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Ma Tom conosceva il trucco e sogghignò quando, dopo avergli dettato le altre notizie su Amy, gli chiesi se aveva qualcosa di nuovo per noi. Rispose che non aveva niente. Ma ci richiamò, pagamento in arrivo, dieci minuti più tardi, per trasmetterci una notizia che, diceva, aveva ricevuto in quel momento per telescrivente da Phoenix: niente di straordinario, ma un pezzo che avremmo pubblicato perchè si trattava di un intrigo politico che riguardava la contea di Cochise e, indirettamente, anche Mayville.

Battei il pezzo e lo passai a Hetherton, che aveva appena terminato di scriverne un altro. Disse: «Li porterò io in tipografia. E credo che sia tutto; abbiamo finito più presto di quanto immaginavo, a meno che non salti fuori qualcosa di nuovo sul delitto. Fate una corsa a vedere.»

Tornai nell’ufficio di polizia. Charlie Sanger non c’era, ma c’erano McNulty e lo sceriffo.

«Stiamo per andare in macchina,» dissi. «Qualcosa di nuovo su Amy?»

McNulty scosse la testa. «Kansas City non ha ancora richiamato. Ma dubito che richiamino stanotte, se hanno raccolto solo informazioni di carattere generale. A meno che non capitino su qualcosa di interessante che possa aver l’aria di èssere stato un movente del delitto…»

«E per ciò che riguarda il resto?»

«Poca roba. Ho parlato per telefono con l’impiegato postale. Amy riceveva la sua corrispondenza fermo posta, veniva a ritirarla un paio di volte la settimana e di solito c’erano una o due lettere per lei. Alcune venivano da Kansas City.»

«Non tutte?»

«No. Una volta la settimana arrivava per lei una busta gialla, raccomandata; Clem crede che il timbro fosse di Seattle, ma non ne è sicuro. Con ogni probabilità, era l’assegno per gli alimenti.»

«Avete cercato di sapere dove lo incassava?» «Certo, ma non lo presentava nei bar, e così deve essersi trattato di una banca. Ma il solo impiegato di banca che avrebbe potuto dirci qualcosa non è in città stanotte, è andato a Tucson per affari. Così, dovremo aspettare fino a domani. E questo è tutto.»

Hetherton scosse la testa quando gli parlai delle buste gialle che probabilmente contenevano l’assegno per gli alimenti e gli chiesi se dovevo aggiungere questo particolare. «Non ne vale la pena. Potete andare adesso, Spitzer.»

Andai diritto da Cass. Mi fermo sempre lì il giovedì sera, per il bicchierino della staffa. Mi sembra di essermelo guadagnato, dopo tutte quelle ore di lavoro intenso. E poi, magari, c’era una piccola chiacchierata e un poco di musica, se Cass era di buon umore e non aveva troppo da fare. Anche Hetherton capitava sempre lì per un bicchierino, mezz’ora o un’ora più tardi; qualche volta io c’ero ancora, qualche altra no.

Quella sera ci sarei stato, perchè dovevo far passare più di un’ora prima di passare a prendere Doris a mezzanotte.

C’era gente da Cass — due coppie in uno scomparto, un’altra in un altro — ma nessuno che conoscevo. Al banco, nessuno, e io mi misi a sedere là, come al solito. Cass, che era appena tornato da uno degli scomparti, mi disse: «Un minuto e sono da voi.» Fece squillare il campanello della cassa e andò a portare il resto.

Come fu di nuovo al suo posto, preparò un whisky e acqua e me lo fece scivolare davanti. «Qualcosa di nuovo su Amy Waggoner, Bob?» mi chiese.

«Niente di importante. Fino a che punto siete informato, voi?»

«Me ne hanno parlato alcuni clienti, poi è venuto qui Mac e mi ha chiesto che cosa sapevo di lei e io gli ho detto tutto quanto era a mia conoscenza, cioè ben poco. Credo che le mie ultime notizie risalgano a un paio d’ore fa.»

«Da allora non è successo quasi nulla, Cass. Hanno trovato la sua patente di guida, e Mac ha telefonato a Kansas City per vedere se riuscivano a raccogliere qualche notizia sul suo conto.»

«Pensano che sia stato qualcuno di qui ad ucciderla?»

