— Questo sarà il modo più rapido di rispondere alla vostra domanda e darvi un’idea generale del mio lavoro. Vi dispiace alzarvi, capitano Carlsen?
Carlsen si alzò. Selma Bengtsson gli aprì la cerniera della giacca. Von Geijerstam disse: — Adesso chiudete gli occhi per un momento e analizzate bene le vostre sensazioni, particolarmente la stanchezza.
Carlsen chiuse gli occhi. Attraverso le palpebre chiuse intravide il guizzo delle fiamme nel camino. Avvertì la fatica muscolare mista a una sensazione di rilassamento.
— Adesso le ragazze poseranno le mani su di voi e vi forniranno energia. Rilassatevi e disponetevi a riceverla. Non sentirete niente.
Louise Curel disse: — Volete togliervi la cravatta e aprire la camicia?
Quando la giacca fu tolta, la camicia gli venne abbassata sulla schiena in modo da lasciargli le spalle nude. La ragazza svedese, Selma Bengtsson, gli disse: — Continuate a tenere gli occhi chiusi.
Carlsen rimase là in piedi, ondeggiando leggermente, e sentì le dita delle ragazze sfiorargli la pelle. Poteva anche sentire l’alito di Louise su una guancia. Era una sensazione eccitante.
Rimasero così per circa cinque minuti, in silenzio. Lui provava un senso di ebbrezza gioiosa, come se volesse mettersi a ridere.
Il conte disse: — Sarebbe più rapido se le ragazze usassero le labbra. Sia detto per inciso, questo è uno dei motivi per cui i baci danno piacere. È uno scambio di energia maschile e femminile… Come vi sentite?
— Magnificamente.
— Bene. Credo che così basti.
Le ragazze lo aiutarono a riabbottonarsi la camicia e rimettere la cravatta.
Fallada gli chiese. — E allora? Come va?
Carlsen esitò e von Geijerstam disse: — Non potrà saperlo con esattezza per almeno cinque minuti. — Poi chiese alla signorina Bengtsson: — Com’è andata?
— Doveva essere più stanco di quanto credeva.
— Perché dite così? — domandò Carlsen.
— Avete preso più energia di quanto mi aspettavo. — Selma Bengtsson guardò le altre, e le ragazze annuirono.
Carlsen chiese: — Allora adesso vi sentite stanche voi?
— Un po’. Ma noi eravamo in tre, quindi ognuna di noi ha dato poco. E abbiamo preso energia, a nostra volta, da voi.
— Avete preso…
— Sì, abbiamo preso un po’ della vostra energia maschile e vi abbiamo dato in cambio energia femminile. — Selma si rivolse al conte. — Voi potete spiegare meglio.
Von Geijerstam stava riempiendo di nuovo i bicchieri.
Disse: — Lo si potrebbe definire vampirismo benevolo. Quando uno è stanco, non ne consegue necessariamente che sia privo di energia. Potrebbe avere enormi riserve vitali, ma ci vuole uno stimolo per farle affiorare. Quando le ragazze vi danno energia femminile, questa risveglia le vostre riserve vitali, esattamente come farebbe uno stimolo sessuale. Per un momento ci si sente stanchi tale quale a prima… forse anche un po’ di più. Ma poi le energie vitali cominciano a fluire, e ci si sente molto meglio.
— Una specie di istantanea fertilizzazione incrociata? — disse Fallada.
— Precisamente — disse il conte. E rivolgendosi a Carlsen gli chiese: — Come vi sentite, adesso?
— Meravigliosamente, grazie. — Era verissimo, ma Carlsen si chiese quanta parte della piacevole sensazione che provava fosse dovuta alla grappa e al meraviglioso tramonto sul lago.
— Chiudete gli occhi per un momento. Notate tracce di stanchezza?
— Nemmeno l’ombra.
Von Geijerstam disse a Fallada: — Se misurassimo adesso il suo campo lambda, noteremmo un aumento sensibile.
Fallada disse: — Mi piacerebbe fare tutta una serie di esami.
— Niente di più facile. Del resto ne ho già fatti molti in precedenza. Vi mostrerò i risultati.
— Non li avete mai pubblicati?
— No. Una decina di anni fa ho scritto un articolo per un mensile di psicologia. Ma il professor Schacht di Göttingen mi ha attaccato con una violenza tale che ho deciso di aspettare a pubblicare l’esito delle mie ricerche finché la gente non fosse pronta.
