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Lei alzò il bicchiere e lo fece tintinnare contro quello di Carlsen. — Avete mai fatto l’amore con una tale rapidità, prima d’ora? — chiese.

— Fatto l’amore? — disse lui.

— Ritengo che si sia trattato di questo. Non siete d’accordo?

Dava sollievo parlarsi normalmente, senza ricorrere ad alcun altro tipo di comunicazione. Lei disse: — Adesso non provo più curiosità sul vostro conto. Mi sembra di conoscervi come se fossimo amanti da anni. Mi sembra di essermi data a voi e di avervi rivelato tutti i miei segreti. Essere amanti non significa questo?

— Credo di sì. — Olaf si sentiva stanco ma rilassato.

Lei disse: — Avete ancora paura di trasformarvi in vampiro?

Solo allora lui si rese conto che non aveva desiderato di prendere energia vitale da lei.

— Dio mio! — disse.

— Che c’è?

— Comincio a capire. Potrebbe essere l’immortalità! Loro potrebbero semplicemente trasferirsi in nuovi corpi!

Si mise a ridere. Lei aspettava una spiegazione.

— Incredibile — riprese Carlsen. — Questa mattina von Geijerstam mi ha detto che non sto tramutandomi in vampiro, ma che sto solo prendendo coscienza del vampirismo che esiste in tutti noi. Non ho capito cosa volesse dire o, meglio, mi è sembrato che dicesse delle sciocchezze. Adesso capisco che aveva ragipne. Mi chiedo come faceva a saperlo.

— Forse possiede caratteristiche femminili che voi non avete.

— Cioè?

— Io l’ho sempre saputo, anche se non me ne sono mai resa conto tanto chiaramente come negli ultimi dieci minuti. Credo che molte donne lo intuiscano. Quando una donna s’innamora, è perché vuole conoscere un uomo, entrargli sotto la pelle, diventare parte di lui. Probabilmente il masochismo è una distorsione di questo desiderio d’essere assorbito, di darsi completamente e interamente. D’altro canto, in generale agli uomini interessa solo il possesso fisico di una donna, sentire che l’hanno conquistata. E non si rendono conto, quindi, del desiderio di assorbirla.

— È quello che afferma Fallada nel suo libro, quando parla di cannibalismo.

Lei rise. — È in gamba, il nostro Hans.

Olaf andò a guardare dalla finestra gli alberi illuminati dalle luci al neon di Eaton Square.

— Von Geijerstam ha detto un’altra cosa. Lui crede che l’umanità sia arrivata a una svolta della sua evoluzione. Mi chiedo…

Lei gli si accostò, e Carlsen sentì il desiderio di toccarla. Si spostò subito.

— Cosa c’è? — chiese lei.

— Io… c’è in me qualcosa che vuole assorbire la vostra energia.

Lei gli tese una mano. — Prendetela, se ne avete bisogno. — Vedendo che lui esitava, aggiunse: — Sono io che voglio concedervela. — Gli prese una mano e se l’appoggiò sulla gola nuda. Carlsen cercò di dominare la bramosia improvvisa che lo invase mentre faceva scorrere la mano sotto il kimono. Ed ecco che l’energia cominciò ad affluire in lui. Abbassò lo sguardo sulla faccia della donna. Le labbra erano esangui, ma l’espressione era calma. La sua stanchezza scompariva a mano a mano che lui riceveva la forza della donna. Che tentazione quella di chinarsi ad aspirare l’energia direttamente dalle sue labbra! Ma si trattenne. Mentre ritraeva la mano, lei si mosse con aria sognante, e si lasciò cadere sul divano, gli occhi chiusi.

Olaf le chiese premuroso: — State bene?

— Sì. — La voce di Peggy era un sussurro. — Stanca ma… felice. — Alzò gli occhi a guardarlo. Lui fu sorpreso dall’espressione della donna: gli ricordò Jelka, sua moglie, quando l’aveva guardato, esausta, dopo la nascita di Jeanette.

Peggy Heseltine disse: — Vi dispiace salire a vedere cosa stanno facendo Hans e Percy?

Evidentemente temeva che i due uomini scendessero e la vedessero in quelle condizioni.

— Ci vado subito.

— Primo piano, porta a destra.

