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— Dunque ritenete che ci sia stata una terza vittima? — chiese Bukowsky.

— Quasi di sicuro. Probabilmente una ragazza, se preferiscono mantenere il loro sesso originale. E adesso ce ne dovrebbe essere una quarta. Lo sapete, vero, che il cadavere di Don Clapperton è stato ripescato dal Tamigi?

— Non lo sapevo — disse Bukowsky, scarsamente interessato.

Carlsen aveva già notato altre volte che, quando Bukowsky si trovava ad affrontare gravi problemi, i suoi modi aggressivi e il suo nervosismo facevano posto a una gran calma, a una freddezza da calcolatore intento a esaminare migliaia di possibilità.

Dopo un attimo di silenzio, Bukowsky disse: — Naturalmente tutto questo dev’essere tenuto nella massima segretezza. Se questa storia trapela, si scatenerà il panico. Ne parlerò col Ministro dello Spazio, e vi richiamerò al più presto possibile. Per il momento, dottor Fallada, credete che sia possibile distruggere quelle cose?

— Ne dubito — rispose Fallada.

Bukowsky fece un sospiro. — Anch’io — disse, e chiuse la comunicazione.

Per un momento nessuno parlò. Poi Carlsen disse: — Temo di aver causato un mucchio di guai.

— Non è colpa vostra — disse Heseltine. — Voi avete fatto solo il vostro dovere. Per fortuna ne avete portati giù solo tre!

Carlsen disse: — Già, può essere una consolazione.

Fallada gli mise una mano su una spalla: — Non prendetevela troppo. Finora siamo stati abbastanza fortunati. Se l’aliena non si fosse tradita uccidendo Adams, a quest’ora starebbero portando sulla Terra tutti gli altri. E se io non avessi fatto la misurazione del campo lambda al cadavere di quella extraterrestre, adesso saremmo tutti convinti che quei tre sono morti. Le cose sarebbero potute andare molto, molto peggio.

— Ma il guaio è che voi credete che quegli esseri siano indistruttibili — disse Carlsen.

Sir Percy disse: — Andiamo nel mio ufficio. Ho ordinato tè e panini. Non so voi, ma io ho una gran fame.

Carlsen si rese conto di essere affamato anche lui. Forse la sua depressione era dovuta in parte al fatto di avere lo stomaco vuoto.

Fallada prese un sigaro dalla scatola che c’era sulla scrivania e disse: — Non ho affermato che sono indistruttibili. Non c’è modo di esserne certi, al momento. Ma abbiamo un certo vantaggio. Per esempio: sappiamo che ci sono in circolazione tre omicidi, e gli omicidi lasciano tracce e indizi dietro di sé, come abbiamo visto.

Bussarono alla porta ed entrò una ragazza spingendo un carrello con tè e panini appena preparati. Mentre mangiava, Carlsen sentì tornare il suo ottimismo. Disse: — Be’, il danno che quelli possono fare sarà pur sempre inferiore a quello degli incidenti stradali.

Heseltine disse: — Lo spero bene! Il numero di incidenti mortali raggiunge la media di quarantanove al giorno. — Poi premette un tasto del teleschermo. — Mary, chiamate il Coordinatore Urbano, per favore. Oggi dovrebbe essere Philpott.

Quando la comunicazione arrivò, lo sentirono dire: — Buona sera, ispettore. Vorrei che mi faceste un favore. Ricordate la ragazza trovata lungo la ferrovia vicino a Putney? Pare che si tratti di omicidio. Vorrei che raccoglieste tutti i rapporti su casi simili riscontrati in Inghilterra. Chiunque morto all’improvviso, senza una causa ben chiara. Date disposizioni a ogni ufficio di polizia del paese. Ma non voglio che si scateni il panico. Se la stampa ne venisse a conoscenza, rispondete che si tratta di una inchiesta per la raccolta di dati statistici. E desidero che il mio ufficio venga immediatamente informato di ogni caso del genere, a mano a mano che le notizie arrivano dalle varie province. D’accordo? C’è un pazzo in circolazione, e bisogna catturarlo al più presto. Inoltre… tenete conto che potrebbe avere una complice. Tutto chiaro? — e senza aspettare risposta chiuse la comunicazione. — E una cosa è fatta — disse, rivolto agli altri. — Ci saranno squadre speciali incaricate dell’indagine, il che naturalmente metterà la stampa sull’avviso.

