— Eppure non sono tombe — disse Carlsen — altrimenti perché ci sarebbero i mobili?
— Gli antichi egizi venivano sepolti in tombe arredate e decorate — disse Ives che era appassionato di archeologia.
Senza un motivo preciso, l’osservazione irritò Carlsen. — Gli egizi avevano la mania di portarsi i loro beni nell’aldilà. Questi esseri non sembrano tanto stupidi!
Craigie disse: — Chissà. Forse sperano di risuscitare.
Carlsen ebbe uno scatto di collera. — Non diciamo sciocchezze — disse. Poi, notando lo sguardo sorpreso di Craigie attraverso il vetro del casco, aggiunse: — Scusatemi. Dev’essere la fame che mi rende nervoso.
Sulla “Hermes”, Steinberg aveva cucinato i viveri destinati al pranzo di Natale. Erano solo a metà ottobre, e secondo i piani stabiliti dovevano iniziare il viaggio di ritorno sulla Terra nella seconda settimana di novembre, per arrivare a metà gennaio. (Alla velocità massima la “Hermes” percorreva circa sei milioni e mezzo di chilometri al giorno). Ma adesso tutti erano convinti che sarebbero partiti molto, molto prima. La loro scoperta era infinitamente più importante di altri dieci o dodici asteroidi insignificanti.
A bordo l’atmosfera era allegra e festiva. Bevvero champagne con l’oca arrosto, e brandy col tradizionale dolce di Natale.
Ives, Murchison e Craigie parlavano senza sosta. Gli altri erano contenti d’ascoltare. Carlsen si sentiva particolarmente stanco, come se non avesse dormito da chissà quanto tempo. Gli sembrava che tutto fosse vagamente irreale. Si chiese se poteva essere effetto della radioattività, poi respinse l’idea. Se fosse stato così, ne avrebbero risentito anche gli altri. Le loro tute spaziali erano adesso nella camera di decontaminazione e gli strumenti indicavano che l’assorbimento era stato insignificante.
Giles Farmer disse: — Tu, Olaf, non dici niente?
— Sono un po’ stanco — rispose Carlsen.
Dabrowsky gli chiese: — Hai una tua teoria? Secondo te per quale motivo hanno costruito quell’astronave?
Tutti aspettarono in silenzio la sua risposta, Carlsen si limitò a scuotere la testa.
— Allora vi dico la mia — disse Farmer. Stava fumando la pipa e se ne servì per gesticolare. — Da quello che avete detto sembrerebbe che le scalinate non hanno uno scopo pratico. Giusto? Quindi, come ha detto Olaf questa mattina, si tratta forse di un altro scopo… estetico o religioso.
— Va bene — disse Steinberg — ammettiamo che sia una specie di cattedrale galleggiante nello spazio. Vi pare logico?
— Lasciami continuare. Dobbiamo tenere conto del fatto che quegli esseri non appartengono al sistema solare. Perciò devono venire da un altro sistema, forse da un’altra galassia…
— Impossibile… dovrebbero aver viaggiato centinaia di milioni d’anni.
— D’accordo — disse il dottor Farmer, imperturbabile. — Allora diciamo che sono venuti da un altro sistema solare. Viaggiando a metà della velocità della luce, Alfa Centauri è solo a nove anni di distanza. — Fece un gesto perché non l’interrompessero. — Sappiamo che devono essere venuti da un altro sistema. La domanda è: quale? E se sono venuti da tanto lontano, le dimensioni dell’astronave sono giustificate. Quell’astronave è l’equivalente di un nostro transatlantico. Al confronto la nostra “Hermes” è soltanto un motoscafo. Ora… — e si rivolse a Ives — se una popolazione emigra, cosa porta con sé per primo?
— Il suo dio.
— Giusto. Gli israeliti viaggiavano portando con sé l’Arca dell’Alleanza. Queste creature si sono portate una cattedrale.
Steinberg disse: — Insisto che non è logico. Se noi emigrassimo su Marte non ci porteremmo la Cattedrale di Canterbury. Ne costruiremmo un’altra su Marte.
— Non dimentichiamo che la cattedrale è anche una casa. Ammettiamo che atterrino su Marte. Non è un pianeta ospitale. Potrebbero impiegare anni a costruire una città sotto una cupola di vetro. Così, si sono portati una cupola già fatta.
