Anche questa risposta era evidente, visto il furto della Long Shot.
La mente di Louis vagabondò, spumeggiando d’ispirazione, cercando altri enigmi. Dov’era Ultimo? A bordo della Hot Needle. Una nave fatta come una bottiglia di vetro poteva contenere anche sale comando nascoste. Dov’era la Hot Needle? Non importava. Louis poteva raggiungere la nave mediante disco passatoio,solo questo importava, a meno che… era in condizione di volare, la nave? Avrebbe dovuto scoprirlo.
Perché il naso di Armonista era così largo mentre quello di Proserpina era quasi piatto? Louis Wu aveva figli o D-figli tra le navi della Guerra Periferica? Dov’era la Long Shot? Forse Armonista studiava la nave dove lui aveva lavorato alla Needle e all’automed, nella Sala Lancio sotto la Mappa di Olympus Mons. La Sala Lancio era abbastanza spaziosa. Ed era il primo posto dove Louis avrebbe guardato, se mai avesse superato quel… torpore. Aveva l’impressione di pensare con grande rapidità, ma la mente gli pareva come diecimila farfalle in un campo, che si posano dappertutto e non vanno da nessuna parte. Il corpo… non avrebbe saputo dire.
Si nascose e si nutrì.
Roxanny dove aveva portato Wembleth? Era fuggita da Louis Wu e dai suoi alleati difensori. Ovviamente si era bruciata i ponti alle spalle, aveva cambiato la regolazione dei dischi passatoio; forse aveva bruciato l’ultimo ponte, prima di nascondersi. Come avrebbe fatto a trovarla?
Centocinquantuno giorni passarono in un lampo. Poi fu come se si fosse svegliato da un pisolino.
Rimase dov’era, semisepolto nel terriccio e fra gli steli di piante. Mosse le mani sul viso e lungo il corpo, scoprì una nuova figura. Giunture ingrossate. Testicoli scomparsi, pene ridotto a un niente. Il cranio si era ammorbidito, espanso, indurito di nuovo, lasciando una cresta ossea secondaria. La faccia era una maschera dura, labbra fuse alle gengive e ossificate. Il naso si era allargato. Avrebbe avuto l’aspetto di un jolly. E il fiuto era diventato quasi magico.
Ah! Aveva risolto il problema dei nasi. Un naso umano forma una sorta di cappa: trattiene per esempio una bolla d’aria per chi nuota. Le scimmie non hanno narici a cappa perché non nuotano. Gli umani si sono evoluti per metà in ogni direzione, compresa quella acquatica: gran parte della pelle è glabra, come la liscia pelle dei delfini.
Il fato intendeva proprio che la razza umana nuotasse.
I riproduttori perdono gran parte del fiuto perché impazzirebbero. Ucciderebbero qualsiasi estraneo che si avvicinasse ai loro figli, anche un medico o un insegnante. Proteggerebbero i figli da qualsiasi cosa, diventerebbero pazzi.
Dal naso Louis seppe che il rifugio di Penultimo, vasto come un’arcologia, non conteneva nemici. Lì le uniche forme di vita erano scavatori e l’analogo degli insetti; c’era anche un vecchio odore che gli andava dritto al rombencefalo.
Louis guardò l’orologio tatuato sul dorso della mano. Le nocche enfiate e le ossa del polso distorcevano il visualizzatore digitale. L’orologio segnava l’ora di Canyon. Con un calcolo Louis scoprì di avere bighellonato per due falan. Davvero troppo. Però non si era sbagliato, aveva contato 151 giorni di 30 ore. Un vecchio documento della ARM diceva che Jack Brennan aveva impiegato molto meno tempo per mutarsi in difensore.
Qualcosa, pensò Louis, aveva rallentato la sua metamorfosi. Cercò di alzarsi, sospettando già la risposta. Non riusciva a stare ritto. Quando aveva cominciato a mangiare la radice gialla, era guarito solo in parte. Le ferite erano incluse nello schema di ricrescita. Era diventato un difensore, ma un difensore storpio. Ginocchio, gamba, anca e costole sul lato sinistro erano distorte. Il corpo era quasi privo di grasso, bruciato in un letargo troppo lungo.
