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«E non è possibile che fiutasse? Ho sentito dire che qualche volta le donne fiutano, proprio per questa ragione.»

«Non sono un esperto. Non ho mai toccato quella roba e non la toccherò mai. Ma, da quello che so, nessuno adopera gli stupefacenti e ingurgita alcool, come faceva Amy. Qualche sigaretta alla marijuana, ammesso che si tratti di uno stupefacente, magari, una volta ogni tanto, per imbenzinarsi ancora di più, ma, per il resto, niente. Mac però non alludeva alla marijuana; lo ha detto. Parlava della polvere bianca, non delle sigarette. Dove ha pescato una voce del genere a proposito di Amy?»

«Non ne ho la minima idea. Nessuno aveva mai parlato di stupefacenti, quando sono stato là l’ultima volta.»

«E invece dovevano averne parlato, quando mi hanno interrogato poco fa. Volevano sapere se ero al corrente di un traffico di stupefacenti nella zona, se Amy li adoperava o li spacciava… Hanno trovato stupefacenti nella sua stanza, o che cosa?»

«No, che io sappia, Willie.»

Naturalmente, pensai, qualcuno poteva aver trovato qualcosa, e Mac e lo sceriffo non me ne avevano mai parlato per evitare che la notizia comparisse sui giornali, cosa che avrebbero certo fatto se erano convinti che il particolare poteva portare alla soluzione del delitto. Ma avevo la precisa impressione che Mac fosse stato sincero con me; Mac non è troppo abile come bugiardo, e di solito capisco quando vuota il sacco o quando mi nasconde qualcosa. E avrei giurato che quella sera era stato sincero con me.

«Ma perchè dovreste preoccuparvi?» chiesi. «A meno che non spacciate stupefacenti per conto vostro, bene inteso. Non vi sospetta di aver assassinato Amy, vero?»

«Di spaccio di stupefacenti, no. Ma, per quello che riguarda Amy. che sia dannato se lo so. Certo aveva tutta l’aria di sospettarmi. E il guaio è che non ho alibi.»

«Nemmeno io l’avevo. E chi ce l’ha? Mio Dio, Willie, non sappiamo nemmeno in che ora della notte è stata uccisa, e così chi può avere un alibi? Tutti erano a casa, a letto. O almeno, ci ero io.»

«È proprio questo il guaio, Bob. Io non c’ero. Ho chiuso alla una e sono arrivato alla mia stanza all’albergo solo dopo le tre. Due ore vuote, e non ho potuto nemmeno mentire con Mac e dirgli che sono rientrato subito. C’è l’impiegato del turno di notte: mi ha visto entrare, e prima di salire in camera mi sono fermato a chiacchierare un poco con lui.»

«Che cosa avete fatto in quelle due ore? Non eravate con qualcuno?»

«No, ho fatto un giro con la macchina, da solo. Sono andato e tornato, senza una meta precisa. Bell’alibi, vero? Avrei avuto il tempo di uccidere Amy e sei altre persone. Non posso fare una colpa a Mac se non ci crede. Voi ci credete, Bob?»

«Certo, Willie. Soprattutto perchè non riesco ad immaginarvi nell’atto di uccidere Amy. Fate spesso giri del genere, quando avete terminato di lavorare?»

«Spesso no, ma non è la prima volta. Nelle notti serene. Dopo aver passato tutta la sera a lavorare dietro al banco, ad ascoltare gli strilli del grammofono, a cercare di impedire liti, a tenere tutti a posto, felici e contenti, sentite poi qualche volta il desiderio di andarvene a fare un giro da solo.»

«Capisco.»

«E, in ogni modo, non vado quasi mai a dormire subito dopo aver smesso di lavorare. Qualche volta partecipo a un poker, se c’è una partita in corso. Qualche volta mi spingo oltre Bisbee fino a Naco, al di là del confine. Là non devono chiudere alla una, e c’è un locale che rimane aperto tutta notte. Non che ci sia molto da fare laggiù, ma almeno ho una meta. Peccato che non l’abbia fatto anche ieri notte, invece di girare a caso; avrei almeno un alibi abbastanza fondato.»

«Il vostro mi sembra più che fondato. Non capisco invece questa storia degli stupefacenti. Vedrò se mi riesce di sapere che cosa c’è in ballo, e vi terrò informato.»

«Molto gentile, Bob.» Prese il bicchiere, bevve un sorso e lo guardò. «Stupefacenti e Amy… idiozie! Questa roba era la sua debolezza.»

