Con sua sorpresa, non gli venne chiesto di alzarsi dalla sedia. Invece, con l’anello di rubino sul dito più a sinistra, rimase seduto mentre dei portatori passavano dei pali attraverso gli anelli sui lati della sedia, lo sollevavano e lo portavano fuori dalla stanza. Non c’era alcuna porta ma la parete stessa si aprì dal soffitto al pavimento in due metà, e Orem fu portato alla presenza della Regina.
Dietro di lui le porte si richiusero, e la sola luce della stanza era quella della luna che entrava dalle grandi finestre, ed era riflessa dai mille specchi sulle pareti. Nella luce argentea e variegata, la vide sola e nuda in mezzo alla stanza, i piedi bianchi e lisci come il freddo marmo in cui sembravano scolpiti. Dubitate che io possa descriverla? I suoi capelli erano lunghi e folti, e le giungevano sotto la vita; non c’erano altri peli sul suo corpo, e avrebbe potuto essere una bambina, non fosse stato per i piccoli seni perfetti, che nel loro lieve sollevarsi e abbassarsi erano l’unica prova che fosse viva.
La faccia Orem la riconobbe. Era la faccia perfetta, implorante, innamorata, inevitabile, della donna nei suoi sogni. Èra la vergine, che implorava il suo amore. Era la Regina Bella, e ora era sua moglie.
Si alzò dalla sedia, profondamente consapevole del suo corpo magro e mal proporzionato, abbronzato dalla cintola in su; e tuttavia ci fu ben poco spazio nei suoi pensieri per la vergogna di aver così poco da offrire all’unica donna perfetta del mondo. Poiché lei alzò la mano, ed era la mano destra, e l’anello d’oro che portava era sul dito impossibile, il dito che lui non avrebbe osato sperare: il mignolo, il dito più a destra di tutti. E mentre camminava verso di lei, con la mano alzata, gli anelli delle loro dita erano posti alla stessa distanza dalla punta.
Se lui aveva scelto di rinunciare a ogni sua passione, lei aveva scelto di rinunciare alla propria volontà.
— Sei vergine? — sussurrò lei, con voce morbida e intensa.
Lui annuì.
Non era sufficiente. Impaziente, lei chiese ancora: — Ragazzo mio, marito mio, mio Piccolo Re, il tuo seme è mai stato versato nel grembo di un’altra donna?
E Orem parlò, anche se non seppe bene dove trovò la voce. — Mai.
Lei si chinò in avanti e lo baciò. Fu un bacio freddo, ma lungo, e Orem avrebbe voluto che non finisse mai. Mentre lo baciava, i seni di Bella gli sfiorarono il petto, poi le loro anche si toccarono, e la mano sinistra di lei gli scivolò dietro la schiena, e lo strinse; Orem non pensò alle sorelle senza faccia o alla puttana che non era riuscito a usare; non aveva né la necessità né il desiderio di preoccuparsi di ciò che il suo corpo poteva o non poteva fare. Il bacio terminò. — Non ti amerò mai — sussurrò lei. — Non avrai mai il mio cuore. — Ma il tono della sua voce era pieno di amore, e Orem tremò per il potere che lei aveva senza usare alcuna magia.
Doveva rispondere? Non poteva. Poiché aveva messo l’anello nella mano della passione, e questo era un voto di amore, per sempre e totalmente. E tuttavia nel suo cuore sapeva, senza sapere il perché, che non l’avrebbe mai amata. Il suo cuore si era arreso, ma non a lei; la volontà di Bella si era arresa, ma non a lui.
— Avremo un figlio — disse lei a bassa voce, conducendolo in un punto dove il pavimento cedeva il posto a un letto grande come il mare.
— Sarà un maschio — disse, mentre si inginocchiavano insieme, e la sua mano lo toccava dolcemente.
— Io gli darò tutto — disse Bella — ed è per questo che non ci sarà nulla di me per te.
