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«Volentieri,» rispose McNulty. «Vorreste fissare una cifra massima, in modo che non si corra il rischio di esagerare? L’impresa sarà certo lieta di sapere quanto siete disposto a spendere.»

«Bene, avvertitela di cercare di restare intorno ai mille dollari. Non è un limite categorico, ma avevo pensato, più o meno, a questa cifra.»

«Benissimo, signor Waggoner. L’impresa vi farà un bel lavoro senza arrivare a tanto. Non costano molto cari i funerali da queste parti. E… avete qualche preferenza a proposito del servizio religioso?»

«Temo che Amy non fosse religosa. Comunque penso che un pastore presbiteriano non guasterebbe. L’orfanotrofio dove è stata allevata era presbiteriano. Ma forse potrebbe andar bene un qualsiasi pastore protestante. E, se la vostra impresa ha una cappella, penso che ella la preferirebbe a un servizio in chiesa. Non vorrei sembrare irriguardoso, ma credo che Amy si sentirebbe piuttosto a disagio in chiesa.»

«Va bene,» disse McNulty. «L’impresa ha appunto una cappella; ci penso io. Volete essere avvertito dell’ora e del giorno dei funerali?»

Ci fu un attimo di esitazione all’altro capo della linea. Poi Waggoner disse: «Non potrei venire lì, e così sarebbe inutile. Mi piacerebbe che ci fosse qualche fiore mio, ma non è il caso di mandarli da qui; provveda anche a questi l’impresa e me li aggiunga al conto.»

«Certo. L’impresa provvederà a tutto. Uh… un’altra domanda soltanto, signor Waggoner. Quando la conoscevate, Amy ha mai fatto ricorso a stupefacenti?»

«Stupefacenti?» La voce si fece più acuta ed assunse un tono sinceramente addolorato. «Mio Dio, no! Non ditemi che Amy si era data agli stupefacenti! Era già un guaio abbastanza grosso l’alcool, nelle quantità in cui lo consumava.»

«No, no,» si affrettò a rassicurarlo McNulty. «Nulla sta a dimostrare che si fosse data agli stupefacenti, signor Waggoner. Si tratta di una domanda puramente formale. Bene, grazie mille per la vostra telefonata.».

Riagganciammo tutti e due, ed io andai a piantarmi di nuovo davanti alla scrivania di McNulty e lo guardai. Dissi: «Domanda puramente formale un accidente! Che cos’è questa storia degli stupefacenti?»

Mi fissò con aria offesa. «Era una domanda formale. Non abbiamo prove che Amy consumasse stupefacenti.»

«Sciocchezze,» replicai. «Prove no, ma forse qualche indicazione. Ho incontrato Willie Zenkovich ieri sera, dopo che voi lo avevate passato al setaccio. A prescindere dal fatto che non ha un alibi dimostrabile, lo avete stuzzicato più che altro su questa storia degli stupefacenti. Pensavo che esagerasse o che avesse frainteso. Ora, dopo quella domanda di “normale amministrazione” che avete rivolto a Waggoner, so invece che aveva perfettamente ragione. Voi mi nascondete qualcosa, Mac.»

«Andate all’inferno!» brontolò. Non sembrava irritato.

Continuai: «Con me potete parlare in confidenza, e nessuno ne saprà nulla. Non sarebbe la prima volta che mi date notizie riservate, e mai nulla è trapelato sul giornale, vero? Ma statemi a sentire, Mac: se non mi dite niente, sono libero di riferire o discutere tutto quello che vedo e deduco. Il che, in questo caso, significa che, quando telefonerò un articolo a Bisbee, racconterò che la polizia sospetta un legame fra l’assassinio di Amy e il traffico degli stupefacenti.»

Sospirò. «E va bene. Non scrivetene niente, e io vi spiegherò come stanno le cose. Ricordate che, prima che usciste per l’ultima volta di qui, ieri sera, Charlie ha portato la patente che aveva trovato nello scomparto dei guanti? E che io l’ho mandato a prendere anche l’altra roba?»

«Sì.»

«Bene, in mezzo all’altra roba c’era qualcosa che non aveva notato la prima volta. Sotto la scatola dei Kleenex ha trovato una bustina con cinque capsule. Capsule semplicissime, non di quelle con una fascia colorata che serve a contrassegnare i medicinali. E in queste capsule c’era una polvere bianca.»

