Queste parole svaniranno qualche momento dopo che la lettera lascerà le tue mani, una difesa fatta apposta per te, per cui sii prudente. Se stai leggendo significa che gli eventi al molo si sono succeduti come speravo...
Rand si fermò fissando la lettera, quindi proseguì velocemente.
Fin dal giorno in cui ho raggiunto il Rhuidean sapevo — non devi preoccuparti di capire come. Alcuni segreti appartengono ad altri e non li tradirò — cosa sarebbe accaduto a Cairhien quando fossero giunte notizie di Morgase. Non sapevo di cosa si sarebbe trattato. Se quello che abbiamo sentito è vero, che la Luce abbia pietà della sua anima, era testarda e ostinata, con il carattere di una leonessa a volte, ma anche se tutto questo è vero, era una regina brava e buona. Ma ogni volta le notizie portavano agli eventi al porto del giorno seguente. C’erano tre sentieri che si snodavano dal molo, ma se stai leggendo la lettera, io sono andata, come Lanfear...
Rand strinse le mani sulle pagine. Moiraine sapeva. Sapeva e lo aveva comunque guidato il quel posto. Velocemente lisciò la carta stropicciata.
Gli altri due percorsi erano anche più pericolosi. In uno, Lanfear ti uccideva. Nell’altro ti portava via e quando ti avremmo rivisto, ti saresti presentato come Lews Therin Telamon e saresti stato il suo amante devoto.
Spero che Egwene e Aviendha siano sopravvissute incolumi. Non so cosa sia accaduto nel mondo dopo il momento della mia dipartita, tranne forse una piccola cosa che comunque non ti riguarda.
Non potevo dirtelo per lo stesso motivo per cui non ho potuto dirlo a Lan. Anche con le diverse opzioni, non potevo essere certa di quali avresti scelto. Sembra che gli uomini dei Fiumi Gemelli hanno in loro molto del fatidico sangue di Manetheren, tratti in comune con gli uomini delle Marche di Confine. Si dice che un uomo delle Marche di Confine si lascerebbe ferire da una pugnalata per evitare che venisse fatto del male a una donna, considerandolo uno scambio equo. Non ho osato rischiare che tu potessi anteporre la mia vita alla tua, sicura che in qualche modo avesti potuto eludere il fato. Non un rischio, temo, ma una sciocca certezza, come di certo ha provato la giornata di oggi...
«Una mia scelta, Moiraine» mormorò. «Solo mia.»
Alcuni punti conclusivi.
Se Lan non è già andato via, digli che quello che gli ho fatto, l’ho fatto per il suo bene. Un giorno capirà e, spero, mi benedirà per averlo fatto.
Non fidarti completamente di nessuna donna che sia Aes Sedai adesso. Non parlo solo dell’Ajah Nera, anche se devi sempre essere cauto. Sospetta di Verin come di Alviarin. Abbiamo fatto danzare il mondo cantando per tremila anni. È un’abitudine difficile da spezzare, come ho imparato danzando al suono della tua canzone. Devi ballare libero, e anche le Sorelle con le migliori intenzioni potrebbero cercare di guidare i tuoi passi come una volta ho fatto io.
Ti prego di consegnare la lettera a Thom Merrilin non appena lo vedi. C’è una piccola faccenda di cui una volta gli ho parlato che devo chiarire per dargli la pace mentale. In ultimo, fai attenzione a mastro Jasin Natael. Non posso approvare completamente, ma capisco. Forse era il solo modo. Ma stai attento a lui. È lo stesso uomo, non è cambiato. Ricordatelo sempre. Che la Luce ti illumini e ti protegga, te la caverai bene.
Era firmata semplicemente ‘Moiraine’. Non aveva usato quasi mai il nome della sua casata.
Rand lesse di nuovo il secondo paragrafo con maggiore attenzione. In qualche modo la donna aveva capito chi fosse Asmodean. Doveva trattarsi di quello. Sapeva che uno dei Reietti le stava proprio di fronte e non aveva mai battuto ciglio. Ne aveva capito anche il motivo, se aveva letto bene. Rand avrebbe pensato, in una lettera che diventa bianca non appena la posi, che avrebbe potuto uscire allo scoperto e dire esattamente quello che voleva. Non solo riguardo Asmodean. Su come aveva scoperto le cose che sapeva nel Rhuidean, qualcosa che aveva a che fare con le Sapienti, a meno che non si sbagliasse di grosso, e aveva le stesse possibilità di scoprire altro dalla lettera quanto dalle Sapienti. Riguardo le Aes Sedai, perché aveva nominato Verin? E perché Alviarin invece di Elaida? Anche riguardo Thom e Lan. Per qualche motivo non pensava che Moiraine avesse lasciato una lettera per Lan. Il Custode non era il solo a credere nelle ferite pulite. Era tentato di aprire la lettera di Thom, ma forse l’aveva schermata allo stesso modo della sua. Aes Sedai e Cairhienese, si era avvolta nel mistero e nella manipolazione fino alla fine. Fino alla fine.