Giacquero insieme tutta la notte, e il bambino di dodici mesi venne concepito. Orem seppe il momento in cui accadeva, perché la Regina gridò di gioia, e per un momento i suoi occhi furono troppo luminosi per poterli guardare. Sono in te e parte di te, disse Orem silenziosamente.
Due volte tu possedesti il suo corpo, Palicrovol. La prima lei non ti voleva, e la seconda tu non volevi lei. Ma hai mai guardato il suo viso, e hai mai detto: Io sono in te e parte di te? Tu non le desti alcuna Danza della Discesa, Re di Burland. Forse non le perdoni questo: di aver avuto, una volta nella sua vita, un uomo che l’amò con tutto il cuore, anche se solo per un momento.
E se ti tortura sapere che un altro uomo fu con lei durante la sua vita, consolati pensando a questo: che lui la conobbe una sola volta, ma per settimane, in seguito, doveva solo pensare a qualche momento di quella notte con Bella perché il suo corpo si risvegliasse e si esaurisse nel giro di pochi secondi, semplicemente per il ricordo. Quando Bella possiede un uomo, Palicrovol, deve poi quest’uomo essere tenuto responsabile di ciò che fa il suo corpo?
E tuttavia non dirò che lei l’abbia forzato come ha forzato te. Orem sapeva come nessun altro poteva sapere che non c’era alcuna magia. Non gli aveva fatto alcun incantesimo quella notte. Non avrebbe potuto, poiché un figlio di dodici mesi non può essere concepito magicamente. Ciò che Orem provò per lei era genuino, e non soltanto per amore della sua carne perfetta. Io conosco bene Orem; e so che quando amò la sua sposa, non fu una Regina che amò; ma piuttosto la fanciulla Asineth come lei avrebbe potuto essere se non fosse stata distrutta nella sua infanzia.
È per questo che lo odi tanto, Palicrovol? Perché lui conosce la donna che lei avrebbe potuto essere?
19
I COMPAGNI DELLA REGINA
Chi potrebbe biasimare Orem Fianchi-Magri se si svegliò pieno di meraviglia e di gioia? Per la prima volta nella sua vita la verità era meglio del sogno, e più improbabile. Durante quella prima ora pensò di aver trovato un nome, un posto e una poesia, tutto assieme, e che tutti fossero felici. La luce del sole danzava riflessa da mille specchi. E c’è dell’altro…
Io credo che se Bella fosse stata buona con lui, lui l’avrebbe amata, e così noi e gli dèi saremmo stati rovinati.
Tuttavia, se Bella fosse stata capace di essere buona, non ci sarebbe stato bisogno della sua morte per liberarci dalla schiavitù.
Perciò è un circolo chiuso. E la cosa più crudele è questa, Palicrovoclass="underline" credo che verso la fine della sua vita. Bella amò Orem Fianchi-Magri, a suo modo tanto quanto la Principessa dei Fiori amò il suo Re. Anche se Orem era nato quando Bella aveva già superato i tre secoli di vita e di potere, tuttavia la fanciulla Asineth aveva trovato il suo amore: un sognatore, un uomo buono, un uomo gentile a cui importava meno dei suoi progetti che della gente che vi era coinvolta. È in questo che lui era diverso da te, Palicrovol, ed è questa la ragione per cui lei lo amò.
Povera Bella. Non posso, io fra tutti, compiangerla? Lei lo amò; ma aveva appreso una sola maniera di manifestare il suo amore: attraverso la crudeltà e l’ingiuria. Dopo tutto, chi amava più di tutti al mondo? Coloro che erano stati alla sua destra e alla sua sinistra per quindici volte vent’anni: Donnola Bocca-di-Verità, Urubugala e Coniglio. Questo era quanto lei sapeva dell’amore. Non c’è da meravigliarsi se Orem non riconobbe il suo amore quando lei glielo diede. Anche ora, se sapesse che lei l’aveva amato, questo gli spezzerebbe il cuore.
Ma lui non seppe e non sa, perché questa è la maniera in cui lei lo servì a partire dal primo giorno della loro vita come marito e moglie.