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«Lo sospettate, per caso?»

McNulty si strinse nelle spalle. «Se dovessi pagare a una donna un cinquanta per tutta la vita, sarei tentato anch’io di fare qualcosa. Ma forse è un ricco bastardo che non bada neppure a una cifra del genere.» Si infilò una sigaretta in bocca e l’accese.

«Avete detto di aver ricevuto una telefonata da Kansas City. Novità?»

«Le stesse di ieri sera, con l’aggiunta di qualche particolare di scarsa utilità. Ha abitato due anni all’indirizzo della patente di guida. Hanno trovato altri due posti dove aveva abitato prima, per un anno circa: un albergo e un’altra casa d’affitto. A quanto pare, il suo divorzio era precedente. Non hanno trovato nessuno che conoscesse il marito.»

«Ha lasciato conti in sospeso quando è partita?»

«No, che si sappia. E inoltre aveva lasciato il suo nuovo indirizzo per l’inoltro della corrispondenza — Fermo Posta, Mayville — non solo alla sua padrona di casa, ma anche alla posta stessa.»

«Può darsi che questa sia la chiave dell’enigma, Mac. Se riusciamo a sapere perchè è venuta qui, perchè ha scelto questa destinazione prima di partire, allora…»

Il telefono squillò e mi interruppi. In ogni modo, era evidente quello che stavo per dire.

McNulty sollevò il ricevitore e parlò, poi appoggiò una mano sul microfono e disse: «È Seattle. Se volete ascoltare a una derivazione, mi risparmierete il fastidio di ripetervi tutto poi.»

Andai alla seconda scrivania nell’angolo e sollevai il ricevitore della derivazione. Lo appoggiai all’orecchio in tempo per sentire: «Ecco la comunicazione, signor McNulty,» poi una voce forte e rimbombante: «Signor McNulty? Parla John S. Waggoner. Un tenente della polizia di Seattle che se n’è appena andato mi ha comunicato la notizia che la mia ex moglie è stata assassinata nella vostra città. Ho risposto come meglio potevo a tutte le domande che mi ha rivolto, ed ora senza dubbio egli si metterà in contatto con voi. Ma ho deciso intanto di chiamarvi direttamente. Desidero aiutarvi, nei limiti delle mie forze.»

«Bene,» disse McNulty. «Uh… signor Waggoner, quando avete visto l’ultima volta Amy?»

«Poco più di quattro anni fa, quando è partita di qui alla volta di Reno per ottenere il divorzio.»

«E quando avete avuto per l’ultima volta sue notizie?»

«Non ho saputo più niente di lei dopo il divorzio. La nostra rottura era completa, non ci scrivevamo nemmeno. Il mio avvocato si interessa… si interessava al pagamento degli alimenti. Tramite suo, sapevo che abitava a Kansas City, ma questo è tutto. Non so che cosa facesse là, non so che cosa abbia fatto in questi ultimi quattro anni.»

«Sapevate che un mese fa era venuta a Mayville?»

«No. Se gli è stato notificato il cambio d’indirizzo, il mio avvocato non me ne ha parlato. Anzi, spero di non offendere il vostro orgoglio civico se vi dico di non aver mai sentito nominare Mayville fino a stamattina. E adesso so soltanto che si trova nell’Arizona.»

McNulty disse: «È soltanto una cittadina. Bene, se non potete riferirci niente di recente a proposito di Amy, potete informarci di qualcosa sul suo passato? Ci sono congiunti con i quali potremmo metterci in contatto?»

«Non c’erano congiunti, che lei sapesse. Amy era stata allevata in un orfanotrofio; ignorava persino chi fossero i suoi genitori. Che io sappia, stava a Chicago. Mi ha detto di essere rimasta là… a Chicago, voglio dire, non nell’orfanotrofio… fino a… non ricordo esattamente l’età, ma se non mi sbaglio deve essere stato fino ai vent’anni appena passati.»

«Dove l’avete conosciuta?»

