Tornò a casa dove concentrò la sua attenzione su una macchina miracolosa che aveva fino allora trascurato. Era detta unitel e ce n’era un esemplare in ogni abitazione. Assomigliava vagamente alla vecchia televisione, ma assai più perfezionata. L’unitel consisteva essenzialmente in un grande schermo, una scatola sigillata ne racchiudeva il meccanismo, e una carta geografica raffigurante il mondo era dotata di un ago mobile. Spostando l’ago sul punto che interessava, e stabilendo il contatto, si poteva vedere tutto ciò che succedeva in quel punto della terra, a colori, con la riproduzione esatta delle voci e dei rumori, e una grande precisione nei movimenti. Una volta al giorno per la durata di mezz’ora, il Consiglio Mondiale si riservava l’uso dello schermo per rendersi conto di quanto succedeva nel mondo, prendere le necessarie decisioni, e diramare le informazioni di interesse generale. Tranne quella mezz’ora, l’unitel restava a disposizione di tutti.
Graham accese l’apparecchio nel momento in cui veniva diramato il comunicato del Consiglio, e lo ascoltò attentamente.
In tutto il mondo, il numero di coloro che ricorrevano alla Torre della Partenza era bruscamente aumentato. La capitale mondiale, la più grande di tutte le comunità, situata nella regione dell’antico Brasile, comunicava che su una popolazione di 30.000 abitanti si era avuto un afflusso alla Torre di quarantun individui in un solo giorno, mentre la media normale era di 0,19. Da altre località venivano segnalati uguali aumenti. Graham non poté comprendere tutti i comunicati perché aveva solo una limitata conoscenza del linguaggio mondiale, ma capì che si parlava di un fenomeno segnalato in un punto dell’oceano. Del resto non occorreva che capisse perché sapeva qual era il luogo…
Attese la fine dei rapporti ufficiali, poi spostò l’ago indicatore sul Sud Pacifico. Mentre il mondo scorreva sotto i suoi occhi, ebbe modo di apprendere alcuni lati sconosciuti della moderna civilizzazione. Vide uno specialista intento a preparare soluzioni nutritive, alcuni straordinari pittori radunati in una galleria d’arte, un tecnico sanitario in un laboratorio dove si allevavano neonati, due bambini che si divertivano a combinare cubi gialli, rossi e blu in un sistema di sospensione a tre dimensioni, un boschetto di alberi bianchi…
L’ago era arrivato alla estrema costa del Cile, e apparvero le sconfinate acque dell’Oceano. Graham faticò un poco prima di trovare la latitudine e la longitudine dell’Isola di Pasqua. E quando l’ebbe trovata, vide la mostruosa colonna uscire dall’acqua. Sul cratere del Rano Raraku era apparso il Guardiano del Sigillo, vibrante nel ciclo delle sue mutazioni.
Osservando attentamente il pilastro luminoso, lo scienziato si rese conto che sarebbe trascorso ancora un giorno prima che si stabilisse il contatto che avrebbe aperto ai Titani l’ingresso al mondo degli uomini. Era ancora in tempo, se voleva, per raggiungere l’Isola di Pasqua e sfidare nuovamente il Guardiano.
Si rivide inghiottito dalla colonna infuocata, attirato da una forza abissale e costretto a un nuovo balzo di un milione e mezzo di anni. E così di seguito, all’infinito… La smisurata colonna era una trappola del tempo, come il corridoio di Stonehenge, e a meno che i suoi inventori, dal loro rifugio, non tentassero di cambiarne il compito e quello del Guardiano del Sigillo, Graham avrebbe dovuto intervenire senza sosta per impedire che si aprissero le porte ai Titani. E per sempre sarebbe stato votato a rinnovare quel passo prodigioso di migliaia di secoli.
Graham aveva però un mezzo per sottrarsi al suo destino: andare alla Torre della Partenza. Poteva abbandonare il mondo e i suoi problemi, abbandonare i pensieri e i ricordi.
Ma non l’avrebbe fatto.
Così stabilì l’itinerario per il viaggio. L’immenso viaggio per salvare il mondo. Forse, pensò, nel corso di una delle mie prossime assenze, riuscirò a sottrarmi alla tempesta ultracosmica. Potrò emergere, per non più tornare, all’altra estremità della colonna, là dove vivono i grandi chimici, i Titani.
Si alzò e staccò i contatti dell’unitel.
Lo schermo si spense.