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«Bob, smettiamola di parlare di Amy. È già tardi. Beviamo ancora qualcosa, e poi farai meglio a riaccompagnarmi a casa.»

Le stavo già versando, e mentre lei beveva buttai giù un sorso direttamente dalla bottiglia. Poi misi il turacciolo e allungai un braccio per appoggiare la bottiglia sul sedile posteriore.

E, mentre mi voltavo, vidi una luce che avanzava dalla strada, dalla parte della città. Una luce unica. Il mio primo pensiero fu di chiedermi se si trattava di una motocicletta o di una macchina con un faro guasto.

Poi mi resi conto che non si sentiva rombo di motore, e nel silenzio della notte del deserto, con il mio motore spento, avrei dovuto sentire a quella distanza, meno di cinquanta metri, anche la più silenziosa delle macchine, per non parlare di una motocicletta. E poi, la luce si stava avvicinando molto lentamente, appariva piuttosto debole…

Doris si voltò a vedere che cosa stavo guardando. «Deve essere una bicicletta,» disse.

Era una bicicletta, certo. La vedevo anch’io, ora che si era fatta più vicina. Quando arrivò alla nostra altezza svoltò. Verso di noi. Si fermò a cinque o sei metri di distanza. Non riuscivo a distinguere chi fosse in sella, perchè il raggio luminoso mi batteva diritto negli occhi. Ma sembrava che fosse un individuo grande e grosso. Un uomo in bicicletta, non un ragazzo.

Ricordai improvvisamente che Herbie Pembrook girava in bicicletta. Ed Herbie, per una ragione che ignoravo o non riuscivo ad immaginare, mi odiava, ed era più robusto di me. Sentii a un tratto il desiderio di un’arma, di qualcosa con cui difendermi… anzi, con cui difenderci, il che era ancora più importante. Herbie era un deficiente, e spesso i deficienti sono psicopatici sessuali.

Allungai un braccio verso lo scomparto dei guanti, rimpiangendo di non aver mai voluto tenere una rivoltella là dentro, come fanno moltissimi abitanti dell’Arizona; in Arizona la legge non vieta di tenere una rivoltella carica nello scomparto dei guanti della macchina. Ma c’era una torcia elettrica che, in caso di necessità, sarebbe riuscita utile come arma di difesa. La strinsi in pugno, aprii la portiera e mi diressi incontro alla luce che mi abbagliava. Perchè anche un fanale di bicicletta può abbagliare quando per miglia e miglia attorno ogni cosa è immersa nelle tenebre della notte.

Dissi: «Chi è?»

Doris mi gridò spaventata: «Bob, torna indietro. Non creare difficoltà. Sarà qualche ragazzino curioso…»

La bicicletta descrisse un semicerchio, tornò sulla strada, e chi stava in sella cominciò a pedalare, nella stessa direzione da dove era venuto, ma molto più velocemente.

Piuttosto nervoso, tornai in macchina. Forse tremavo un poco, non lo so. Dissi: «Credo che fosse Herbie Pembrook. Lo hai riconosciuto?»

«Herbie Pembrook?» Doris sembrava sorpresa. «Be’, gira in bicicletta quando si trasferisce da un posto all’altro per i suoi lavori di scarico. Ma che cosa vuoi che facesse qui, nel cuore della notte?»

«E che ci facciamo noi?» chiesi.

«Se pensavi che fosse lui, perchè non hai acceso la lampadina per vedere?»

«Mio Dio, non ci ho nemmeno pensato. L’avevo presa come arma di difesa, nel caso che… nel caso che ne avessi avuto bisogno. Avevo dimenticato che poteva servire a fare luce.»

Cercai di ridere, ma senza troppo successo. Non mi appariva certo buffo il fatto che, in una situazione di emergenza, il mio cervello non avesse funzionato a dovere. Mi ero spaventato al punto da dimenticare che un corpo contundente, se è una torcia elettrica, può servire anche ad altro.

Accesi i fari, girai la chiave dell’accensione e premetti il pedale della messa in moto. Non era troppo tardi per accertarmi, dopo tutto. Avrei potuto raggiungerlo prima che arrivasse in città. Anche una carriola come la mia macchina è in grado di correre molto più forte di una bicicletta.

«Bob! Non avrai l’idea di… di raggiungere quel tale!»