Louis zoppicò per il giardino pensile, imparò di nuovo a muoversi. Un difensore non in grado di combattere. Protese la mano verso un animale simile ai tassi e lo afferrò per la zampa solo perché quello era troppo lento. Lo mangiò rapidamente e giudicò che bastasse.
Alcune rampe più in basso vide la catasta di servizio, bruciacchiata e mezzo fusa. Zoppicando, scese a guardare da vicino: ormai era fredda, ovviamente. Cercò di aprire il quadro comandi e vide che era bloccato da una colata di metallo fuso. Salì faticosamente sul disco passatoio. Non accadde niente.
Con il pugno diede un colpo al bordo. Marte! Si contorse e si protese a colpire a due mani il disco passatoio capovolto prima di caderne giù. L’attimo seguente era in verticale sulle mani, in un campo d’alta erba. Rotolò subito in piedi (dov’era Armonista?) e si trovò sotto un emisfero blu, nel giardino di alberi-di-vita dove aveva ucciso Teela Brown.
Armonista?
Niente.
Aprì il quadro comandi del disco passatoio e cominciò a lavorarci. Prima l’essenziale.
C’era una nave lunga un miglio nel Grande Oceano. La Hidden Patriarch aveva portato degli Kzinti a conquistare la Mappa della Terra, secoli prima, e su quella nave c’era un disco passatoio. Louis non ricordava il codice, ma lo trovò.
Hidden Patriarch. Louis entrò di scatto, teso come un arco, pronto a combattere o morire. Nessuna resistenza. Vide una bronzea ragnatela frattale che lo fissava da un rugginoso muro di ferro: uno degli occhi-rete di Ultimo. Per il resto il luogo pareva incustodito.
Aveva lasciato la Hidden Patriarch quasi sotto il muro di tribordo del Ringworld. Una simile vista poteva ridurre un uomo alle dimensioni di un protone. Montagne alte come l’Everest fiancheggiavano la base, verdi di vita rigogliosa. Le montagne di drenaggio erano tutte fanghiglia di fondo marino, tutte fertilizzante. I bibliotecari non avevano spostato la nave. Ultimo aveva detto che erano stati riportati a casa. Probabilmente sulla Hidden Patriarch non c’era nessuno.
Louis aprì il quadro comandi, portando quel disco fuori della rete. Adesso era irraggiungibile. Per qualche momento si limitò a riflettere. Aveva ricordi confusi…ricordi di una lunga vita di riproduttore. I ricordi di quell’ultima ora erano chiari come diamante.
Molto tempo fa, pareva, aveva studiato una mappa del sistema di dischi passatoio di Ultimo. Ora attinse a quei ricordi per trovare regolazioni e tarature per varie località. Erano in gran parte perdute… ma a lui serviva un disco messo in funzione solo di recente. Riflessione e ricordi gli diedero il codice con il quale Ultimo designava i dischi passatoio. Era probabile che Armonista avesse mantenuto quel sistema. Così lui avrebbe avuto una manciata di regolazioni da provare.
Meglio procurarsi una tuta pressurizzata.
Sbucò a bordo della Hot Needle e gridò: — Voce di Ultimo! Sono Louis! — Malgrado cambiamenti nella struttura della gola, riuscì a fare in modo che la voce risuonasse come quella di Louis Wu.
— Non muoverti, tu non sei Louis Wu — disse una voce piatta, simile a quella di Ultimo.
Louis non si mosse. Si trovava nella cabina dell’equipaggio. Per un istante prese in considerazione cibo ben noto, una doccia e un cambio d’abiti, ma lasciò perdere. Disse: — Riferisci a Ultimo che Louis Wu è diventato un difensore. Devo parlare con lui.
— Louis? — disse la stessa voce. — Ti avevo avvertito!
— Lo so. Non dirmi dove sei. Sono venuto per una tuta pressurizzata. Hai osservato la Guerra Periferica? Ci sono novità?
— Un missile di antimateria ha distrutto uno statoreattore sul muro del bordo — rispose la voce del burattinaio. — Ventotto giorni fa. L’esplosione è stata tremenda, non solo antimateria, ma kiloton di plasma in fusione. Montagne di drenaggio fuse. Non ho scoperto quale fazione sia stata. Ho pensato che ne sarebbe derivato il caos. Mi sono preparato alla partenza, ma non è accaduto niente.