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Primo: che cosa poteva valere la teoria di cui avevo parlato a Doris in macchina, la teoria che l’ex marito — presumibilmente un certo signor Waggoner — aveva mandato a Mayville un sicario, uno sconosciuto, ad uccidere Amy? Ci credevo davvero?

Bene, era possibile. Valeva la pena di indagare, e McNulty avrebbe certo fatto qualcosa in tal senso, avrebbe come minimo incaricato la polizia di Seattle o di quell’altra città dove stava, di interrogare quell’individuo. Dopo tutto si trattava dell’unica persona che, per ciò che ne sapevamo in quel momento, avesse un movente preciso per desiderare la morte di Amy.

Ma, se l’assassino era sconosciuto ad Amy, il delitto era stato eseguito in una maniera che si scostava nettamente da quella tipica dei criminali professionisti. Poteva aver pensato di far sparire il denaro e di lasciare la stanza in disordine per dare l’idea di un furto, ma quella bottiglia di whisky lasciata apposta per far pensare che aveva bevuto con lei… bene, era una di quelle idee che ben difficilmente vengono a un sicario. Era possibile, ma poco probabile.

Ancora meno probabile, quasi impossibile, era l’idea che Waggoner fosse venuto di persona a Mayville e se la fosse sbrigata da solo. Certo, se era in buoni rapporti con lui, Amy lo avrebbe lasciato entrare nella sua stanza, avrebbe bevuto con lui se egli avesse portato una bottiglia, e se gli voleva ancora un poco di bene, magari se desiderava di fare la pace, veniva a trovare una spiegazione persino il costume adamitico. Forse aveva pensato che era venuto per una riconciliazione, e forse lui aveva suggerito che proprio questa era la ragione del suo viaggio, e l’aveva rafforzata in questa convinzione fino a quando non era crollata, e poi…

Ma no, non era possibile che avesse corso un rischio del genere. Assassinare di persona avrebbe voluto dire per lui entrare dritto nella camera a gas e chiudersi la porta alle spalle. Dove abitava, non poteva essersi creato un alibi per tutti i giorni che l’impresa avrebbe comportato per lui. Non era possibile che avesse viaggiato da Seattle all’Arizona del Sud e fosse tornato senza lasciare tracce che la polizia non avrebbe tardato a scoprire, se solo avesse cominciato ad indagare, come certo avrebbe fatto se fosse risultato che il giorno del delitto egli non era a Seattle. E, ammesso che avesse viaggiato in aereo, anche il giorno prima e il giorno dopo. In qualunque modo avesse viaggiato, le indagini non avrebbero tardato ad inchiodarlo alle sue responsabilità.

Così, era stato qualcuno del luogo, dopo tutto? Qualcuno con il quale Amy aveva una relazione?

Se accettavamo l’aspetto della stanza di Amy per quello che valeva, doveva essere stato più o meno così. Qualcuno con il quale ella aveva una relazione, ma che sapeva però che questa relazione era sconosciuta a tutti, perchè, in caso contrario, non avrebbe osato ucciderla per la stessa ragione per cui non poteva aver osato ucciderla Waggoner personalmente. Il suo movente? Amy forse lo aveva minacciato, lo aveva minacciato di denunciarlo e di fare uno scandalo. Forse voleva ricattarlo. O forse voleva che la sposasse o, peggio, che divorziasse dalla moglie e la sposasse.

Se la minaccia di uno scandalo era il suo movente, questo delimitava il campo delle ricerche: aveva qualcosa di importante da perdere in uno scandalo, qualcosa di abbastanza importante da spingerlo al delitto. Una posizione nella comunità che lo scandalo avrebbe rovesciato, una azienda che lo scandalo poteva mandare all’aria, una moglie di cui aveva paura o che non voleva perdere, malgrado la sua infatuazione per Amy. Un uomo solo con un lavoro qualsiasi e senza denaro avrebbe riso di fronte ad una minaccia del genere; il peggio che poteva capitargli in conseguenza dello scandalo era di ritenere opportuno trasferirsi e cercarsi un posto da qualche altra parte.

E c’era un’altra cosa molto probabile: che fosse un cliente regolare o almeno abbastanza assiduo del Filone. Amy passava là la maggior parte del suo tempo, ed aveva stretto là quasi tutte le sue amicizie.