«Devo farlo, Doris. Devo sapere. Stanimi a sentire…»

Ma non mi ascoltò. Si piegò avanti e girò la chiave dell’accensione. «No, Bob. Non qui, nel cuore della notte, quando quel tale, chiunque sia, può essere armato mentre tu non lo sei. Forse ha creduto che tu avessi in mano una rivoltella, non una torcia elettrica. Come fai a sapere che cosa…»

Si interruppe, ma quello che aveva già detto era perfettamente sensato. Perfettamente sensato, se si teneva presente che lei era in macchina con me. Ora che avevo superato la paura, mi sentivo furibondo; se fossi stato solo, avrei inseguito quella bicicletta, l’avrei raggiunta, avrei saputo chi era quell’individuo. O meglio, avrei avuto una conferma, perchè credevo già di sapere chi era.

Ma, se avevo ragione, quell’uomo era più robusto di me, e, se fosse stato lui a stendermi con un pugno e non io a stendere lui, che cosa sarebbe successo poi a Doris? Non avevo il diritto di correre rischi con lei al mio fianco, anche se, solo, sarei potuto essere tanto sciocco da comportarmi altrimenti.

«E va bene,» dissi. «Non lo rincorrerò; hai vinto tu. Ma, in questo caso, intendo fare il contrario. Non voglio correre il rischio che cambi idea e torni qui a spiarci, senza il fanale acceso, questa volta.»

Tornai a girare la chiave dell’accensione e schiacciai la messa in moto.

«D… dove vuoi andare, Bob?»

«Fuori dal raggio d’azione di una bicicletta,» risposi. «In dieci minuti posso coprire il tragitto che una bicicletta copre in un’ora. Ed allora potremo parlare senza guardarci in giro o preoccuparci.»

«Va bene, ma di che cosa dobbiamo parlare?»

Eravamo di nuovo sulla strada. Diedi un’occhiata allo spioncino del contachilometri, in modo da sapere quando avessimo fatto un tragitto sufficiente per considerarci al sicuro. «Per prima cosa, dobbiamo denunciare questo incidente alla polizia, a McNulty. Quello che è successo, voglio dire. In questo caso, dovremo ammettere di esserci fermati laggiù. Ti spiacerebbe? Sai anche tu quali conclusioni, con ogni probabilità, ne deriverebbero.»

Doris esitò un momento. «Credo che faremo meglio a non denunciare nulla, Bob. Ma non per la ragione che hai detto tu. Dopo tutto, che cosa c’è da denunciare? In sostanza, non è successo niente. Un uomo o un ragazzo in bicicletta è uscito dalla strada per venirci accanto, ma si è allontanato quando ha visto chi eravamo. Forse credeva che fossimo qualcun altro.»

«E non potrebbe essere stato uno psicopatico sessuale che se l’è battuta quando si è accorto che eravamo vestiti? Se c’è un tipo del genere in città o nei dintorni, McNulty dovrebbe saperlo. Specie se questo tipo è, per di più, un deficiente.»

«Ma, Bob, si tratta solo di ipotesi. Non puoi sapere se aveva in mente qualcosa del genere. E… e tu sei convinto che fosse Herbie, vero?»

«Sì.»

«Ma non ne abbiamo la certezza. Ecco perchè, secondo me, non dovremmo parlarne. Ammetto che potrebbe essere stato Herbie, ma… ma in definitiva non ha fatto niente, non ti pare?»

«Supponiamo per un momento che sia stato Herbie. Quale innocente ragione poteva avere per trovarsi qui?»

«Semplice curiosità infantile. Non devi dimenticare che, dal punto di vista intellettuale, è ancora un bambino. E non dimenticare nemmeno che si è avvicinato alla macchina con il fanale acceso; non ha nemmeno cercato di nascondersi. Ma tu sei sceso stringendo in mano quella che può aver scambiato per un’arma, e probabilmente con una espressione combattiva, ed allora lui… è scappato. Non ti sembra una spiegazione plausibile?»

«Può darsi. Ma, ammesso che le cose siano andate così, mi pento adesso di averti dato ascolto e di non averlo inseguito. Almeno avremmo saputo con certezza che si trattava di Herbie. E, in questo caso, lo avrei denunciato.»

«Ma perchè? Se solo ammetti che poteva non avere intenzioni cattive…»

«Perchè quella di concentrare il fascio luminoso di un fanale su una macchina ferma, a notte tarda, è una cattiva abitudine, qualunque cosa si possa avere in mente di fare. Presto o tardi capiterà sulla macchina sbagliata al momento giusto, e… Bene, se è una abitudine per lui, finirà per trovarsi nei guai un giorno o l’altro. Ma lasciamo perdere, dal momento che non sappiamo se era Herbie e non abbiamo la più lontana idea di chi potesse essere se non era Herbie; non andrò a raccontare niente a McNulty.»