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«Ci hai messo molto a venire» esordì Bair torva, mentre Egwene era ancora alla ricerca di una posizione comoda. La voce della donna era stridula e acuta, ma pur sempre di ghiaccio. Continuò a strofinarsi un braccio con la staera.

«Mi dispiace» rispose Egwene. Ecco, doveva essere abbastanza remissiva.

Bair tirò su con il naso. «Sei Aes Sedai oltre il Muro del Drago, ma qui sei solo un’alunna e gli alunni non perdono tempo. Quando mando a chiamare Aviendha o la spedisco a prendermi qualcosa, lei corre, anche se tutto quello che ho chiesto è uno spillo. Potresti imitarla.»

Arrossendo Egwene cercò di fare una voce umile. «Ci proverò, Bair.» Era la prima volta che una Sapiente le metteva a confronto in presenza di qualcuno. Lanciò un’occhiata ad Aviendha e fu sorpresa di trovarla pensierosa. A volte desiderava che la sua sorella prossima non fosse un così buon esempio.

«La ragazza imparerà. Bair, o forse no» intervenne irritata Melaine. «Istruiscila sulla prontezza di risposta più tardi, se ancora ne avrà bisogno.» Non più grande di Aviendha di dieci o dodici anni, di solito parlava come se avesse un’ape sotto la gonna. Probabilmente era seduta su una roccia acuminata. In quel caso non si sarebbe mossa, ma si sarebbe aspettata che fosse la roccia a muoversi. «Te lo ripeto, Moiraine Sedai, gli Aiel seguono Colui che viene con l’Alba, non la Torre Bianca.»

Ovviamente erano convinte che Egwene avrebbe capito ascoltando il seguito del discorso.

«Può essere» intervenne Amys con voce atona, «che gli Aiel serviranno di nuovo le Aes Sedai, ma quel momento non è ancora arrivato, Moiraine Sedai.» Non smise di strofinarsi mentre guardava l’Aes Sedai con calma.

Egwene sapeva che sarebbe giunto, adesso che Moiraine sapeva che alcune delle Sapienti potevano incanalare. Le Aes Sedai si sarebbero avventurate nel deserto per trovare ragazze che potevano essere addestrate e avrebbero quasi certamente provato a riportare alla Torre anche le Sapienti con quella capacità. Una volta aveva temuto che le Sapienti potessero essere tiranneggiate e dominate, trascinate via indipendentemente dalla loro volontà. Le Aes Sedai non lasciavano mai nessuna donna che poteva incanalare libera a lungo dalla Torre. Adesso però non si preoccupava più, anche se sembravano farlo le Sapienti in persona. Amys e Melaine potevano eguagliare le Aes Sedai in forza di volontà, come dimostravano ogni giorno con Moiraine. Bair probabilmente sarebbe riuscita a far saltare anche Siuan Sanche attraverso un cerchio, e non poteva nemmeno incanalare.

Ma Bair non era la Sapiente con la maggiore forza di volontà. Quell’onore era riservato a una donna anche più anziana, Sorilea, della setta Jarra degli Aiel Chareen. La Sapiente della fortezza Shende poteva incanalare meno di tante novizie, ma era capace di inviare un’altra Sapiente a fare una commissione per lei come fosse gai’shain. E loro andavano. No, non c’era motivo di preoccuparsi per le Sapienti.

«È comprensibile che desideri risparmiare le tue terre» continuò Bair, «ma Rand al’Thor non intende guidarci a compiere una punizione. A nessuno che si sottometterà a Colui che viene con l’Alba o agli Aiel verrà fatto del male.» Ecco di cosa si trattava allora.

«Non sono solo preoccupata di salvare vite e territori.» Moiraine si deterse il sudore dalla fronte con un gesto regale, ma la voce sembrava tesa come quella di Melaine. «Se lo permetterete, sarà un disastro. Anni di piani stanno per realizzarsi e lui intende rovinare tutto.»

«Piani della Torre» rispose Amys, con una tale calma che sembrava fosse d’accordo. «Quei piani non hanno nulla a che vedere con noi. Noi e le altre Sapienti dobbiamo tenere in considerazione cosa è bene per la nostra gente. Faremo in modo che gli Aiel facciano ciò che è meglio per gli Aiel.»

