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In questo modo tutti e due, fin dal primo incontro, fummo felici di aver trovato qualcuno che aveva i suoi stessi gusti e i suoi stessi interessi. Non ci fu un corteggiamento vero e proprio. Ci innamorammo a poco a poco, nel giro di alcuni mesi, con la stessa naturalezza con cui si respira. Avevo buon senso sufficiente per non prendermi passaggi con lei, o, in caso contrario, avrei rovinato tutto. Le augurai la buona notte con un bacio solo dopo il terzo appuntamento e si trattò di un bacio che più casto non sarebbe potuto essere.

Ma ora i nostri baci non erano più così casti. Tutti e due volevamo qualcosa di più. Non bisogna pensare che una ragazza, per il semplice fatto di essere intelligente, non possa essere anche appassionata. Doris lo era, e mi desiderava nella stessa misura in cui io desideravo lei, cioè moltissimo. Ma avevamo deciso di aspettare il matrimonio, e non ci sarebbe stato matrimonio fino a quando non avessi trovato un posto che mi permettesse di mantenere tutti e due.

E in quel momento la stavo aspettando, seduto nella mia macchina, davanti alla centrale telefonica.

7

Ella comparve pochi minuti dopo la mezzanotte.

«Non possiamo restare fuori molto, Bob. Non spingerti molto lontano.»

«Bene,» feci. Mi avviai. «Se sei stanca, che ne diresti di un bicchierino prima di uscire di città?»

«Credo… credo di non aver voglia di entrare in un bar, Bob.»

«Non c’è bisogno che tu entri. Mi procurerò una bottiglia e potremo berne un sorso quando ci fermeremo.»

Dato che eravamo vicino al Filone, svoltai nel parcheggio e mi fermai. «Torno subito,» le dissi, scendendo.

Il Filone era così silenzioso che mi ci vollero un paio di secondi per rendermi conto che il numero dei clienti era, più o meno, quello solito, dodici o quindici, per la mezzanotte di una giornata infrasettimanale. Il grammofono non suonava, e quando guardai per caso da quella parte notai che aveva anche le luci spente; la spina era stata tolta dalla presa di corrente e giaceva per terra, lì accanto. Le conversazioni si svolgevano in un tono appena sussurrato.

Improvvisamente capii. Anche se non se ne rendevano conto, si trattava di una veglia funebre per Amy Waggoner. Quasi tutti lì dentro la conoscevano meglio di me. A Mayville quel bar era stato la sua casa più ancora del motel dove dormiva. E lì, probabilmente, quella sera, il lutto per la scomparsa di Amy era più sentito che altrove.

I pochi che conoscevo mi salutarono con un cenno mentre andavo al banco dietro il quale troneggiava Willie Zenkovich. Non mi domandò che cosa volevo; mi chiese: «Qualcosa di nuovo su Amy?»

«Poca roba, Willie. Niente tracce, niente indizi.»

Ma egli continuava a guardarmi con aria interrogativa: voleva essere messo al corrente di ogni più piccolo particolare. Ma non potevo fare aspettare Doris, e improvvisamente ricordai la copia del Sun che avevo in tasca. La presi e la buttai sul banco. «Copia omaggio,» dissi. «Con il poco che sono riusciti a sapere qui.»

«Grazie, Bob.» Ma si dominò abbastanza per chiedermi che cosa volevo, prima di prendere il giornale. «Il solito whisky e acqua?»

Scossi la testa. «Una mezza bottiglia da portare via. Dovrebbe bastare a… No, fate una bottiglia.» Mi ero ricordato in quel momento che quella che avevo a casa era finita.

«Certo.» Willie incartò una bottiglia della mia solita marca, ed io pagai.

Come fui di nuovo in macchina, portai Doris fuori di città, oltre il motel di Birdie, Tutte le luci del motel erano spente, salvo un’insegna al neon che diceva: «Posto disponibile» e un’altra, più piccola, sopra la porta di Birdie, con la parola «Ufficio».

Fra il posto disponibile non andava considerata la stanza di Amy, naturalmente. Ella era all’obitorio, ormai, e non sarebbe più tornata, ma le sue cose erano ancora lì, in quella che era stata la scena del delitto.

Doris mormorò: «Posto disponibile», e seppi che anche lei pensava ad Amy, anche se l’aveva conosciuta solo di vista.

Guidavo adagio; non avevamo una meta precisa. «Doris, sei riuscita ad ascoltare tutt’e due le telefonate che ho fatto a Tom Acres?»

«La prima soltanto; la seconda no; c’era molto da fare in quel momento, e quando Tom ha risposto ho dovuto pensare ad altro.»

