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Wembleth lo guardò, torvo.

— No, realmente. Lei vide ciò che vedemmo tutti. Avrà immaginato cosa c’era sotto la Mappa di Marte. Roxanny, è un volume enorme, un’area che eguaglia tutta la superficie solida della Terra ed è alta quaranta miglia. Non si può non vederla. È il Centro Manutenzione di tutto il Ringworld. Teela poteva vedere che gran parte degli statoreattori del bordo mancavano. Qualcuno doveva andare nel Centro Manutenzione per tentare di stabilizzare il Ringworld prima che sfiorasse il proprio sole.

E pensò: “Voleva anche il potere. Futz, era un difensore”. Poi disse: — Viaggiò con il sistema magnetico di levitazione e poi con qualsiasi mezzo potesse raggiungere la Mappa di Marte nel Grande Oceano. Forse andò prima nella Mappa della Terra, per vedere come se la passavano gli arcaici Pak, e lì prese la Hidden Patriarch. Ecco come la nave finì su Marte…

Roxanny disse: — Ossia?

— Non importa. Ciò che avvenne dopo è che Teela cercò di uccidere Bram.

— Bram? — ripeté Roxanny e Wembleth aggiunse: — Uccidere? Mia madre?

— Nel Centro Manutenzione c’era già un difensore — spiegò Louis. — Teela non sapeva di Bram, ma sapeva che se lì c’era qualcuno, quel qualcuno non stava facendo il proprio lavoro. Stava lasciando rubare i jet di assetto del bordo. Quindi andava sostituito. Wembleth, ho parlato con Bram. Ho ascoltato la sua versione dell’accaduto. Bram non era il più intelligente dei difensori. Non ha mai calcolato la parte che segue.

“Teela era un difensore. Ha fatto ciò che doveva fare. Ha preso un uomo più vecchio, probabilmente da una delle altre mappe, e si è travestita. È andata con lui nella Mappa di Marte, facendosi passare per una coppia di riproduttori. Hanno esplorato il Centro Manutenzione. Quando hanno trovato il giardino con alberi-di-vita, Teela aveva di sicuro visto abbastanza o fiutato l’altro. Ha capito che da qualche parte c’era un difensore. Ha lasciato che l’uomo mangiasse l’albero-di-vita e ne ha mangiato anche lei.

“L’uomo è morto e Teela ha finto di cadere in coma. Sarà rimasta immobile per parecchi giri. In teoria Bram doveva venire a esaminarla per scoprire che cos’era e poi ucciderla prima che divenisse difensore. Sicuramente Teela l’avrebbe colto di sorpresa e ucciso. Ma Bram non venne. Forse aveva deciso di lasciare che lei si svegliasse. Teela doveva passare al piano di riserva. Lasciò la Mappa di Marte senza far sapere a Bram d’essere al corrente di lui. Si dedicò a riparare i jet di assetto e poi… escogitò il modo per farsi uccidere.”

— Come, Louis, come? — chiese Wembleth. Reggeva ancora la balestra.

Teela aveva assalito Louis e i suoi compagni e aveva fatto in modo di perdere la battaglia. Louis in persona l’aveva uccisa.

— Bram ci aveva in pugno — rispose Louis. — Eravamo ostaggi, finché Teela era viva. Sarebbe stata la sua serva e lui era incompetente. Teela doveva morire per salvare il Ringworld e perciò morì.

— Ma…

Louis lo interruppe. — Ciò che importa ora è che per voi farei qualsiasi cosa. In pratica, devo lasciarvi liberi di nuovo. È d’enorme importanza che i difensori al potere, Armonista e Proserpina, non vi trovino.

— Cosa farebbero, ci ucciderebbero? Ci interrogherebbero?

— Vi difenderebbero.

Wembleth posò la balestra. Gli tremavano le mani. — Vashneesht! Stet. Questa gente mi piace, ma possiamo trasferirci. Devi sapere dove?

— No, non devo — rispose con fermezza Louis.

Uscì. Giovani del popolo Lupo si arrampicavano sulla catasta di servizio. Louis li scacciò. Riprogrammò i comandi del disco passatoio e anche quelli di levitazione.