— Non credo che sarebbe poi un gran male — disse Fallada. — Il capitano Carlsen dice che quelle creature non possono distruggere nessuno senza che la vittima sia consenziente. Se lo rendessimo noto, non ci dovrebbe essere motivo di panico. E il pubblico collaborerebbe alla caccia.

— Vero. Ma non credo che questa decisione tocchi a noi. Dovrebbe essere presa a livello ministeriale. — In quel momento suonò il videofono. Heseltine premette un pulsante. — Pronto.

— Pronto, Sir Percy. C’è Carlsen?

Era Bukowsky. Carlsen andò davanti all’apparecchio.

Heseltine gli,disse: — Volete andare a parlare nell’altro ufficio?

Bukowsky disse: — No, riguarda anche voi, Commissario. Il Primo Ministro ci vuole tutti a Downing Street appena possibile. Anche il dottor Fallada. Ci sono stati ulteriori sviluppi, a quanto pare.

— Fra quanto dobbiamo essere lì? — chiese Heseltine.

— Il Primo Ministro ha detto al più presto possibile — e Bukowsky chiuse la comunicazione.

Carlsen prese un altro panino. — Non prima che io abbia finito il mio tè — disse.

Whitehall era affollata di impiegati che rincasavano. La giornata finiva stancamente nella luce dorata e l’aria si era fatta pungente. Guardando i passanti Carlsen pensò che ognuno di loro poteva essere uno di quei tre extraterrestri, e la sua frustrazione si acuì per un momento dolorosamente.

Una Rolls Royce li superò all’angolo di Downing Street. Carlsen riconobbe, in uno degli uomini seduti dietro, il Ministro degli Interni, Philip Rawlinson. Quando Heseltine, Carlsen e Fallada arrivarono davanti al numero Dieci di Downing Street, il Ministro stava scendendo dalla Rolls Royce. Vedendo arrivare Heseltine, Rawlinson escalmò: — Oh, Sir Percy, sono felice di vedervi! Conosce già Alex M’Kay, il Ministro dello Spazio? — M’Kay porse la mano a Heseltine. Era piccolo e calvo, con folti baffi rossicci.

Dopo aver stretto la mano a Heseltine, guardò Carlsen da sotto le sopracciglia inarcate. — Il Comandante Carlsen, vero? — disse. — Siete voi la causa di tutti questi guai, se non sbaglio…

Carlsen sorrise, a disagio, e M’Kay gli diede una manata amichevole sulla spalla. — Non prendetevela. Sistemeremo tutto — disse.

Carlsen avrebbe voluto condividere la sua fiducia.

Dentro, una segretaria di mezz’età disse cortesemente: — Il Primo Ministro sarà con loro a momenti. È al telefono.

— No, sono qui. Fate salire. — La figura massiccia del Primo Ministro era comparsa in cima alle scale. — Useremo la sala del Consiglio.

Jamieson era più alto di Carlsen. Un giornalista aveva scritto una volta che aveva la faccia di Abramo Lincoln, la voce di Winston Churchill e l’astuzia di Lloyd George. Quando strinse la mano a Carlsen lo fece con grande energia.

— Sono lieto che siate potuti venire, signori. Prego, accomodatevi. — Posò una mano sulla spalla del dottor Fallada. — Se non mi sbaglio, voi siete il geniale dottor Fallada, l’uomo che viene chiamato lo Sherlock Holmes della patologia.