Meglio così: tutti i fatti più importanti erano stati trasmessi con la prima telefonata. Non mi ci volle molto per completarle il quadro.

«Povera donna!» esclamò. «Secondo te, è stata una rapina?»

«No. Cioè, non è stata una semplice rapina, anche se il denaro non era più nella borsetta. Ma può darsi che l’assassino mirasse a qualcosa d’altro, perchè ha perquisito abbastanza a fondo la stanza.»

«Ma se era addormentata o svenuta, che bisogno aveva di ucciderla? Avrebbe potuto…» Si interruppe, perchè le era apparsa evidente la risposta ad una domanda del genere. «Già,» continuò poi. «Lo conosceva, perchè, in caso contrario, non lo avrebbe lasciato entrare. E il mattino dopo, quando si fosse accorta che mancava qualcosa, avrebbe saputo chi era stato a portarlo via. E… secondo me questo significa che l’assassino l’ha trovato.»

«Perchè?»

«Se no, che bisogno avrebbe avuto di ucciderla? Dato che lei era svenuta, poteva frugare finché voleva senza ucciderla, non ti pare? Perchè correre il rischio di commettere un delitto se non aveva trovato quello che cercava?»

«Abbastanza convincente,» convenni. «Ma c’è un’altra possibilità, egualmente convincente. L’assassino non cercava niente. Aveva semplicemente un. motivo per desiderare la morte di Amy, e l’ha uccisa. Poi ha messo un po’ di disordine nei cassetti e nell’armadio ed ha preso il denaro che c’era nella borsetta per creare confusione, per fare pensare a una rapina.»

«Ma, Bob, avrebbe potuto creare una confusione molto maggiore. E in una maniera molto più semplice.»

«Il microfono è tuo. Avanti. In che modo?»

«Avrebbe potuto far sparire quell’avanzo di whisky e non limitarsi a ripulire i bicchieri dall’esterno, per cancellare le impronte digitali, avrebbe potuto anche asciugarli. E così avrebbe avuto due vantaggi. Primo, non avremmo saputo che Amy lo conosceva; l’assassino sarebbe potuto essere chiunque, un estraneo, con un movente ignoto. Secondo: tutto sarebbe venuto ad assomigliare molto di più ad una normale rapina. Specie se, uscendo, non si fosse chiuso la porta alle spalle.»

«Sei riuscita ad arrivare a qualcosa, ma non so di che si tratti. Sì, se non avesse chiuso a chiave la porta quando è uscito, si sarebbe pensato che l’aveva trovata così. Che Amy si era dimenticata di chiuderla. In questo caso, lui sarebbe entrato, l’avrebbe assassinata nel sonno… Accidenti, così veniamo a trovarci in un complicatissimo ingranaggio. Devo cercare di spiegarti qualche meccanismo?» Poi mi resi conto che ci eravamo già allontanati di diverse miglia dalla città e dissi: «Ma aspetta un momento.»

Ai lati della strada il terreno era piatto, sterminato. Sterzai, mi portai una dozzina di metri circa fuori dalla statale e spensi fari e motore.

Attirai a me Doris e la baciai. Un bacio lunghissimo. Ella alla fine si scostò. «I meccanismi,» mi ricordò.

Sospirai. «Va bene. Ma prima…» Sollevai il braccio che la cingeva alla vita ed aprii lo scomparto dei guanti. Presi la bottiglia, l’aprii e pescai fuori dallo stesso scomparto due bicchieri di carta cerata. Ne riempii uno e lo tesi a Doris. «Per quella stanchezza alla quale hai accennato prima,» dissi.

E un minuto più tardi attaccai: «E adesso parliamo un po’ di quei meccanismi. Hai ragione: sarebbe stato semplicissimo per l’assassino non lasciare indizi da cui si potesse dedurre che aveva bevuto con Amy, che ella lo conosceva e lo aveva fatto entrare. Come hai detto tu, gli sarebbe bastato far sparire la bottiglia, lavare e asciugare i bicchieri e lasciare la porta socchiusa. Tutto questo non gli avrebbe richiesto molto tempo, e a quanto pare aveva a sua disposizione tutto il tempo che voleva. Allora… perchè non ha fatto una cosa tanto semplice? Se lo avesse fatto, non saremmo giunti alla conclusione alla quale siamo giunti: che l’assassino conosceva Amy, e anche piuttosto intimamente, per di più. Forse era proprio questo che voleva farci credere? E se avesse portato con sé apposta la bottiglia, per lasciarla là, per fare apparire il delitto qualcosa che non era?»