Wembleth e Roxanny l’avevano seguito fuori. — Sto per andare via — disse Louis. — Quando sarò sparito, cambiate questa regolazione e poi premete questo pulsante zigrinato. Andate dove volete.

— Non ci possono rintracciare?

— Ci ho pensato io, Roxanny. Sarete fantasmi finché premerete il pulsante zigrinato prima di traslare. Comunque Armonista scoprirà presto il trucco, perciò saltate intorno per non più di mezza giornata, poi smettete di fare balzi e allontanatevi dalla catasta di servizio. — Traslò.

20. Una storia

Sala Lancio. Louis aveva bisogno solo di un istante. Voleva vedere il laboratorio, la Long Shot e l’automed nanotecnologico.

L’automed ricostruito da Carlos Wu era sparpagliato intorno al disco passatoio. Utensili tutt’intorno. Di molti si intuiva lo scopo. Cavi e fili multicolori di luce laser portavano a una ventina di cataste di strumenti. Un labirinto che sarebbero occorsi minuti per sbrogliare… un’ora o più per Ultimo.

La Long Shot si stagliava come una bolla lunga un miglio. A prima vista pareva in parte smontata. Un portello ricurvo, grande come un campo da gioco, era spalancato vicino alla base. Attrezzature erano ammassate all’intorno e da ogni parte c’erano materiali da imballaggio.

A guardare meglio, quei materiali non erano essenziali per un attendibile sistema di guida iperspaziale. Lì c’era una nave General Products n. 2, una scialuppa di salvataggio. Quelli erano serbatoi. Quegli altri, habitat gonfiabili per terreno e orbita e una raffineria di deuterio adattata per aspirare acqua marina. Alcuni oggetti servivano solo a dare indicazioni erronee. Accessori distorti dello scafo risultarono essere un proiettore olografico lasciato in funzione.

Armonista aveva tolto materiali e imballaggi per arrivare ai meccanismi, esaminarli e ricostruire la nave. Bastava chiudere il portello e… Louis non riuscì a capire subito come la nave sarebbe uscita dalla caverna.

Il cannone lineare rombò con un rumore da fine del mondo. Un fulmine attraversò il foro nel pavimento, risalì e uscì da Olympus Mons. Nel silenzio che seguì, Louis udì Proserpina gridare: — Se ne accorgeranno! — in lingua Ghoul.

Erano chini sul foro a guardare giù nel cannone lineare: Proserpina, Armonista e due piccoli difensori, l’uno o l’altro dei quali poteva essere Hanuman.

— Sanno che sono qui — urlò Armonista. — Immaginano che sono in attività. Quelli con un po’ di cervello ormai avranno dedotto cosa c’è sotto la Mappa di Marte. Alcuni potrebbero anche riposare meglio perché sto chiudendo i fori nel pavimento del Ringworld.

— … Rischi?

— I missili che la maggior parte di quelle fazioni ha continuato a usare, una sola esplosione di antimateria non avrebbe distrutto molto del Centro Manutenzione. Un nemico non potrebbe sapere d’avermi nuociuto e mi farebbe arrabbiare e potrei trovarlo. Ammetto che è rischioso. Sto temporeggiando. Non voglio che la ARM e gli altri si chiedano cosa stia combinando il difensore di Marte. Così mi limito a chiudere i fori. Questo mi tiene fuori dei guai.

Louis si disse che non l’avrebbero fiutato, era in una tuta pressurizzata. Ma anche lui non poteva fiutare niente, perciò continuò a guardarsi intorno. Vide alcuni difensori del Popolo dei Sospesi. Erano a distanza da lui. Vide un occhio-rete spruzzato nella cavità della scatola di rianimazione dell’automed. Rivolse un gesto di saluto (“Ciao, Ultimo!”) e si chiese se Armonista non fosse collegato alle stesse telecamere.

— … occorrono i fori?

— Con quelli ho finito. Siamo quasi… — Le voci si abbassarono, quando tornò loro l’udito. Louis non avrebbe appreso altro, in quel modo. Li vide coprirsi le orecchie e li imitò. Mentre il fulmine risaliva rombando il cannone lineare, raccolse un grippo e lo scagliò contro la testa di Proserpina, distante sessanta metri.