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La Chikamatsu aveva l’aria delusa. — E l’altro motivo?

Kyle sollevò di nuovo le sopracciglia a sottolineare quanto stava per dire. — L’altro motivo, signora Chikamatsu, è che io non sono un criminale.

— Come, scusi?…

— Esiste una sola applicazione pratica per la scomposizione in fattori di grandi numeri — continuò Kyle facendosi saltellare in mano il memowafer. — La decodifica di schemi crittografici. Non so a chi appartengano i dati che sta cercando di violare, ma con me ha sbagliato indirizzo. Si trovi qualcun altro.

— Si tratta semplicemente di un numero generato a caso — insisté la donna.

— Ma mi faccia il piacere. Se invece di capitarmi qui col suo numero già confezionato mi avesse chiesto di scomporre un qualunque numero di lunghezza compresa, diciamo, fra cinque e seicento cifre, avrei anche potuto crederle. Invece è del tutto evidente che ha l’intenzione di decifrare un codice altrui.

Gettando un’occhiata al memowafer nell’atto di restituirlo, Kyle notò, sulla faccia ora esposta, un’etichetta con una sola parola scritta a penna: HUNEKER.

— Huneker! — esclamò. — Si tratta forse di Joshua Huneker?

La Chikamatsu allungò la mano per recuperare il supporto. — Chi? — domandò con tono innocente, contraddetto dal suo evidente nervosismo.

Kyle serrò il pugno sottraendole la preda. —A che razza di gioco sta giocando? Cos’ha a che fare questa storia con Huneker?

La donna abbassò lo sguardo. — Non pensavo che quel nome potesse dirle qualcosa.

— Quando la conobbi, la mia futura moglie stava insieme a lui.

Gli occhi a mandorla della signora Chikamatsu si spalancarono. — Davvero?

— Sì, davvero. E adesso mi spieghi che accidenti è questo dannato imbroglio.

Lei parve riflettere. — Be’, ecco, prima dovrei consultarmi coi miei soci.

— Faccia pure. Le serve un telefono?

— No — rispose, cavandone uno dalla sua originale borsetta. Poi si alzò, traversò la stanza, e diede inizio a una conversazione soffocata, altalenante fra giapponese. e qualcosa che sembrava russo, in cui Kyle riconobbe solo poche parole sparse, fra cui “Toronto”, “Graves”, “Huneker” e “quantico”. Dal modo in cui trasaliva di continuo era chiaro che si stava sorbendo una bella lavata di capo.

Non ci mise molto. Infine richiuse il telefono e lo ripose in borsa.

— I miei colleghi non sono per nulla soddisfatti — spiegò. — Tuttavia abbiamo veramente bisogno del suo aiuto e il nostro intento non è illegale.

— Vediamo se riesce a convincermi.

Lei contrasse le labbra ed espirò rumorosamente dal naso. Poi: — Che ne sa della morte di Huneker?

— Suicidio, ha detto mia moglie.

La Chikamatsu annuì. — Ce l’ha, qui, un terminale web?

— Naturalmente.

— Permette?

Kyle indicò l’apparecchio.

La donna vi sedette dinanzi e parlò nel microfono. — Il “Toronto Star”. Ricerca numeri arretrati. Parole chiave: Huneker e Algonchini.

— Ricerca in corso — annunciò il terminale con voce androgina. Poi: — Trovato.

L’unico articolo individuato apparve sullo schermò del monitor.

La Chikamatsu si alzò. — Dia un’occhiata — disse.

Kyle sedette al posto della donna. L’articolo portava la data del 28 febbraio 1994. Tutte le ricorrenze delle parole “Algonchini” e “Huneker” erano evidenziate, rispettivamente, in rosso e in verde. Kyle lo lesse per intero, ordinando allo schermo un cambio pagina quando necessario.

ASTRONOMO SI TOGLIE LA VITA

Joshua Huneker, 24 anni, ieri è stato trovato morto presso il radiotelescopio che il Consiglio Nazionale delle Ricerche canadese gestisce entro il Parco degli Algonchini, nel nord dell’Ontario. Il giovane ha commesso suicidio mangiando una mela ricoperta di arsenico.