Salì i gradini lentamente. La voce di Fallada gli arrivò attraverso la porta chiusa. Bussò ed entrò. — Lady Heseltine mi ha mandato a cercarvi.

Sir Percy sorrise.

Fallada disse: — Oh, sarà meglio scendere!

Olaf si affrettò ad aggiungere: — Non preoccupatevi vi scuserà.

Heseltine si alzò dalla scrivania per stringergli la mano.

— Vi trovo bene, Carlsen — disse Heseltine, alzandosi. — Fallada mi ha raccontato le vostre incredibili avventure svedesi. Accomodatevi. Whisky?

— No, grazie. Ho già preso un brandy.

— Allora un altro brandy. — Mentre glielo versava, Heseltine chiese: — Che valore date a questa faccenda del Primo Ministro?

Carlsen disse: — Non so cosa pensare. Non ne so molto più di voi. Ho solo sentito la mia voce sul nastro.

— E non vi ricordate di aver parlato?

— Non ricordo niente di quello che è successo mentre ero sotto ipnosi.

— Ecco… — Heseltine esitava, cercando le parole — …ho passato tutto il pomeriggio a Downing Street. Mi sembra assolutamente incredibile che…

Venne interrotto dal teleschermo. Premette un pulsante e disse: — Pronto!

— Sir Percy? C’è il Capo Duckett in linea.

Un momento dopo si sentì una voce con l’accento largo dello Yorkshire. — Salve, Percy, sono ancora io.

— Novità?

— Novità? Sì. Ho fatto fare indagini su quell’Arthur Pryce. Dirige una fabbrica di materiale elettronico a Penistone, subito fuori Holmfirth.

— E l’ospedale?

— Quello è un problema. Ce ne sono cinque nella zona di Huddersfield, incluso quello geriatrico. L’unico vicino a Holmfirth, però, è il “Thirlstone”.

— Thirlstone? Non è un manicomio?

— Sì, per pazzi criminali. È in collina, a due chilometri dalla città.

Heseltine rifletté un momento, poi disse: — Va bene, Ted, va bene. Ci siete stato molto utile. Ci vedremo domani, probabilmente.

— Ve ne occupate personalmente? — Duckett era sorpreso.

— Se sarà necessario. Arrivederci.

Mentre Heseltine spegneva il teleschermo, Carlsen disse: — È quello.

Heseltine lo guardò sorpreso. — Thirlstone? Come fate a dirlo?

— Non lo so. Ma se si tratta di un manicomio criminale, è proprio il posto che loro sceglierebbero.

Fallada disse, eccitato: — Ha ragione! Anche prima di andare da von Geijerstam mi era venuto in mente che… che probabilmente loro possono invasare certe persone senza bisogno di ucciderle. Quando poi ho visto com’era cambiata la calligrafia di Magnus, dopo che lui aveva fatto il Pellegrinaggio Nero, ho capito di colpo che era diventato due persone… nel suo stesso corpo.

Heseltine chiese: — Chi diavolo è questo Magnus?

— Vi spiegherò poi. Quello che voglio dire adesso è che un ospedale psichiatrico potrebbe essere il rifugio ideale per un vampiro. Se è ancora in quella zona, la aliena dovrebbe essere proprio lì.

— In questo caso — Heseltine diede un’occhiata all’orologio — mi chiedo se sia prudente aspettare fino a domani. — Guardò Carlsen, poi Fallada. — Cosa ne pensate?

Fallada si strinse nelle spalle. — Per me, sono pronto ad andare in qualsiasi posto anche subito. Ma Olaf, non so. Ha moglie e figli che l’aspettano.

Carlsen disse. — Sì, ma mi piglieranno quando arriverò.

— In questo caso… — Heseltine premette una serie di pulsanti, e aspettò. — Pronto, il sergente Parker per favore… oh, Parker, ho bisogno di una cavalletta. Devo andare nello Yorkshire. Potete portarci là?

— Sarò da voi fra un quarto d’ora, appena torna Culvershaw.

— Magnifico. Scendete in Belgrave Square, e chiamatemi appena arrivato.

Chiuse la comunicazione e si rivolse a Carlsen.

— Comandante, se volete chiamare vostra moglie… Poi vedrò di mettermi in contatto con il direttore del “Thirlstone” per informarlo della nostra visita.