«Eroina?»

«Né io né lo sceriffo eravamo in grado di dirlo. Lui allora le ha portate via per farle analizzare. Mi comunicherà il rapporto assieme al referto dell’autopsia.»

«Ammesso che Amy usasse stupefacenti, doveva annusarli. Niente siringa. Portava quasi sempre abiti con le maniche corte, e i segni degli aghi si sarebbero notati.» Rimasi un momento pensieroso. «Ma, se si tratta di una sostanza stupefacente, e per l’ora della mia telefonata a Bisbee lo sapremo, perchè tenere segreta la notizia?»

«Perchè, sia che là usasse o sia che la spacciasse, la cosa potrebbe ricollegarsi alla sua morte, e in questo caso che bisogno c’è di avvertire l’assassino che noi ne siamo al corrente? Ha frugato dappertutto nella sua stanza, ed era probabilmente questa che stava cercando. E forse ha trovato il nascondiglio; non possiamo saperlo. Ma evidentemente ignorava che queste cinque capsule erano nella macchina, e allora perchè avvertirlo?»

Annuii. «Sono d’accordo con voi, Mac. Nessun accenno a quelle capsule. Ammesso che risultino eroina e non qualcosa per il mal di testa. Che impressione vi ha fatto Waggoner?»

«Mi è sembrato sincero, un tipo a posto. Può darsi che ci abbia dato una versione unilaterale di quanto è successo fra di loro; forse Amy avrebbe raccontato tutto in maniera diversa. Ma si tratta soltanto di una impressione, intendiamoci bene. Sarà meglio, comunque, aspettare le notizie che ci trasmetteranno su di lui gli agenti di Seattle. Voglio sapere se è rispettabile e finanziariamente solido come ha fatto capire di essere. Se le cose stanno realmente così, allora, e solo allora, lo cancellerò dall’elenco.»

Diede un’occhiata all’orologio e brontolò: «Le undici. Avete qualche progetto per la prossima mezz’ora?»

Scossi la testa.

«Ho fame. Sono riuscito a dormire qualche ora, ma ho dovuto saltare la prima colazione e mi sorride l’idea di un pranzo anticipato. Ma, con queste interurbane in arrivo, non mi va di allontanarmi dal telefono. Accettereste di restare qui in ufficio il tempo sufficiente per permettermi di buttare giù una salsiccia?»

«Certo, Mac, con piacere. E, se arriva una di quelle due telefonate, devo prendere appunti in modo da riferirvi tutto poi? O volete che li preghi di richiamare fra una mezz’ora?»

«Credo che possiate riceverle voi, quelle telefonate. Badate soltanto a trascrivere tutto, senza trascurare una sola parola. Se non mi sbaglio, ora che vi ho parlato di quelle capsule, siete al corrente del caso come me, tale e quale.»

Si alzò e si stiracchiò.

«Un momento, Mac,» dissi. «Sono al corrente di tutto? Avete parlato con molte persone ieri sera, dopo che me ne sono andato. So che cosa avete ricavato da Willie, ma… e gli altri? Qualcuno vi ha riferito qualcosa di interessante?»

«Non un gran che. Ma c’è una cosa: adesso sappiamo con sicurezza che Amy è uscita dal Filone intorno alla mezzanotte e che si è diretta a casa da sola, a piedi. Cal Jenkins e sua moglie… Conoscete Cal?»

Annuii. Cal è l’amministratore volante locale, tiene la contabilità per una dozzina di negozi e di aziende troppo piccoli per pagarsi un dipendente proprio. Fra i suoi clienti figurava il Filone, ed era là che egli andava immancabilmente a bere.

Mac disse: «Cal e sua moglie erano al Filone mercoledì sera, e se ne sono andati quasi contemporaneamente ad Amy, sono usciti subito dopo di lei. Lei si è allontanata a piedi invece di dirigersi verso la sua macchina, e Cal le ha chiesto se voleva un passaggio fino al motel. Si è voltata e lo ha ringraziato, ma ha rifiutato ed ha tirato diritto. Cal dice che aveva la voce un poco incerta, ma che camminava sènza barcollare minimamente.