Huneker, che stava studiando per il dottorato all’Università di Toronto, era rimasto solo all’osservatorio, bloccato dalla neve per sei giorni.

Egli operava nell’ambito del progetto internazionale SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), che scandaglia il cielo alla ricerca di messaggi radio provenienti da altri mondi. Essendo il Parco degli Algonchini, assai distante da ogni città, soggetto a poche interferenze radio, esso è il luogo ideale per dedicarsi a un così delicato lavoro di ascolto.

Il corpo di Huneker è stato rinvenuto da Donald Cheung, 39 anni, un radioastronomo giunto all’osservatorio per dare il cambio al collega.

“È una grande tragedia” ha dichiarato a Ottawa il portavoce del CNR Allison Northcott. “In Josh avevamo uno dei nostri più promettenti giovani ricercatori. Molto noto era anche il suo appassionato impegno a favore di Greenpeace e altre associazioni umanitarie. Purtroppo, a giudicare dal suo biglietto di addio, egli doveva patire problemi personali a causa di un legame sentimentale con un altro uomo. La sua scomparsa rappresenta una grave perdita per tutti noi.”

Sino a quel momento, Kyle aveva ignorato i particolari della morte di Josh. Una storia davvero triste. Quand’ebbe finito, fece ruotare la sedia e trovò la donna che lo fissava.

— Questa vicenda le ricorda qualcuno? — gli domandò.

— Certo. Alan Turing. — Il padre del moderno calcolo automatico era in effetti morto suicida nel 1954, allo stesso modo e per lo stesso motivo.

Lei annuì, scura in volto. — Precisamente. Turing era l’idolo di Huneker. Ma quel che il portavoce non rivelò, fu che Josh aveva lasciato “due” biglietti, non uno solo. Il primo aveva a che fare effettivamente coi suoi problemi personali, ma il secondo…

— Sì?

— Il secondo riguardava quello che Josh aveva scoperto.

— In che senso?

— Con il radiotelescopio. — La Chikamatsu chiuse gli occhi, evidentemente combattuta, cercando di superare un’ultima indecisione. Poi li riaprì e disse, con un filo di voce: — I Centauri non sono stati i primi alieni con cui siamo entrati in contatto. Esisteva una precedente comunicazione.

Kyle corrugò incredulo la fronte. — Ma via, non dica sciocchezze!

— È la pura verità. Nel novantaquattro l’osservatorio degli Algonchini captò un segnale. Ovviamente non giungeva da Alpha Centauri, dato che quella stella non è visibile dal Canada. Huneker ricevette un messaggio proveniente da qualche altra fonte, a quanto pare non ebbe difficoltà a decifrarlo, e rimase sbalordito per il suo contenuto. Decise dunque di bruciare tutti i nastri magnetici originali, crittografo l’unica registrazione superstite e poi si uccise. Sino a oggi, nessuno è riuscito a rimettere in chiaro il messaggio. L’osservatorio fu chiuso immediatamente dopo il fatto con la scusa di tagli al bilancio. In realtà c’era l’intenzione di esaminarlo da cima a fondo nel tentativo di stabilire la provenienza del messaggio. Huneker aveva in programma l’osservazione di oltre quaranta stelle diverse, durante la sua settimana di permanenza lassù. L’installazione venne passata al setaccio, ma non si trovò nulla.

Assorbito il primo impatto, Kyle volle saperne di più. — E Huneker utilizzò… che cosa? La cifratura RSA?

— Esatto.

Kyle si accigliò, RSA è la sigla che definisce un sistema di crittografia dati a due chiavi: la chiave pubblica consiste in un numero molto grande e quella privata in due numeri primi che sono fattori della chiave pubblica.

La Chikamatsu allargò le braccia in gesto di rassegnazione. — Senza la chiave privata, evidentemente, il messaggio non può essere decodificato.