«Qui, a Seattle. Ho sempre abitato a Seattle, io. L’ho conosciuta… vediamo un po’… poco più di sette anni fa; siamo stati sposati meno di tre anni prima del divorzio. Non mi ha mai parlato molto della sua vita dal giorno in cui è uscita dall’orfanotrofio a quello in cui l’ho conosciuta. Non è scesa in particolari, ecco. Ha fatto l’entraîneuse in un locale notturno… la cantante e la ballerina. Poi aveva fatto la ballerina di fila in una rivista. Aveva viaggiato molto. Ma, quando l’ho conosciuta, faceva la guardarobiera in un locale notturno di Seattle.»

«Era già stata sposata precedentemente?»

«No, o almeno mi ha detto di no. E aveva ventotto o ventinove anni. Io ho cinque anni di più.»

«E qual era il suo nome da ragazza, signor Waggoner?»

«Evans. Amy Evans.»

«Uh-uh. E adesso una domanda personale, signor Waggoner, ma in un caso di assassinio bisogna pur rivolgere domande personali. Perchè avete divorziato?»

«Bene, la colpa è stata soprattutto dell’abitudine che Amy aveva di bere troppo. E poi il nostro matrimonio era stato un errore; ce ne siamo accorti prima che fosse passato un anno. Lei beveva sempre di più, al punto di ubriacarsi quasi tutte le sere. E nemmeno a casa, il che sarebbe già stato abbastanza brutto, ma nei bar, dove andava prima che rientrassi dal lavoro per rincasare poi a mezzanotte o magari anche più tardi. La situazione era diventata semplicemente insostenibile. Ma Amy si rifiutava di cercare di smetterla o di limitarsi. Sarei stato pronto a mandarla in una casa di cura, solo che non ne voleva nemmeno sentir parlare.»

«Ma il divorzio deve essere stato pronunciato a suo favore, se siete stato condannato a pagarle gli alimenti. Perchè non siete stato voi a chiedere il divorzio?»

«Forse avrei potuto farlo, ma non me la sentivo di affrontare lo scandalo di un divorzio contestato qui a Seattle. Avrebbe danneggiato il mio lavoro, ed era una cosa che, personalmente, non mi andava di fare. E poi… volevo ancora abbastanza bene ad Amy per non desiderare che cadesse troppo in basso, come sarebbe potuto succederle se non avesse avuto un reddito, sia pure minimo. Ci siamo divisi di comune accordo, ho accettato di passarle un cinquanta la settimana, cifra che posso permettermi, e di pagarle le spese di soggiorno a Reno per il divorzio. Ho messo una condizione, verbale, ma ella l’ha osservata, volevo che non tornasse più a Seattle. Ho pensato che sarebbe stato meglio per tutti e due un taglio netto: non volevo più incontrarla, e non volevo che la incontrassero i miei amici.»

«Uh-uh,» fece McNulty. «È rimasta a Kansas City per quattro anni, il che significa che deve essersi trasferita là direttamente da Reno. Sapete per caso perchè ha scelto proprio Kansas City?»

«No, non ne ho la più pallida idea. Ecco tutto quanto posso dirvi di Amy, e temo non vi sia del minimo aiuto. Ma, già che ci siamo, c’è un’altra cosa. Il tenente con il quale ho parlato mi ha detto che l’assassinio si ricollega a un furto. Amy ha lasciato qualcosa? Denaro in banca o simili?»

«Niente conto in banca qui, signor Waggoner. E nemmeno la polizia di Kansas City, per ciò che la riguarda, ne ha scoperti. E, se nella sua stanza c’erano oggetti di valore, gioielli o altro, sono scomparsi anche quelli. Rimangono soltanto gli abiti e la macchina. Ma la macchina è vecchia, e può valere, come massimo, un paio di centinaia di dollari.»

«Capisco. È precisamente come immaginavo, Amy non era tipo da fare economie, non ha mai pensato al domani. Ma statemi a sentire, signor McNulty: voglio che funerali e sepoltura avvengano in maniera dignitosa, che tutto non si limiti a un semplice trasporto dall’obitorio al campo dei poveri. Voglio che sia sepolta in un normale cimitero e che la sua tomba sia contrassegnata da una piccola lapide. E, naturalmente, sarò io a pagare tutto. Nei limiti del ragionevole… non sono ricco, e di conseguenza non dovete esagerare. Potete prendere accordi con l’impresa di pompe funebri locale, con l’intesa che il conto venga poi spedito a me?»