Era quanto stava cercando di evitare con tutto questo cianciare di mantenere i segreti. Sapeva cosa sarebbe accaduto e si era fatta avanti con lo stesso coraggio di un Aiel. Si era lanciata nella morte sapendo che era lì ad attenderla. Era morta perché lui non poteva uccidere Lanfear. Non poteva uccidere una donna, per cui un’altra era morta. Gli occhi di Rand ricaddero sulle ultime parole.
...te la caverai bene.
Tagliavano come la lama di un rasoio.
«Perché piangi da solo, Rand al’Thor? Ho sentito dire che alcuni abitanti delle terre bagnate credono sia una vergogna essere visti piangere.»
Rand guardò furioso Sulin, in piedi sulla soglia. La donna era completamente equipaggiata, arco nella custodia dietro le spalle, faretra appesa alla cintura, lo scudo di cuoio rotondo e tre lance in mano. «Io non sto...» aveva le guance umide e le pulì. «Fa caldo qui. Sudo come un... Cosa vuoi? Credevo che aveste deciso di abbandonarmi e ritornare nella terra delle Tre Piegature.»
«Non siamo noi ad abbandonarti, Rand al’Thor.» Chiudendosi la porta dietro le spalle, si sedette in terra appoggiando lo scudo e due lance. «Sei tu ad aver abbandonato noi.» Con un solo movimento mise un piede sull’ultima lancia che aveva fra le mani, la sollevò e la spezzò in due.
«Cosa stai facendo?» La donna lanciò di lato i pezzi e prese un’altra arma. «Ho detto, cosa stai facendo?» Il volto della Fanciulla dai capelli bianchi superava anche quello di Lan, ma Rand si inchinò e afferrò la lancia con ambo le mani. Il piede della donna, che indossava i morbidi stivali, si appoggiò sulle nocche di Rand. Non con leggerezza.
«Ci farai indossare le gonne, trovare marito e accudire i fuochi? O dobbiamo giacere vicino al tuo fuoco e leccarti la mano mentre ci lanci dei pezzi di carne?» I muscoli della donna si tesero e la lancia si spezzò, ferendo il palmo della mano di Rand con le schegge.
Rand ritirò la mano libera imprecando, rimuovendo delle gocce di sangue. «Non era quello che intendevo fare. Credevo che aveste capito.» La donna raccolse la lancia, sistemò il piede ma Rand incanalò, intessendo Aria mentre la immobilizzava. La donna lo fissò senza parole. «Che io sia folgorato, non hai detto nulla! Per cui ho tenuto le Fanciulle fuori dalla battaglia con Couladin. Non tutti hanno combattuto quel giorno. E tu non hai mai detto una parola.»
Sulin sgranò gli occhi incredula. «Tu ci hai tenute lontane dalla danza delle lance? Noi abbiamo tenuto te lontano. Eri come una ragazza appena sposata alla lancia, pronto a correre e uccidere Couladin senza mai pensare alla lancia che avrebbe potuto colpirti alle spalle. Tu sei il car’a’carn. Non hai alcun diritto di correre rischi inutili.» La voce della donna divenne atona. «Adesso te ne vai a combattere il Reietto. Il segreto è ben custodito, ma ho sentito abbastanza da quelli che sono a capo delle altre società.»
«E vuoi tenermi fuori anche da questa battaglia?» disse Rand con calma.
«Non essere sciocco, Rand al’Thor. Chiunque avrebbe potuto danzare le lance con Couladin, era da bambini pensare che tu corressi il rischio. Ma nessuno fra noi può affrontare le Anime dell’Ombra, se non te.»
«Allora perché...?» Rand si fermò, sapeva già la risposta. Dopo il giorno intriso di sangue dello scontro con Couladin, Rand si era convinto che alle Fanciulle non importava. Aveva voluto crederlo.