e missili stranieri, perfino un’occasionale tempesta solare o una letale ondata di raggi cosmici. Forse Hanuman era abbastanza bravo da orchestrare una simile difesa. Aveva osservato Armonista al lavoro.

Il terreno sotto Hanuman era solo una maschera del vuoto. Saperlo nell’intimo, vederlo nella parte inferiore del Ringworld (creste che erano canyon e letti di fiume, grinze che erano catene montuose) aveva quasi distrutto il difensore appena creato. Hanuman non si era mai abituato. Solo ora cominciò a sentire d’essere il padrone di se stesso. Non contando la presenza di un difensore più grande. Proserpina era più grande di lui. Come riproduttore, si era evoluta maggiormente verso l’intelligenza e il virus dell’albero-di-vita aveva operato su un cervello di dimensioni maggiori. Proserpina aveva anche più esperienza. Ma Armonista era più brillante di lei.

Lasciarlo pilotare era un’esca. Hanuman lo capiva fin troppo bene. Sapeva pure di rivelare segreti a ogni mossa. Era un pilota bravo e sacrificabile. Che cosa aveva pilotato? E Proserpina quanto aveva visto? Quanto sapeva già? Se ne stava seduta e osservava.

Hanuman sorvolò territori erosi e spogli e in parte nascosti da strati di nubi. Vide che il foro si era chiuso, ma che l’atmosfera non aveva ancora riempito il vuoto parziale. — Tutta l’aria del Ringworld sarebbe finita fra le stelle — disse a Proserpina. — Armonista l’ha impedito.

— Come?

— Non posso dirlo.

— Va già bene che abbia trovato il modo. Come sei venuto qui? Non ho visto navi abbastanza grandi per i miei apparecchi di rilevamento.

— Non posso dirlo.

— Dischi passatoio. Louis Wu li ha descritti per la ARM. Dobbiamo trovarne uno. Mostrami quel relitto.

Hanuman sfiorò il grande pallone sgonfio, il tappo antimeteore di Armonista (anche se non l’avesse aiutata, Proserpina l’avrebbe trovato comunque) poi rimase sospeso sopra i resti distrutti di una tenda pressurizzata della ARM. — Scendo?

— Sì.

Indossarono tute pressurizzate e camminarono fra i rottami. Hanuman non vide ragione per non rispondere alle domande di Proserpina. Ciò che lei chiedeva non rivelava molto dei suoi pensieri e dei suoi scopi, anche se Proserpina apprendeva più di quanto non apprendesse lui.

Ancorarono alla griglia di carico il pesante modulo cucina della ARM e decollarono di nuovo.

Il campo di battaglia era stato messo in disordine. Proserpina lo attraversò, osservando prima e chiedendo poi. Hanuman cercò di vedere ciò che lei vedeva. La sacca sonica non aveva lasciato missili spiaccicati né segni di bruciature. C’era la chiazza coperta di formiche dove Claus era morto. Impronte di zoccoli, segno del passaggio di una mandria in corsa. Impronte di grandi mani e piedi: animali che si cibavano di carogne erano stati richiamati dall’odore del sangue e non avevano trovato niente. La navetta della ARM aveva portato via il cadavere di Claus. L’aviobici era capovolta e intorno e sopra c’erano impronte: i Ghoul avevano provato a usarla per volare, ma i blocchi di Armonista avevano resistito.