Mi strinsi nelle spalle. «Non hanno ancora scavato abbastanza. Se scoprono per caso che qualcuno di qui era in rapporti intimi con lei, quel disgraziato ti diventa automaticamente l’indiziato numero uno.»

«Perchè lei ha bevuto con quel tale, volete dire? Mac me lo ha accennato.»

«Non solo perchè beveva con luì, ma anche perchè era in costume adamitico. Voi non conoscete nessuno con il quale Amy potrebbe aver fatto una cosa del genere, vero?»

Cass scosse la testa. «Per quello che ne so, Amy era in rapporti amichevoli con tutti, ma non amichevoli fino a quel punto. Secondo me, se la intendeva con gli uomini solo per bere e per chiacchierare. Mi sembrava una semplice alcoolizzata che viveva dei suoi alimenti… un caso molto triste, tutto considerato.»

«Siete sicuro che viveva degli alimenti? Ve lo ha detto lei?»

«Non me lo ha detto esattamente, ma li riceveva. La seconda volta che capitava qui mi ha chiesto se volevo cambiarle un assegno. Non era un assegno suo, ha precisato, ma l’assegno che un avvocato le passava per gli alimenti. Allora non la conoscevo ancora abbastanza per correre un rischio del genere, e poi erano soltanto le prime ore del pomeriggio e le banche erano aperte. Le ho risposto che il registratore di cassa era vuoto e le ho indicato dov’era la banca. Credo che lo abbia incassato là.»

«Non avete visto l’assegno?»

«No, e non le ho nemmeno chiesto di che importo era. Davvero non avevo soldi nel registratore di cassa, e, anche se si fosse trattato di un assegno piccolo, sarei rimasto quasi senza contanti.» Sospirò e diede un’occhiata al pendolo a muro. «Bene, credo che sia abbastanza tardi perchè possa permettermi il mio primo della giornata. E voi siete pronto per un altro?»

Guardai e vidi che avevo già vuotato due terzi del mio bicchiere. Ma dissi: «Meglio che faccia durare ancora un poco questo.»

Si versò un whisky. «Accidenti,» disse, «mi è spiaciuto quanto ho saputo di Amy. Mi vergogno adesso di essermi mostrato piuttosto duro con lei. Ma sapete anche voi come voglio che il mio locale sia tranquillo. A meno che non sia io a fare chiasso, e lo faccio soltanto quando penso che la gente lo voglia. E non posso sopportare gli ubriachi. Ho dovuto dire ad Amy che sarebbe stata la benvenuta qui a tutte le ore del giorno, ma non la sera.»

«Diventava fastidiosa quando era ubriaca?»

«Proprio fastidiosa, no. Ma… trasandata, ecco. Si vedeva che aveva bevuto troppo, se capite quello che voglio dire.»

«Certo, Cass. Non preoccupatevi. Devo mettere un nichel nel juke box?»

«Se volete un po’ di musica. Ma non me la sento di cantare. Sapete, ho l’impressione che avrei dovuto cercare di aiutare Amy in qualche modo… ma che sia dannato se so come. Ammesso che mi fossi rifiutato di servirla, anche quando non aveva ancora bevuto troppo, a che cosa sarebbe servito?»

«A niente.»

Nello specchio dietro il banco vidi che i quattro, le due coppie, stavano uscendo dallo scomparto e si dirigevano verso la porta. Cass augurò la buona notte, che venne contraccambiata. Quando furono usciti, andò a ritirare i bicchieri e li fece scivolare nell’acquaio del banco.

«Gente di qui?» chiesi. «Non conoscevo nessuno.»

«Si fermano qui solo per stanotte. Mi hanno chiesto l’indirizzo di un motel, e gliel’ho dato.» Sorrise. «Poi, per accontentarli, ho telefonato e ho fissato le stanze. Così hanno bevuto qualcosa che non avrebbero bevuto se fossero dovuti andare a prenotare personalmente.»

Pensai che ero pronto per il secondo bicchiere, e Cass me lo preparò. Mentre faceva scivolare i soldi nel registratore di cassa, entrò Hetherton.

6

Hetherton si mise a sedere su uno sgabello al banco. Non vicino al mio, ma mi salutò con un cenno del capo.