Выбрать главу

Si allontanava dal sole e puntava dritto nell’ammasso di navi della Guerra Periferica. Non che importasse. Quelle navi erano nello spazio einsteiniano, così vicino a una grande massa. Louis volava alla cieca, naturalmente, nell’iperspazio. Si augurava che quella nave più veloce superasse in velocità i divoratori.

Il burattinaio era rannicchiato in uno stretto nodo. Lui non sarebbe stato di nessun aiuto.

Louis si chiese a quale velocità la Long Shot si sarebbe mossa nelle vicinanze di una massa così grande. Forse avrebbe superato la velocità della luce. Forse Armonista aveva già elaborato il comportamento del sistema QII, ma lui non aveva indizi sufficienti. L’avrebbe scoperto presto. Quando la sfera di cristallo, ossia il rilevatore di massa, iniziò a funzionare, lui sarebbe stato fuori della “singolarità”.

Undici ore più tardi Louis capì che perfino i difensori potevano sentirsi stanchi. Avrebbe potuto non fare caso alla stanchezza e alla fame e alla sete e al dolore al ventre e alle giunture e al mal di testa e sinusite, tipici solo di un selvaggio in età avanzata. Non importava. Si era allontanato dal Ringworld. Dei trenta miliardi di miliardi di ominidi sul Ringworld, una grossa percentuale sarebbe sopravvissuta. Wembleth e Roxanny e il loro figlio erano perduti nel rumore di fondo. Se Armonista avesse capito che cos’erano veramente, non li avrebbe nemmeno cercati. Con un po’ di fortuna, però, avrebbe pensato che Louis avesse portato Wembleth fra le stelle.

La vittoria poteva compensare un mucchio di sofferenza.

La finestra era il pavimento e si oscurava, amplificava la luce, registrava e mostrava registrazioni o zoomava. Louis guardò scorrere disegni di luce colorata e una nera virgola sfrecciare. La scena cambiò. La finestra non c’era: i suoi occhi scivolarono intorno a essa.

Louis guardò il rilevatore di massa. Avrebbe dovuto vedere linee di luce che strisciavano verso di lui. Non vide niente: la sfera era solo cristallo laccato. Premette l’interruttore. Vide un nugolo di stelle. Sotto i suoi piedi, l’universo era vasto e magnifico. Di nuovo nello spazio einsteiniano.

Gli sarebbe piaciuto vendere la Long Shot a una banda di pirati nello spazio umano. O formare una banda tutta sua! Cosa ora poco probabile. Mise la finestra su zoom e l’oscurò un poco per attutire il bagliore zodiacale. Il Ringworld eclissava il sole, lasciava solo una minuscola scheggia di luce.

A sei ore luce dal sistema del Ringworld (misurò Louis) il sole non avrebbe illuminato molto la Long Shot, ma se la nave si fosse mantenuta nell’ombra dell’Anello sarebbe stata nera come lo spazio. Lui non aveva usato motori a fusione: nessuno lo avrebbe trovato rilevando il flusso di neutrini. Il resto dello spettro elettromagnetico poteva essere rilevato dalla Guerra Periferica, se per caso le navi controllavano. Louis pensò che sarebbero state troppo impegnate per controllare. Avrebbero inseguito la nave pesce luna di Proserpina finché non si fosse verificato un evento importante… molto presto, adesso.

La sala di registrazione, in alto, era minuscola come la cabina, ma c’erano una parete giochi, un distributore di cibo e un sacco doccia. Louis notò anche il portello nel soffitto. Quella era una novità. Portava a un labirinto di tubi d’accesso che si scorgeva dalla parete. I tubi erano difficili da seguire, un bel rompicapo, ma uno portava al magazzino dove lui aveva stivato la lancia di salvataggio e l’automed. Bene.

Si prese un po’ di tempo per una doccia. Se avesse mancato l’evento, la Long Shot avrebbe raggiunto più avanti l’onda luminosa.

Quando si asciugò, niente era cambiato. Affondò le dita nella chioma di Ultimo e scansò un calcio della gamba posteriore… non del tutto. — Sveglia! — disse.

— Ti ho fatto male?

— Non importa.

— Perché siamo in riposo?