Gli altri ascoltavano attentamente. Dabrowsky chiese: — Ma le scalinate e i passaggi aerei?
— Strutture indispensabili in una nuova città. A mano a mano che la popolazione aumenta, è necessario espandersi, ed è possibile farlo in un’unica direzione: verso l’alto. Quindi hanno costruito lo scheletro di una città a più livelli.
Ives disse, eccitato: — E io dico un’altra cosa. Non erano soli. Forse c’erano altre due o tre astronavi come questa. E non credo che intendessero atterrare su un pianeta come Marte, perché su Marte è impossibile vivere. Direi che la loro intenzione era quella di atterrare sulla Terra.
Tutti lo guardarono. Anche Carlsen si sentì di colpo ben sveglio. Craigie disse sottovoce: — Ma certo…
Restarono tutti in silenzio per un po’. Poi Murchison prese a fischiettare sottovoce.
E poi Steinberg diede voce ai loro pensieri. — Dunque, questi esseri sarebbero i nostri antenati?
— No — disse Craigie. — I nostri antenati sono quelli che la Terra l’hanno raggiunta. Questi sono i loro fratelli…
Si misero a parlare tutti insieme. Poi la voce pacata di Farmer, col calmo accento del Northumberland, si levò sopra le altre. — Quindi, ecco finalmente risolto il problema fondamentale dell’evoluzione umana, e sappiamo perché l’uomo è tanto diverso dalla scimmia. Noi non siamo discesi dalle scimmie ma da quelle creature.
Carlsen chiese: — E allora, l’Uomo di Neanderthal e tutto il resto…
— Una linea d’evoluzione completamente diversa.
Vennero interrotti da un segnale proveniente dalla radio. Craigie sintonizzò l’apparecchio sull’ascolto e tutti si girarono, attenti. Attraverso lo spazio venne la voce di Zelensky, chiarissima: — Signori, una sorpresa per voi. Il Primo Ministro degli Stati Uniti d’Europa, George Magill, desidera parlarvi.
Si guardarono piacevolmente sorpresi. Se al mondo esisteva uno statista degno d’ammirazione, questi era Magill. Era stato lui a costruire l’Unità Mondiale. La sua voce, profonda e familiare, si diffuse nella stanza. — Signori, probabilmente ve ne sarete già resi conto, ma voglio dirvi che oggi siete gli uomini più famosi del nostro sistema solare. Ho appena visto il film che avete ripreso all’interno della nave spaziale. Nonostante i disturbi di ricezione, è il più sensazionale documento che io abbia mai visto. Devo congratularmi con voi per la vostra eccezionale avventura. Avrete… — A questo punto la voce venne soverchiata dai disturbi. Quando tornò chiara, Magill stava dicendo: — …è d’accordo con me che il primo e più importante passo da fare è riportare sulla Terra almeno uno di questi esseri, se possibile più di uno. Naturalmente lasciamo a voi il compito di giudicare se l’impresa è fattibile. Ci rendiamo conto che all’apertura delle cripte i corpi potrebbero polverizzarsi. Ma voi sarete certo in grado di stabilire se le cripte contengono aria o se ne sono prive. Se non c’è atmosfera, allora non dovrebbe esserci problema…
Carlsen borbottò: — Chi è l’idiota che ha tanta fretta? — Poi tacque per non rendere più difficile l’ascolto del messaggio di Magill e restò seduto là, accigliato, mentre il Primo Ministro illustrava l’importanza scientifica e politica della scoperta.
Alla fine risentirono la voce di Zelensky. — Allora, signori, questo è stato il messaggio del Primo Ministro degli Stati Uniti d’Europa. Sono perfettamente d’accordo con lui. Se è possibile, portate un paio di quegli esseri sulla Terra. Immagino che troverete il modo di entrare in quei cubi. Non dimenticate che forse non sono morti ma in stato di animazione sospesa. Se riuscite a recuperare i corpi, chiudeteli nella cella frigorifera della “Hermes” e lasciateveli fino all’arrivo alla base lunare.
Carlsen si alzò e uscì. Andò nella sua cabina, entrò in bagno, poi si distese sul letto. Si addormentò quasi immediatamente.