«E gli uomini?»

«Non credo. Non mi sono mai preso passaggi, anche se ci ho pensato. Ma, da quanto ho sentito dire, qualcuno dei ragazzi ci ha pensato, senza combinare niente. Mi risulta che si mostrava gentile, che non faceva l’offesa o simili. Si limitava semplicemente ad avvertirli che non c’era niente da fare.»

«Se qualcuno avesse combinato qualcosa, non andrebbe in giro a vantarsene adesso. Diventerebbe automaticamente l’indiziato numero uno.»

«Già, più ancora di me con il mio traballante alibi. Questa sera l’indiziato numero uno ero io.»

Bevve un altro sorso. Appariva ancora un po’ nervoso, ma sembrava che il peggio fosse superato.

Dissi: «Willie, non capisco ancora come mai vi siete lasciato sconvolgere fino a questo punto da Mac solo perchè non potevate dimostrare dove eravate stato per un paio d’ore. Non ha niente altro contro di voi, vero?»

Esitò. «Accidenti, Bob, vi dirò la verità, mi farà bene sfogarmi con qualcuno, se mi promettete di non aprir bocca con anima viva. D’accordo?»

«D’accordo. Se non si tratta di una faccenda che riguarda l’assassinio di Amy.»

«Non c’entra per niente. Non sono andato in giro senza meta stanotte. Sono andato e tornato da Bisbee, e mi sono incontrato con un amico mio. Ho comprato da lui qualche sigaretta alla marijuana. Certo, ne fumo qualche volta. Non spesso, solo quando ho i nervi troppo tesi dopo il lavoro al bar. Ma come potevo spiegarlo a Mac? Specie con lo sceriffo lì presente ad ascoltare. Diavolo, se anche uno di loro fosse stato disposto a chiudere un occhio, non si poteva sapere che cosa ne avrebbe pensato l’altro. Dovevano elevare imputazione nei miei confronti.

«E statemi bene a sentire adesso perchè viene il peggio. Avevo quelle sigarette in tasca, mentre ero nell’ufficio della polizia. E Mac ha incominciato a battere sugli stupefacenti. Non che la marijuana sia uno stupefacente, ma, in ogni modo, è vietata dalla legge. In che posizione sarei venuto a trovarmi se Mac o lo sceriffo mi avessero chiesto di vuotare le tasche?»

«Non c’è da meravigliarsi se vi sentivate nervoso. Ma non capisco come mai, vedendovi in quelle condizioni, non vi abbiano torchiato a fondo.»

Sorrise. «Ho resistito benissimo all’urto. Solo quando mi sono trovato fuori, al sicuro, sono crollato. Sono fatto cosi, io… è già successo in altri momenti difficili che ho dovuto affrontare. Prendo paura solo quando il peggio è passato.»

Annuii. «Willie, se avevate quelle sigarette in ufficio, dovete averle ancora, a meno che non le abbiate buttate via durante il tragitto in macchina. Al vostro posto, me ne libererei prima di rientrare all’albergo. Se Mac vi sospetta davvero, di qualsiasi cosa, può farsi rilasciare un mandato e perquisire la vostra stanza. E pure le tasche, se nella stanza ci siete anche voi.»

«Certo. Queste finiranno nella fogna prima che torni a casa. E ho anche deciso di smettere di fumarle. Non perchè ne fumi molte o perchè pensi che mi possano far male, ma solo questa sera ho capito che rischio rappresenti per me il semplice fatto di esserne in possesso. Accidenti, se anche non finissi in prigione la prima volta, perderei la licenza di barista e il posto.»

Prese dalla tasca della camicia un portasigarette di metallo e guardò. «Sono nove,» disse. «Ne ho comprate dieci e ne ho fumata una nella mia stanza, ieri notte. Nove dollari buttati via; le ho pagate un dollaro al pezzo.»

Dissi: «Perchè correre il rischio di uscire di qui con quelle sigarette? E se per caso Mac vi ferma mentre tornate a casa? Ammetto che è molto difficile, ma, se volete, posso buttarvele io nel gabinetto, qui e subito.»

«Bene, pensavo di buttarle via tutte meno una tornando a casa, e di fumare l’ultima quando fossi arrivato nella mia stanza. Ma credo che abbiate ragione: è possibile che Mac o Charlie mi aspettino davanti alla porta. Vi spiace se fumo qui la mia ultima?»