“Potreste dire che è stata colpa nostra se il Motore della Probabilità è caduto nelle vostre mani… e, infatti, faremo sforzi anche maggiori in futuro per impedire il ripetersi di questa eventualità. Ma ricordate questo. Giovani e primitivi come siete, non siete bambini, ma esseri responsabili e coscienti, e avete nelle vostre mani la chiave del vostro futuro, e in caso di errore il biasimo ricadrà su di voi.
“In quanto agli individui che sono responsabili di tutti questi sbagli, ebbene, io comprendo la vostra ignoranza e voglio ammettere che le vostre intenzioni fossero in parte buone. Ma avete deciso di giocare agli dèi, e anche degli dèi ignoranti e pieni di buone intenzioni devono soffrire le conseguenze delle loro creazioni. E questo sarà il vostro destino.
“In quanto a te, Thorn, il tuo caso è, naturalmente, molto diverso. Tu hai risposto al nostro richiamo spedito alla cieca, hai rubato un talismano, e finalmente sei riuscito a chiamarci per impedire una catastrofe. Ti siamo grati. Ma non possiamo offrirti alcuna ricompensa. Trasportarti dal tuo ambiente al nostro sarebbe un gesto privo di significato, che tu stesso rimpiangeresti in seguito. Non possiamo permetterti di conservare alcun potere del talismano, perché a lungo andare tu non ne faresti un uso migliore degli altri. Saremmo lieti di far continuare il tuo soddisfacente stato di personalità triplice… presenta molti lati interessanti… ma neanche questo è possibile, visto che hai tre destini da completare in tre mondi diversi. Comunque è possibile una soluzione di compromesso, che ti permetta di conservare alcune cose che desideri.”
Da nascondigli scelti frettolosamente e da trincee seminascoste intorno alla Croce d’Opale, un piccolo esercito improvvisato si sollevò. Alcuni individui vestiti di abiti di volo scesero dal cielo e in silenzio si unirono a esso. Le uniche uniformi visibili tra loro erano quelle di alcuni membri del Settore Extraterrestre. Tra i civili c’erano molti Recalcitranti infiltratisi nel Mondo I, convinti all’ultimo istante della necessità di collaborazione con gli abitanti di quel mondo.
L’aria aveva ancora un sentore acre. Fumo bianco e vapori venivano da una dozzina di zone nelle quali terra e vegetazione erano state bruciate dalle armi subtroniche. E c’erano coloro che erano stati colpiti, e i loro corpi erano carbonizzati o addirittura disintegrati.
La superficie tra loro e la Croce d’Opale portava ancora le fresche tracce di pesanti veicoli. C’erano macchie di vegetazione frantumata. In un punto un gruppo di piccoli edifici era stato raso al suolo. E sembrava che l’aria, sopra di loro, tremasse ancora per il passaggio di possenti apparecchi da guerra.
Ma della grande armata meccanizzata che li aveva circondati da ogni parte, non rimaneva neppure un soldato in uniforme nera.
Essi continuarono a guardare.
Nella Sala del Cielo della Croce d’Opale, i membri del Consiglio Mondiale si guardarono intorno, e videro un vuoto simile a quello esterno. Solo i resti del corpo di Clawly restavano a provare in maniera concreta quanto era accaduto. L’uomo era stato spaccato in due, ma il volto era intatto. E quel volto non mostrava più il sorriso di trionfo che era apparso un istante prima della morte. Al suo posto, c’era un’espressione di sorpresa piena di orrore.
Il duplicato di Clawly era svanito con le altre figure in uniforme nera.
Il primo a riprendersi sia pure parzialmente dalla sorpresa fu Shielding. Si rivolse a Conjerly e a Tempelmar.
Ma le espressioni di quei volti non erano più espressioni di conquistatori, seppure sconfitti e in trappola. Su quei volti c’era uno stupore immenso e nebbioso, e una familiarità da troppo tempo dimenticata, che fece concludere a Shielding che le menti straniere erano scomparse e che i vecchi Conjerly e Tempelmar erano tornati indietro.