— Come siete arrivato alla vostra scoperta? — domandò Carlsen.
— Ho cominciato a pensarci quando ero ancora studente, forse settant’anni fa. Uno dei miei professori, Heinz Gudermann, era sposato con una ragazza di bellezza eccezionale. Gudermann godeva di una vitalità incredibile e scherzosamente soleva dire che la doveva a sua moglie. Più tardi lessi un articolo in cui si sosteneva che gli uomini mantengono virilità e vitalità quasi intatte fino alla vecchiaia inoltrata se sono sposati con donne giovani. Ricordo che portava per esempio fra gli altri il violoncellista Casals, il chitarrista Segovia e il filosofo Bertrand Russell. L’articolista sosteneva però che si trattava di un fatto puramente psicologico. Io tendevo a dubitarne, fin da allora. Quindici anni dopo, quando scoprii il principio del vampirismo, cominciai a sospettare che il fenomeno fosse dovuto a un trasferimento di energia sessuale. Riuscii a convincere una giovane coppia a farsi misurare il campo lambda prima di andare a letto la prima notte di nozze e poi la mattina seguente. Le misurazioni dimostrarono che il campo dell’energia vitale si era esteso. Successivamente convinsi un’altra coppia a farsi fare le misurazione prima e dopo l’accoppiamento. Notai subito che la curva ascendente era simile a quella che si riscontra quando un affamato si sazia. Anzi, le punte erano molto più alte. Questo pareva confermare la mia ipotesi: entrambi gli amanti si erano nutriti di un cibo particolare, l’energia vitale. Inoltre, entrambi si erano rinnovati. Come poteva essere, a meno che non esistessero due tipi di energia, una femminile e una maschile? Accoppiarsi, pensavo, è un atto quasi di simbiosi, come quello di un’ape che sugge nettare da un fiore o che prende polline a un fiore per fertilizzarne un altro. A quell’epoca, però, ero più interessato agli aspetti negativi del vampirismo, cioè a personaggi come Gilles de Rais e come il conte Magnus. A settant’anni, mi ammalai gravemente, e per infermiera mi mandarono una bella campagnola. In quell’occasione notai che ogni volta che la ragazza mi posava le mani sulle braccia o sulle spalle, mi sentivo molto meglio. Notai inoltre che mentre io mi sentivo meglio, lei sembrava esausta. Allora pensai che se più ragazze mi avessero toccato contemporaneamente, io ne avrei tratto lo stesso beneficio e loro non si sarebbero stancate. Provai, e vidi che funzionava. E così, ancora oggi, prendo ogni giorno un po’ di energia dalle mie tre assistenti che in cambio ne assorbono un poco da me. Questo mi mantiene giovane.
Fallada scosse la testa con aria incredula. — Veramente sbalorditivo — disse. — Questo sistema potrebbe venire adottato in campo medico?
— È già stato usato. Ce n’è un esempio qui, in questa casa. Gustav, l’uomo che ha portato dentro le vostre valigie. Gustav è di Lycksele, una cittadina poco lontana da qui. Era un ottimo falegname ma una serie di sventure l’aveva buttato in uno stato di depressione tale da condurlo al suicidio. Dopo il terzo tentativo di suicidio venne internato in un ospedale per malattie mentali dove diventò completamente schizofrenico. La schizofrenia, come sapete, è una specie di circolo vizioso. Il malato vive in uno stato di spossatezza per cui tutto gli sembra inutile e senza importanza. E siccome tutto sembra inutile, lo schizofrenico si deprime sempre più e perde sempre più energie. A quell’epoca, c’erano qui sette studentesse che dovevano rimanere per tutta l’estate. Feci venire Gustav qui con noi, anche per staccarlo dal suo ambiente, e cominciai con lui una cura intensiva, simile a quella appena sperimentata dal Comandante Carlsen. Le prime volte le ragazze si stancarono molto, ma lui migliorò notevolmente. Dopo alcune sedute, Gustav smise, per così dire, di assorbire energia da loro, o ne assorbiva in misura inferiore. Cominciava a produrre di nuovo energia da solo. Dopo una settimana era trasformato. Mi pregò di lasciarlo restare qui, e allora gli assegnai un lavoro. In seguito sposò la figlia del giardiniere. Adesso è perfettamente normale.