Egwene si chiese cosa ne avrebbero pensato i capo clan. Certo si lamentavano spesso che le Sapienti si immischiassero in affari che non erano i loro, per cui forse non sarebbe stata una sorpresa. I capi sembravano tutti uomini dalla grande forza di volontà e intelligenti, ma contro una coalizione di Sapienti avevano le stesse possibilità del Consiglio del Villaggio contro la Cerchia delle Donne a Emond’s Field.

Stavolta però Moiraine aveva ragione.

«Se Rand...» iniziò a parlare Egwene, ma Bair la interruppe con fermezza. «Ascolteremo quanto hai da dire più tardi, ragazza. La tua conoscenza di Rand al’Thor è preziosa, ma resterai tranquilla ad ascoltare fino a quando ti chiederemo di intervenire. E piantala di mettere quel broncio o ti faccio bere un infuso di spino blu.»

Egwene fece una smorfia. Il rispetto per le Aes Sedai, pensato come rispetto fra uguali, riguardava poco l’alunna, anche una che credevano fosse Aes Sedai. Egwene in ogni caso rimase in silenzio. Bair era capace di mandarla a prendere il sacchetto delle erbe e farle preparare quell’infuso terribilmente amaro da sola. Non serviva a nulla tranne a curare testardaggine, antipatia o qualsiasi cosa le Sapienti reputavano sconveniente e questo solo con il sapore. Aviendha le diede un colpetto su un braccio per confortarla.

«Non pensate che sarà una catastrofe per gli Aiel?» Doveva essere difficile per lei parlare con una voce fredda come l’inverno, madida com’era dalla testa ai piedi di vapore condensato e sudore, ma Moiraine lo fece sembrare facile. «Sarà di nuovo la Guerra Aiel. Ucciderete, incendierete e saccheggerete le città come faceste allora, fino a quando tutti gli uomini e le donne si saranno rivoltati contro di voi.»

«Il quinto ci spetta, Aes Sedai.» Intervenne Melaine, gettandosi indietro i lunghi capelli per poter usare la staera su una spalla. Anche appesantita dall’umidità del vapore, la sua chioma risplendeva come seta. «Non abbiamo preso di più nemmeno agli assassini dell’albero.» Lo sguardo che rivolse a Moiraine era troppo blando per essere privo di significato; sapevano che era originaria di Cairhien. «I vostri re e regine tolgono lo stesso con le tasse.»

«E quando le nazioni si rivolteranno contro di voi?» insisté Moiraine. «È già successo durante la Guerra Aiel, e accadrà di nuovo, con grandi perdite da entrambe le parti.»

«Nessuno di noi teme la morte, Aes Sedai» le disse Amys, sorridendo gentilmente come se stesse spiegando qualcosa a una bambina. «La vita è un sogno dal quale ci dobbiamo tutti svegliare prima di poter sognare di nuovo. Inoltre solo quattro clan varcarono il Muro del Drago agli ordini di Janduin. Sei sono già qui e hai detto che Rand al’Thor intende guidare tutti i clan.»

«Le Profezie del Rhuidean dicono che ci spezzerà.» La scintilla negli occhi verdi di Melaine poteva essere rivolta a Moiraine forse perché non era così rassegnata come sembrava. «Cosa importa se succede qui o oltre il Muro del Drago?»

«Perderà il supporto di ogni nazione a ovest del Muro del Drago» rispose Moiraine. Sembrava calma come sempre, ma una certa incisività nel suo tono diceva che era pronta a masticare sassi. «Deve avere il loro appoggio!»

«Ha il supporto della nazione aiel» replicò Bair con quella sua voce fragile e inflessibile. Enfatizzò le parole gesticolando con una sottile lama di metallo. «I clan non sono mai stati una nazione, ma adesso ne sta creando una.»

«Non ti aiuteremo a impedirlo, Moiraine Sedai» aggiunse Amys con la stessa fermezza.

«Adesso puoi andare, Aes Sedai, se credi» Bair si rivolse a lei. «Abbiamo parlato di quello che volevi per quanto siamo disposte a fare, stasera.» Era stato pronunciato educatamente, ma era pur sempre un congedo.