Firemoor cominciò a ridere istericamente.
Shielding sedette.
Nel Mondo II, là dove si era trovata la testa di ponte transtemporale, là dove fino a pochi istanti prima si era innalzata la Croce d’Opale, ora era aperto un grande pozzo nero e fumante, pieno di un indescrivibile ammasso di relitti di macchine e di uomini: e uomini e macchine continuavano a cadere in quel pozzo fumante dal pigliastelle scomparso… e sembrava di assistere a una scena d’inferno. Da una parte sorgeva la costruzione metallica incredibilmente contorta del trasferitore temporale. Si udivano rumori laceranti. Soffiavano venti di tempesta.
Sopra a tutto questo Clawly volò come un nero avvoltoio che fuggiva dal calore di un vulcano in eruzione. Neppure la titanica confusione che lo circondava, né la scossa della divisione temporale, né l’orrore per il suo futuro, poterono cancellare il sorriso ironico che brillava sul suo volto al pensiero che l’altro Clawly, tentando di ucciderlo, aveva provocato lo scambio delle loro menti e praticamente la sua stessa morte.
Ormai era confinato per sempre nel Mondo II, nel corpo di Clawly II. Ma i ricordi di Clawly II, che si erano trovati nelle camere più oscure della sua mente, erano aperti davanti a lui, perché la mente di Clawly II non esisteva più e non poteva più tenerli nascosti, e così in un colpo solo aveva assunto la personalità e i ricordi e le nozioni di un abitante del Mondo II. Sapeva dove si trovava. Sapeva che cosa doveva fare. Non aveva tempo per i rimpianti.
Pochi minuti di volo lo portarono alla Croce d’Opale e non ci volle molto tempo prima di essere ammesso nella Sala dei Servitori.
Gli undici vecchi sconvolti sollevarono su di lui occhi pieni di desiderio di vendetta, occhi che fino a pochi istanti prima avevano letto rapporti di fallimenti e disastri.
Le labbra del loro presidente si strinsero, quando egli lo accusò:
— Clawly, ti avevo già avvertito del fatto che la tua mancanza di prudenza avrebbe segnato la tua fine. Ti riteniamo in gran parte responsabile di questa calamità. È possibile che il modo imperdonabile in cui hai trattato il prigioniero Thorn sia stato ciò che ha permesso al nemico di sapere qualcosa dell’invasione. Abbiamo deciso di eliminarti. — Fece una pausa, poi aggiunse, con voce un po’ esitante. — Prima che la sentenza sia eseguita, comunque, hai qualcosa da dire in difesa delle tue azioni?
Clawly fu sul punto di ridere.
Conosceva questa scena… dalla leggenda.
Gli dèi dell’Alba incolpavano Loke del loro fallimento, cercavano di spaventarlo… sperando che lui riuscisse a escogitare il modo di salvarli dal loro destino. I Servitori stavano bluffando. Non stavano neppure cercando una via d’uscita.
Cercavano solo aiuto.
Comprese che quello era il suo mondo.
Il mondo insidioso e pericoloso che lui aveva sempre sognato. Il mondo per il quale era stato formato il suo carattere. Il mondo in cui avrebbe potuto interpretare il ruolo di traditore, come segreto alleato dei Recalcitranti nella roccaforte dei Servitori, e impedire e annientare future invasioni del Mondo I. Il mondo in cui le sue dita avrebbero potuto manovrare le corde del destino.
Fiducioso, con un sorriso ironico sulle labbra, si fece avanti per ri spondere ai Servitori.
Per pochi istanti Thorn indugiò nell’oscurità extracosmica, prima che la sua personalità e consapevolezza triplice si scindessero nuovamente. Sapeva che i Veri Possessori del Motore della Probabilità gli avevano concesso questo perché lui potesse trovare la migliore soluzione del problema. E aveva trovato la soluzione.