— Voglio osservare una cosa. Inoltre non posso usare il rilevatore di massa.

— Iii! - fischiò Ultimo.

— È un congegno psionico. Dovrai pilotare tu stesso la nave. Ma siamo liberi, quelli che amo sono al sicuro, la Guerra Periferica non ci cerca e la strada per Canyon è sgombra.

— Per Canyon?

— Be’, per la Flotta di Mondi, se preferisci. Ho solo presunto che avevi portato con te la compagna e i figli, quando hai lasciato la Flotta.

— Naturalmente.

— Se possiamo elaborare i particolari, c’è una cosa che mi serve.

— Tu bluffi, Louis, come già facesti una volta. Stai per morire, vero?

— Sì. Ero troppo distorto quando l’albero-di-vita ha iniziato a cambiarmi. Sto morendo, stet, ma non bluffando. Tutto ha funzionato bene. Ma mi piacerebbe rimettere in funzione l’automed di Carlos Wu.

— Richiederebbe… mmm.

— Considerevoli fastidi. Duro lavoro fisico. Cosa posso offrirti?

— La Long Shot si muove troppo velocemente. La collisione con una stella è quasi sicura. Non ho il coraggio per pilotare fino a Home.

— Non Canyon?

— Home — confermò il burattinaio. — Non potevo nascondere su Canyon. Troppo piccolo. Home è molto simile alla Terra, Louis, e ha una storia magnifica.

— E Home sia — accondiscese Louis. — Ehi! — Il sole ingrandito brillava e gettava nette ombre nella sala di comando.

Il burattinaio girò una testa, poi anche l’altra. Chiuse quasi le pupille. Parlò con voce monotona: era sconvolto. — Dov’è il Ringworld?

— Sì.

— Sì?

— Sì. Armonista ha usato la nanotecnologia per cambiare l’intera griglia di superconduttore nella configurazione trovata nella Long Shot. È partito come una lepre sotto motore iperspaziale Quantum II e ha portato con sé il Ringworld.

— Quanto lontana?

— Cosa? — Quella era l’unica nave che avrebbe potuto raggiungerlo. Poco più di due giorni di trenta ore alla velocità del Quantum II… un anno luce in 5/4 di minuto… — Tremila anni luce prima che Armonista sia a corto di energia. Ossia molto lontano dalla spazio umano. I telescopi non vedranno niente per un centinaio di generazioni. Si potrebbe rilevare tutta quella massa che si sposta, con un rilevatore di onde gravitazionali. Cosa farai, lo inseguirai?

— La ricchezza — gemette Ultimo. — Svanita. Ho perduto il mio posto come Ultimo, inseguendo la ricchezza di conoscenza del Ringworld. E quelli di cui hai parlato, quelli che ami, Louis, che ne sarà di loro?

— Non li troverò mai. Ultimo, è questo il punto. Ora ripariamo l’automed, prima che qualcosa si scateni in me.

— Penso che possiamo trascurare l’effetto marea — disse Armonista. — Non credi?

Proserpina mosse rapidamente le dita. Lo schermo a parete, che non mostrava niente, una sorta di grigio rappreso da ogni parte, divenne nero. Bianchi geroglifici danzarono sul nero, in un sistema matematico Pak vecchio di milioni di falan. — La gravità solare tirava in su e in dentro un poco, lungo un angolo molto stretto, quando il Ringworld aveva un sole. In mancanza del sole, tutti i mari tenderanno a fluire verso le mura del bordo. Siamo in volo per due giorni? Stet, questo è trascurabile. Quello che mi preoccupa… — geroglifici danzarono di nuovo — è l’approssimazione.

Il cielo era impazzito. Roxanny e Wembleth strisciarono fuori della tenda, Roxanny un po’ goffa, e fissarono uno spettacolo luminoso degno dei massimi premi. Wembleth chiese: — Cosa succede?

— Non ne ho idea, lo giuro. Qualche arma supersegreta. Futz, mi auguro che non sia degli Kzinti. Non vedo nessuna nave, a meno che… cos’era, quello? — Una piccola virgola nera attraversò rapidamente il cielo da tribordo a babordo. Lasciò una cicatrice vicino alla sommità del muro del bordo, visibile con gli occhiali ingranditori.