Ma tutto questo non mi portava molto lontano. Molti signori in buone condizioni finanziarie — allevatori, commercianti, professionisti, uomini d’affari — passavano qualche sera al Filone. Sospirai all’idea che Hetherton non ci capitava mai. Mi sarebbe davvero piaciuto di poter sospettare Hetherton.

Mi sarebbe piaciuto ancor più che non poter sospettare Herbie Pembrook, la mia altra bête noire a Mayville. Herbie sarebbe stata l’ultima persona che Amy si sarebbe scelta fra i cacciatori di gonnelle di Mayville. Quell’uomo non…

Un momento!

L’idea mi colpì al punto che mi misi a sedere sul letto, feci scivolare fuori le gambe e cominciai a passeggiare avanti e indietro per la stanza, a piedi nudi, mentre ci pensavo.

Herbie sarebbe potuto essere l’assassino, e più ci pensavo, più mi sentivo sicuro che l’assassino era proprio lui. Forse in città tutti consideravano Herbie «innocuo» — era stata precisamente questa la parola che Doris e Willie avevano adoperato per definirlo — ma, qualunque fosse la ragione che lo aveva spinto a concentrare la sua attenzione su di me, io non mi lasciavo ingannare. Sulla bicicletta, quella notte, doveva esserci stato Herbie. Chi, se non un deficiente — e con tendenze psicopatiche, per di più — avrebbe girato nel deserto verso la una del mattino e sarebbe uscito di strada per puntare il fanale della sua bicicletta su una macchina ferma?

Forse, prescindendo dal ritardato sviluppo mentale, Herbie poteva essere stato normale quando il padre di Doris lo aveva sottoposto ad una prova, all’età di quattordici anni. Ma questo significava per caso che egli era ancora normale? Quasi tutti coloro che diventano psicopatici, dal punto di vista sessuale o altro, sono normali all’inizio dell’adolescenza; le loro aberrazioni insorgono più tardi. Herbie aveva mostrato i primi sintomi quando, a vent’anni, aveva detto Doris, si era dedicato per un certo periodo a spiare le coppiette. Spaventato, l’aveva smessa, per un poco. Ma chi sapeva quali mutamenti erano successi in lui da allora?

E chi sapeva che cosa era avvenuto nel suo cervello un paio di settimane prima, quando, per caso, aveva guardato in una finestra giusta al momento giusto (o in una finestra sbagliata al momento sbagliato) ed aveva visto una bellissima donna nuda distesa sul letto, a pochi metri soltanto dal punto dove si trovava? Probabilmente, se nel periodo in cui spiava le coppiette non aveva avuto una fortuna superiore alla media, non aveva mai visto prima di allora una donna nuda. Quali conseguenze poteva avere avuto questo spettacolo su un cervello di undici anni nel corpo di un uomo di trenta?

Ci avevo già pensato, certo, quando Birdie mi aveva detto di aver sorpreso Herbie a guardare nella finestra di Amy, ma avevo scartato l’idea quando avevo saputo che con ogni probabilità Amy aveva bevuto con colui che l’aveva uccisa e che, quasi certamente, era stata lei a farlo entrare nella stanza. In un quadro del genere Herbie non trovava posto.

L’idea che mi era balenata in quel momento e che mi aveva spinto ad alzarmi dal letto era: Herbie non beveva, e così, se la bottiglia di whisky e i due bicchieri erano stati lasciati a bella posta, chi più di Herbie Pembrook veniva ad essere eliminato come probabile indiziato?

E i deficienti possono essere furbi, furbi abbastanza da pensare a qualcosa del genere.

«Herbie non beve,» aveva detto Willie. E per questo, non per altro, non aveva mai pensato a Herbie come a un probabile assassino. E anche McNulty certo sapeva che Herbie non beveva, e per la stessa ragione lo aveva scartato, anche se Birdie gli aveva parlato dell’episodio della finestra.

Ma se si pensava, come avevo pensato io riferendomi al sicario, che il whisky era stato lasciato come un falso indizio, se si ammetteva che anche un deficiente può essere furbo, allora Herbie…

Un momento, procediamo con ordine, mi ammonii. Movente, mezzo, occasione.