Una creatura assolutamente magnifica.
In breve tempo anche gli altri veicoli si dischiusero, lasciando uscire i propri occupanti. Il colore degli esoscheletri variava dal nero assoluto all’argento, mentre quello degli occhi andava dal verde al viola al turchino. Lo spalancarsi delle ali doveva costituire probabilmente l’equivalente centauriano di una stiracchiata, perché subito dopo averle allargate gli alieni le ripiegavano.
Si aprì un portello interno nel vano di carico, e il terrestre designato al primo contatto fece il suo ingresso nel locale. E chi meglio, per questo incarico, della persona che per prima aveva compreso lo scopo dei radiosegnali centauriani? Chi meglio della persona che per prima aveva individuato la presenza non solo della supermente umana, ma anche di quella centauriana? Chi meglio della persona che aveva agito da tramite nell’incontro fra le supermenti, impedendo a quella umana di farsi travolgere dal panico?
Tutti e cinque gli alieni si volsero a guardare Heather Davis. Lei presentò le mani a palme in su e sorrise agli extraterrestri. Il Centauro che per primo era uscito dalla tuta dischiuse nuovamente le ali e con un paio di battiti lievi si mosse nella sua direzione. Un ulteriore movimento d’ali in senso inverso lo portò a fermarsi a circa un metro dall’ambasciatrice terrestre. Heather tese un braccio verso l’alieno, il quale distese a sua volta verso di lei un lungo arto sottile. E fragile, anche, sembrava: sicché Heather non osò far altro che accettare quel palpito leggero sul palmo della mano.
Dodici anni prima i Centauri avevano raggiunto l’umanità coi loro radiomessaggi.
Due anni prima la loro supermente era entrata in contatto con la supermente umana. Forse era stato quello l’avvenimento più importante, però c’era qualcosa di assolutamente unico, meraviglioso e commovente, nel concreto congiungersi delle mani.
— Benvenuti sulla Terra — fu il saluto di Heather. — È un luogo bellissimo e credo che vi piacerà.
L’alieno, pur ignorando ancora la lingua inglese, chinò tuttavia leggermente quella sua testa spigolosa, come in segno di assenso.
Innumerevoli altri umani, connessi alla mente di Heather, si godevano la scena attraverso i suoi occhi. E, senza dubbio, tutto ciò che vedevano gli alieni veniva ritrasmesso tramite la loro supermente, varcando gli anni-luce, sino ad Alpha Centauri, dove il resto del loro popolo ne avrebbe analogamente fatto esperienza.
Qualche terrestre si sarebbe senz’altro cimentato ben presto in un tentativo di traslazione Necker verso la mente di un Centauro… anzi, c’era caso che alcuni di quelli collegati a Heather ci stessero già provando proprio in quel momento.
Chissà se avrebbe funzionato.
Non che fosse poi così importante.
Esultava in lei l’assoluta convinzione che, pur senza tale capacità, comprendere l’altrui punto di vista sarebbe stato facile, d’ora in avanti, per la sua specie.
Finalmente degna di portare il proprio nome.
Umanità.
Ringraziamenti
Ringraziamenti sinceri al mio agente, Ralph Vicinanza, e al suo socio Christopher Lotts; al mio curatore presso la Tor, David G. Hartwell; a Joy Chamberlain e Jane Johnson della HarperCollins UK; a Rudy Rucker; a Tad Dembinski; a Tom Doherty, Andy LeCount, Jim Minz e Linda Quinton della Tor; a Robert Howard e Suzanne Hallsworth della H.B. Fenn.
Un grazie particolare a Larry Stewart, artista di Ottawa, che ha gentilmente fornito i disegni.
Ringrazio a profusione anche coloro i quali hanno letto e commentato in tutto o in parte il manoscritto: Ted Bleaney, Linda C. Carson, Merle Casci, David Livingstone Clink, Martin Crumpton, James Alan Gardner, Terence M. Green, Tom McGee, Howard Miller, Ariel Reich, Alan B. Sawyer, Edo van Belkom, e specialmente la mia incantevole moglie, Carolyn Clink.
L’autore
Robert J. Sawyer
Robert J. Sawyer, canadese nato nel 1960, ha vinto il premio Nebula con il romanzo The Terminal Experiment del 1995. Golden Fleece, il suo primo libro, è stato proclamato da Orson Scott Card “miglior romanzo del 1990” (ed è apparso su “Urania” con Il titolo Apocalisse su Argo). Sawyer è l’unico scrittore canadese di sf a tempo pieno e vive a Tornhill, nell’Ontario, con la moglie Carolyn. Starplex (1996), pure pubblicato da “Urania”, è giunto in finale al premio Nebula. Anche Frameshift (1997) ha vinto un premio, questa volta in Spagna, ed è uscito nella nostra collana col titolo Mutazione pericolosa.
Tra i suoi romanzi più recenti segnaliamo Far Seer (1992), Fossil Hunter (1993), Foreigner (1994), End of an Era (1994) e Illegal Alien (1997). Sono in opzione i diritti cinematografici di Illegal Alien e The Terminal Experiment, che, come Golden Fleece, sono una mescolanza di giallo e fantascienza. Far Seer, Fossil Hunter e Foreigner compongono la cosiddetta “Quintaglio Ascension” Trilogy e raccontano le storie degli equivalenti extraterrestri di Galileo, Darwin e Freud rispettivamente.
Factoring Humanity, Il romanzo qui proposto, è del 1998.
A cura di G.L.